Damasco. La popolazione civile di Zabadani, una città non lontana dalla capitale siriana Damasco e la frontiera con il Libanom sta rientrando nelle proprie abitazioni o di quello che ne resta.

I segni della guerra a Zabadani
E’ questo il frutto del cessate il fuoco e della zona di de-escalation in tutta la zona, come ha spiegato il sindaco, Bassel Adeilati.
Zabadani viveva di turismo con hotele e resort prima dello scoppio della guerra civile del 2011. Poi è passata per tanti anni sotto il controllo dei miliziani di Jabhat Fatah al Sham (Fronte al Nusra), un gruppo terrorista collegato ad al-Qaeda.
Prima della guerra vi abitavano circa 200 mila persone, mentre ora ne sono rimaste solo 80 mila con circa 400 famiglie che stanno tornando a casa.
Fino a pochi mesi fa la zona è stato terreno di forti scontri contro i jihadisti.
Ora la città è stata liberata. Ma la maggior parte delle case dovranno essere demolite e ne dovranno essere costruite di nuove.
Le autorità assicura il sindaco stanno pianificando la ricostruzione della locale stazione del treno per riaprire i collegamenti con la capitale siriana.
A maggio scorso, la Russia, la Turchia e l’Iran ovvero gli Stati garanti del cessate il fuoco hanno firmato un memorandum che ha creato le quattro zone di de-escalation nel Paese.
Tre di queste sono collocate a Sud ed altre vicino quella del Guta orientale.
Proseguono i colloqui per instaurarne un’altra nella provincia di Idlib.