SPECIALE 4 NOVEMBRE: A Roma deposizione di una corona d’alloro al Sacello del Milite Ignoto. Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta a Trieste: “Le Forze Armate spina dorsale del Paese”

Roma. Sono iniziate a Roma con la deposizione di una corona d’alloro al Sacello del Milite Ignoto all’Altare della Patria da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato dal presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, dal ministro Elisabetta Trenta e dalle più alte cariche dello Stato e dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano le celebrazioni per il Giorno dell’Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate.

La deposizione della corona d’alloro al Sacello del Milite ignoto a Roma

Il capo dello Stato ha deposto una corona d’alloro al Sacrario di Redipuglia (Gorizia). Al Sacrario Militare dei Caduti d’Oltremare di Bari la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, in rappresentanza del Presidente della Repubblica, ha deposto una corona d’alloro in onore di tutti i Caduti,

Nel suo discorso a Redipuglia, Mattarella ha ricordato la figura di Margherita Kaiser Parodi, figlia di Maria Orlando e nipote di Luigi Orlando. La madre, sposata con Giuseppe Kaiser, benestante livornese di origine tedesca, ottenne, allo scoppio della Grande Guerra, l’italianizzazione del cognome, assumendo anche quello della nonna, ovvero Parodi. Margherita decise di arruolarsi volontaria appena diciottenne partendo con la madre Maria e la sorella Olga per l’Ospedale della Croce Rossa di Cividale nel Friuli, alle dipendenze dell’Invitta Terza Armata del Duca D’Aosta.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella al Sacrario Militare di Redipuglia

Il 19 maggio 1917 venne coinvolta in un bombardamento con l’ospedale mobile n. 2 di Pieris, nel Goriziano. Nonostante la violenza dell’azione di fuoco austriaca, rimase al suo posto, prestando immediate cure ai militari feriti. Per il suo comportamento, la sua abnegazione e lo spirito di umana fratellanza verso i Fanti italiani, lo Stato Maggiore del Regio Esercito le conferì la Medaglia di Bronzo al Valor Militare con la seguente motivazione: “Per essere rimasta serena al suo posto a confortare gli infermi affidati alle sue cure, mentre il nemico bombardava la zona dove era situato l’ospedale cui era addetta”.
La giovane Margherita rimase al suo posto fino alla fine della guerra, assaporando così il sapore della vittoria tanto sperata.

La fine del conflitto, però, coincise con lo scoppio dell’epidemia dell’influenza “spagnola” che causò dal 1917 al 1920 decine di milioni di morti in tutti i continenti. Nonostante l’elevato rischio di contagio, Margherita Parodi rimase nuovamente accanto ai soldati gravemente ammalati. La fatica, il freddo e le veglie di notte accanto ai moribondi ne fiaccarono il fisico e ne compromisero lo stato di salute, tanto che il 1° dicembre 1918 restò vittima del morbo nell’ospedale di Trieste. Di fronte al Sacrario Militare, sul Colle Sant’Elia, tra i numerosi monumenti in pietra e marmo, si trova anche quello in memoria delle Crocerossine cadute

Margherita Parodi

Cuore della giornata la manifestazione a Trieste, caratterizzata da diversi momenti che hanno rievocato alcuni fatti significativi della fine della Prima Guerra mondiale. Tra i tanti eventi anche il lancio di un team di paracadutisti militari con il vessillo Tricolore e la presenza di due unità navali della Marina Militare.

Il passaggio delle Le Frecce Tricolori ha chiuso la manifestazione.

Le nostre Forze Armate con la loro opera testimoniano di essere la spina dorsale di questo Paese”, ha detto il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, oggi a Trieste in occasione delle celebrazioni per il Giorno dell’Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate.

L’intervento del ministro della Difesa, Elisabetta Trenta

Il ministro ha ricordato, nel suo discorso, quanto i militari stiano facendo, in queste ore, se pure in modi diversi, “soccorrendo migliaia di famiglie isolate, fornendo viveri, corrente elettrica, adoperandosi attivamente affinché sia fatto tutto il possibile per preservare il nostro Paese dalla violenza delle piogge e del maltempo”.

La celebrazione del Giorno dell’Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate a Trieste assume un valore storico. Fu una città “contesa”, ha ricordato il ministro, “frutto di memorie antitetiche che per generazioni è stata fattore identitario per tanti italiani ed emblema di un Paese da riunire”.

La celebrazione del 4 Novembre a Trieste

Non solo. Il 4 Novembre di oggi è differente, Si celebrano i 100 anni della vittoria italiana nella Prima guerra mondiale.

