SPECIALE CBRNe. Aeronautica Militare, l’eccellenza del Servizio sanitario che opera in stretta collaborazione con vari Ministeri

Roma. E’ molto stretta la collaborazione tra l’Aeronautica Militare ed i Ministeri della Salute, degli Esteri e dell’Interno qualora ci fosse un intervento per trasportare e curare chi dovesse essere rimasto vittima di un attacco CBRNe, all’estero.

Personale dell’Aeronautica Militare si addestra alla decontaminazione di un aereo

A questo proposito Report Difesa ha intervistato, nei giorni scorsi a margine del CBRNe Summit Europe tenutosi a Roma ed organizzato da Intelligence-Sec., il Generale di Brigata Aerea, Roberto Biselli, vice capo del Servizio sanitario dell’Arma azzurra.

Generale, una volta che una persona fosse stata contagiata che succede?

Trattandosi di malati infettivi, essi hanno bisogno di trattamenti particolari. Qualora un caso avvenisse all’estero il Ministero della Salute deve gestire la parte sanitaria, mentre quello degli Esteri deve coordinare le attività diplomatiche e la pianificazione del volo che viene operato dall’Aeronautica Militare. Infine, dobbiamo citare il Ministero degli Interni. Infatti, una volta arrivati in Italia, la Prefettura deve sapere che è stato trasportato un malato infettivo molto grave.

E se invece una contaminazione avvenisse in Italia?

C’è un coordinamento con le Prefetture. Tutto questo dimostra come il rapporto tra i vari Ministeri interessati sia molto stretto. E’ un’eccellenza del nostro Paese. Siamo senza dubbio all’avanguardia. Basti pensare a quanto è accaduto nella recente crisi dovuta all’epidemia di Ebola.

Un Kc767 dell’Aeronautica Militare atterrato a Pratica di Mare trasportando una persona colpita dall’Ebola

 

Tutti gli aeroporti sono attrezzati per ricevere eventuali contagiati?

Il Regolamento sanitario internazionale stabilisce sia in ambito civile che militare che ci siano solo degli aeroporti abilitati a ricevere malati infettivi. In Italia, per gli scali civili sono attrezzati quello di Roma Fiumicino e di Milano Malpensa. Stanno anche abilitando Catania-Fontanarossa. Invece, per quanto riguarda gli aeroporti militari, solo quello di Roma-Pratica di Mare è abilitato ad essere un point of entry.

Il vostro lavoro non è solo rivolto ai militari ma anche ai civili?

Sì. Finora abbiamo operato a sostegno di civili in tante occasioni. Non c’è stata la necessità di farlo per i militari. Questo dimostra l’integrazione tra Sanità militare e Sanità civile.

Una recente esercitazione CBRN

Il vostro personale è dunque altamente specializzato…

Ogni anno, come Aeronautica Militare, facciamo due corsi sulla gestione dei malati infettivi. Essi sono aperti anche ai civili. Molto stretta la collaborazione con Ospedali quali lo Spallanzani di Roma, il Sacco di Milano, quello di Catania. Questa collaborazione tra personale militare e civile è fondamentale per il nostro lavoro.

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