Ginevra. La Siria va verso la cessazione delle ostilità e verso una di stagione di pace? Il 15 marzo prossimo sono sei anni dalla scoppio della guerra civile che ha provocato oltre 300 mila morti, una marea di profughi in arrivo anche in Europa. E ha visto, anche, le potenze del mondo confrontarsi sul terreno a tutto vantaggio proprio, per rafforzare il proprio potere sull’area medio orientale. Ma la road map, uscita dai colloqui di Ginevra, benedetti dalle Nazioni Unite fa ben sperare.

In sei anni di scontri, la guerra civile siriana ha provocato 300 mila morti.
Vediamo perchè. Gli inviati del presidente Bashar Al Asad hanno accettato, per la prima volta, di negoziare un processo di transizione politica che include un accordo sulla governabilità, un termine che fa rima con Governo provvisorio di unità nazionale.

Il presidente siriano, Bashar Al Asad.
Da parte loro i rappresentanti delle milizie e dei partiti degli insorti hanno ammesso anche l’esigenza di Damasco di mettere all’ordine del giorno la lotta contro il terrorismo, la sicurezza, oltre a ristabilire la fiducia tra le parti.
A far da mediatore per conto dell’ONU, Staffan de Mistura, un diplomatico di lungo corso con un passato anche come sottosegretario e vice ministro agli Esteri italiano con il Governo Monti. De Mistura ha convocato un altro incontro per il 20 marzo. “Il treno – ha commentato – è pronto alla stazione e tutto è pronto perchè le parti spingano sull’acceleratore”.

Il negoziatore dell’ONU, Staffan De Mistura a colloquio con il presidente siriano Al Asad.
Il diplomatico italo-svedese deve rendere conto del suo lavoro al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, dove siedono i 5 rappresentanti permanenti di Cina, Francia, Federazione Russa, Gran Bretagna, USA e 10 non permanenti, tra cui l’Italia.
Importante il ruolo della Russia, in una sorta di paciere aggiunto, per mettere d’accordo le parti.
La diplomazia di Vladimir Putin non si ferma, anzi è essa che va avanti come un treno. A metà di questo mese, il ministro degli Esteri Lavrov ed il suo staff vogliono, di nuovo, portare le parti ad Astana. Qui nella capitale del Kazighistan si conta anche su due altri Paesi che fanno parte, ormai da tempo, di questa lunga storia: Iran e Turchia.
Per la Siria i negoziati sono guidati dall’ambasciatore siriano alle Nazioni Unite, Bashar Al Yafari, mentre per gli oppositori c’è Nasser Hariri che guida un Alto Comitato per i negoziati, che ha il pieno sostegno dell’Arabia saudita.
Da parte siriana, secondo analisti locali, al posizione è questa: mantenere l’integrità territoriale del Paese arabo dopo la guerra, esclusa un’eventuale separazione della regione curda del Nord e dell’Est, per arrivare ad una sorta di autogoverno (stile Kurdistan iracheno).