“Esattamente un secolo fa, il 4 novembre 1918 – ha ricordato la Trenta – un’altra Italia si rialzava in piedi dopo la sconfitta di Caporetto. Si rialzava e vinceva una guerra, la più devastante che il nostro Paese avesse mai conosciuto, una guerra destinata a restare impressa indelebilmente nella memoria collettiva degli italiani”.
Ancora oggi l’Oslavia, l’Ortigara, la Bainsizza, il Grappa, l’Isonzo, il Piave costituiscono, per gli italiani, luoghi “sacri”. Qui, ha detto il ministro, “la cronaca si è fatta storia e dove, ancora adesso, nei molti Sacrari che sono stati eretti per conservare le spoglie dei nostri Caduti, riposano tanti eroi italiani della grande guerra. Oggi li ricordiamo tutti, e a loro dedichiamo il più commosso pensiero, mio e di tutti gli italiani, perché a tutti loro dobbiamo tanto, la nostra stessa identità di popolo”.

La Trenta, in particolare, tra i Caduti ha voluto ricordare la figura del Capitano degli Arditi Medaglia d’Oro al Valor Militare Ettore Viola, che si distinse nella difesa del Monte Grappa.

“In cento anni di storia, attraverso alterne vicende – ha proseguito il ministro – l’Italia ha proseguito il suo cammino di sviluppo e progresso, ed è cresciuto, nelle coscienze e nelle leggi, lo spirito della democrazia, della libertà e si è rafforzata la vocazione alla pace, parola consacrata solennemente nella nostra Carta Costituzionale. Nella fedeltà a questi ideali, le Forze Armate di oggi guardano con orgoglio alla loro storia, una storia di eroismo e di sacrificio, di fedeltà al Paese e di sostegno alle politiche internazionali di supporto alla stabilità e alla sicurezza”.

L’Italia deve essere “riconoscente e grata a chi ha dato la vita in suo nome, capace di trasmettere alle nuove generazioni le ragioni e i valori che ci accomunano e ci fanno amare il nostro Paese”.

Quanto accaduto un secolo fa deve essere, ha aggiunto il ministro della Difesa, un monito per il futuro “perché l’incubo della guerra, delle rappresaglie, dell’oppressione, non sbiadisca mai nelle nostre menti, nella consapevolezza che molti sono i pericoli che attualmente incombono sulla sicurezza dell’intera comunità internazionale. Oggi la pace non è un bene scontato che possiamo permetterci di dare per acquisito, ma è qualcosa che va costruito e preservato ogni giorno. E’ un valore che va affermato attivamente”.

Se pur in scenari diversi, i conflitti non sono scomparsi e la comunità internazionale si confronta con nuove minacce e nuove emergenze che mettono a rischio la pace e la convivenza tra popoli.

“Innanzitutto – ha sostenuto ancora il ministro – dobbiamo agire come strumenti di pace, educando i nostri figli alla condivisione, alla solidarietà, al rispetto della dignità umana. In questa cornice, l’Unione Europea oggi costituisce una realtà fondamentale, imprescindibile per la realizzazione di un futuro stabile e di prosperità”.

Per la Trenta, oggi, nessuno in Europa, tanto meno l’Italia, potrebbe affrontare “le attuali sfide della globalizzazione con la sola forza delle proprie braccia.
Il cammino verso l’integrazione europea ha visto muovere importanti passi avanti negli ultimi anni, ma è chiaro che bisogna fare di più. E il legame che ci unisce al passato, dall’armistizio di Villa Giusti ad oggi, è un legame che, nonostante le difficoltà, si basa sull’identità di valori. A partire dal rispetto per la democrazia e dello Stato di diritto.

I militari che operano nelle varie missioni in aree di crisi, mettendosi al servizio del Paese e del prossimo, prestano, consapevolmente, un giuramento di fedeltà che contempla anche il rischio del sacrificio estremo. “Con la stessa consapevolezza il nostro Paese risponde responsabilmente alle richieste della Comunità internazionale che per voce delle Nazioni Unite, dell’Alleanza Atlantica e dell’Unione Europea – ha evidenziato la titolare della Difesa – ci chiede di concorrere al mantenimento della stabilità, della sicurezza internazionale e della pace”. La quale è oggi un valore “a rischio che va affermato attivamente e responsabilmente, attraverso soprattutto il rispetto delle minoranze e delle diversità. Questo rispetto è oggi un fondamentale elemento di pace”.

Per il ministro occorre impegnarci a fondo per coltivare la nostra memoria di popolo, perché “ritengo che soltanto la coscienza delle proprie radici e del proprio passato, la consapevolezza dei valori che compongono la nostra cultura possono consentirci di crescere e di rimuovere quegli ostacoli che, ancora oggi, ci impediscono di proiettarci compiutamente verso quell’orizzonte di libertà, solidarietà e giustizia per il quale tanti italiani hanno dato la vita. Soprattutto se riusciremo a recuperare, come cittadini, quell’entusiasmo e quella fiducia che furono propri dei primi anni in cui la nostra giovane Italia prese coscienza di sé”.

Solo così, ha concluso il ministro della Difesa, “potremo affrontare con fiducia le difficoltà del nostro tempo e contribuire a costruire un mondo migliore da lasciare in eredità ai nostri figli”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Autore