Spazio: la sfida tra India e Cina si trasforma in una guerra invisibile dell’intelligence orbitale

Di Giuseppe Gagliano*

NUOVA DEHLI. L’India ha compiuto passi importanti nel settore spaziale, sviluppando una propria flotta di satelliti per l’osservazione della Terra e per la sicurezza nazionale.

Tuttavia, il confronto con la Cina mette a nudo un divario che non è solo tecnologico, ma anche strategico.

Lo spazio elemento strategico

 

La corsa allo Spazio, un tempo dominio esclusivo delle potenze storiche, oggi è diventata teatro di nuove ambizioni geopolitiche, e in questo campo l’India si trova a dover difendere la propria autonomia in un’arena sempre più affollata e ostile.

L’Agenzia Spaziale Indiana ha costruito negli anni una rete di osservazione sofisticata e versatile, impiegata per usi civili e militari.

I satelliti impiegati raccolgono immagini dettagliate del territorio, sorvegliano i confini, monitorano le risorse naturali e forniscono supporto alle operazioni delle Forze Armate.

Il Quartier Generale dell’Indian Space Research Organisation

L’apparato, tuttavia, resta limitato in termini numerici e di copertura rispetto alla rete cinese, molto più ampia e integrata.

Dove l’India riesce a garantire una sorveglianza puntuale, la Cina è in grado di assicurare una copertura persistente e multistrato.

Il risultato è una differenza di profondità strategica che si riflette nella capacità di controllo e di reazione.

Il ritardo dI Nuova Dehli non è solo tecnologico ma anche strutturale. Il numero di satelliti operativi destinati all’intelligence è ancora ridotto, la capacità di elaborazione in tempo reale è in fase di sviluppo e le piattaforme dedicate alla difesa non sono sufficienti a garantire un’autonomia operativa duratura.

Inoltre, l’India dipende in parte da partner esterni per l’acquisizione di dati e per la gestione delle immagini, un punto debole che incide direttamente sulla sicurezza nazionale.

Nonostante queste limitazioni, Nuova Delhi sta adottando una strategia di compensazione attraverso una rete di collaborazioni internazionali.

Le intese con gli Stati Uniti, la Francia e il Giappone, le missioni congiunte e la formazione degli astronauti all’estero rappresentano una linea di sviluppo alternativa, fondata sulla cooperazione tecnologica e sul rafforzamento della propria posizione diplomatica nel campo spaziale.

Ma questi accordi, per quanto importanti, non bastano a colmare da soli il divario con un gigante come la Cina, che integra la propria corsa spaziale con una visione di lungo periodo, sostenuta da risorse abbondanti e da un controllo centralizzato tra esercito, industria e ricerca.

L’India, al contrario, punta su una via più articolata: l’apertura al settore privato, il lancio di nuove start-up nel campo aerospaziale, l’incremento della spesa pubblica per lo spazio, e la costruzione di una propria identità spaziale autonoma. Una scelta che porta con sé vantaggi in termini di flessibilità e innovazione, ma che richiede tempo, coordinamento e una strategia coerente.

Il lancio di satelliti ad alta risoluzione, le prime sperimentazioni di comunicazione quantistica, e lo sviluppo di un sistema di navigazione indipendente sono segnali di un’accelerazione, ma non ancora di una piena maturazione.

Nel frattempo, la Cina continua a rafforzare la propria architettura orbitale con satelliti posizionati in orbita geostazionaria capaci di osservare ampie porzioni del pianeta con continuità e precisione. A questo si aggiunge la capacità di negare l’accesso allo spazio ad altri attori attraverso tecnologie antisatellite, un campo in cui Pechino è molto avanti.

La Stazione spaziale di Tiangong in Cina

L’India ha dimostrato di saper reagire, ma è ancora lontana dal poter vantare una forza di deterrenza comparabile.

In questo contesto, la sfida per l’India non è solo di natura tecnica. Si tratta di decidere che ruolo vuole giocare in un’epoca in cui lo spazio è diventato un dominio strategico.

Non si tratta più soltanto di esplorare o di osservare, ma di garantire la propria sovranità anche al di sopra dell’atmosfera terrestre.

La corsa non è soltanto tra orbite e tecnologie, ma tra visioni del futuro.

L’India può ancora scegliere se essere spettatrice o protagonista.

Ma il tempo, nello spazio come in geopolitica, non aspetta nessuno.

* Presidente Centro Studi Cestudec

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