“Solidarity with South Sudan”: Report Difesa intervista la vicepresidente dell’Organizzazione in occasione della Conferenza Internazionale Multilaterale

Di Flavia De Michetti

ROMA. Nei giorni scorsi, a Roma, presso il Palazzo della Cancelleria, si è tenuta l’importante Conferenza Internazionale Multilaterale intitolata “Il ruolo delle donne nell’intermediazione diplomatica dei conflitti”, alla quale sono intervenute importanti personalità e autorità provenienti da tutto il mondo.

A tale occasione ha preso parte il Solidarity with South Sudan (SSS), un progetto nato nel 2006 dalla richiesta del Vescovo del Sud Sudan, giunto a Roma all’incontro dell’Unione delle Superiore Maggiori d’Italia, per chiedere aiuti, in un momento in cui il Paese ancora non ne aveva uno.

Nel 2008 è nata l’Organizzazione, basata sulla gestione di un istituto di formazione per gli insegnanti, uno di formazione sanitaria, sull’agricoltura, con un programma di sensibilizzazione e servizi pastorali, operando, inoltre, in un contesto di estrema povertà.

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L’obiettivo dell’Organizzazione, dunque, è quello di dare voce a chi non ne ha. Come spesso accade nei Paesi africani le donne si trovano ancora molto indietro, tanto che le violazioni dei diritti delle donne e dei bambini, ancora oggi, in alcuni contesti vengono visti come violazione di una proprietà. Il progetto ha il compito di intervenire nella loro formazione, affinché si possano emancipare, trovare un lavoro e, di conseguenza, tornare nelle loro comunità come un esempio al quale le altre donne possano ispirarsi.

Report Difesa ha avuto l’opportunità di intervistare Suor Maria del Carmen Ocon, vicepresidente Solidarity with South Sudan (SSS).

Pur non lavorando fisicamente nel Sud Sudan, sono la vicepresidente di questa organizzazione che si chiama “Solidarity with South Sudan”, l’unica nel mondo in cui religiosi e religiose vivono e lavorano insieme. Le comunità delle diverse congregazioni sono sia maschili che femminili. – ha specificato la vicepresidente dell’Organizzazione – Per aiutare il Paese e la chiesa stessa è stata fatta richiesta del capacity building (o capacity developement, un investimento di tempo e risorse per migliorare i risultati di un’organizzazione non profit), la formazione degli insegnanti, maestri, professori, infermieri, in particolare la formazione di ostetriche. Le studentesse che partecipano provengono da tutto il Paese”.

Abbiamo anche un progetto di agricoltura sostenibile. – ha proseguito Suor Maria del Carmen Ocon – Un programma molto specifico, in particolare per le donne. Inoltre, esistono progetti pastorali, che fanno parte della formazione dell’agente pastorale. Inoltre, noi del progetto organizziamo programmi di guarigione dal cosiddetto “trauma healing”, causato dalla guerra”.

Baraccopoli nel Sud Sudan

Per quanto riguarda la situazione attuale del Paese, quest’ultimo ha avuto una guerra con il Sudan per molti anni, in seguito, nel 2011 è diventato indipendente e, nel 2013, è scoppiata una guerra civile. – ha ricordato la vicepresidente – Oggi, si fatica molto con la costituzione di una pace. Tuttavia, il contributo della Chiesa Cattolica, di Papa Francesco in particolare che ha incontrato i leader del Paese e della Chiesa Anglicana, è molto importante. Tutto questo, infatti, ha fornito un grande contributo al processo di pace, che al tempo era ancora molto debole, ma che oggi si sta gestendo, permettendo di dare a questo processo una configurazione sempre più netta”.

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