SPECIALE. Difesa: i veterani e le cure post traumi. Mondo medico-militare e universitario insieme per nuovi progetti

ROMA (dal nostro inviato). Nikolaj Pirogov era un chirurgo militare che durante la guerra di Crimea (1853-1856).

Nikolaj Pirogov

Fu messo a capo del Servizio sanitario dell’Armata russa durante l’assedio di Sebastopoli (ottobre 1854-settembre 1855), il più importante fatto d’arme di quel conflitto.

Incapaci di accerchiare l’intera roccaforte russa, gli alleati (Gran BretagnaFranciaImpero ottomano e Regno di Sardegna) concentrarono le loro forze a Sud. Dovettero respingere attacchi simultanei dell’armata di Crimea e della guarnigione (battaglie di Balaklava e Inkerman).

Nel giugno 1855 i britannici attaccarono il settore di Redan e subirono gravi perdite senza risultati importanti.

L’8 settembre i francesi riuscirono ad impossessarsi della posizione fortificata di Malakoff, grazie ad un assalto perfettamente coordinato.

La fortezza divenne allora non più difendibile e i russi la evacuarono dopo aver distrutto le fortificazioni.

A tale assedio (che ai russi costò 4 mila morti e ben 16 mila ra feriti e prigionieri) partecipò anche Lev Nikolaevič Tolstoj in qualità di ufficiale d’Artiglieria.

In questa occasione l’allora Sanità militare russa iniziò a fare largo uso di anestetici nella chirurgia di guerra.

Il dottor Pigorov seguì il lavoro di Louis Seutin nell’introduzione dei calchi in gesso per la composizione delle fratture ossee, e sviluppò un nuovo metodo osteoplastico per l’amputazione del piede, conosciuto appunto come l’amputazione Pirogov.

Fu anche il primo ad utilizzare l’anestesia in un campo di battaglia. Incoraggiò inoltre la formazione di gruppi di donne volontarie come un corpo organizzato di infermieri, la Chrestovozviženska dalla Granduchessa Elena Pavlovna, riecheggiando gli sforzi compiuti da Florence Nightingale per gli inglesi.

Per le sue opere in Crimea, egli è considerato il padre della chirurgia militare.

Un’immagine di Alessandro Riberi

 

Invece Alessandro Riberi era una eminente figura di medico militare. Fu colui che fondò Sanità

Militare Italiana. Ritenne necessario che i medici militari acquisissero sia la laurea in Medicina che in Chirurgia, all’epoca divise.

Fu anche fondatore del Giornale di Medicina Militare e promotore di borse di studio per il miglior laureato in Medicina e Chirurgia.

Non solo, ritenne che i medici militari fossero equiparati ai gradi degli ufficiali dell’Esercito fino ad arrivare al grado di Generale.

Nel 1854, Florence Nightingale arrivò all’ospedale militare di Scutari con un gruppo di infermiere per assistere i soldati feriti nella guerra di Crimea.

Florence Nightingale arrivò all’ospedale militare di Scutari con un gruppo di infermiere

E trovò ospedali militari sovraffollati (Scutari, Balaklava) e condizioni igieniche critiche, con mortalità per malattie infettive (tifo, colera, dissenteria) superiore a quella per ferite.

Pensò quindi di trasformare l’assistenza con misure igieniche sistemiche e una gestione basata sui dati.

È nota la sua forte collaborazione con ingegneri e medici della Sanitary Commission.

Le ricerche portarono alla riduzione netta della mortalità per malattie prevenibili nelle strutture riorganizzate durante e dopo il conflitto in Crimea.

Molto importanti da segnalare sono le riforme come quella della Royal Commission on the Health of the Army (1857), le norme per caserme e ospedali.

Senza dimenticare la Nightingale Training School (1860) con la professionalizzazione dell’infermieristica e l’affermazione dell’uso dei dati per l’health policy e la qualità delle cure.

 IL CONVEGNO

Tutto questo è uno “spaccato” di storia che è emersa, nei giorni scorsi, nel corso di un convegno a Roma.

La vasta platea del convegno

Una giornata all’insegna della ricerca scientifica e dell’innovazione per dare risposte e soluzioni concrete a chi ogni giorno deve affrontare la sfida della disabilità.

La Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’Istituto di Scienze Biomediche della Difesa e il Centro Veterani della Difesa hanno organizzato, in occasione della Giornata del Veterano in Italia, la conferenza ‘Tecnologie inclusive. Innovazioni a supporto dei veterani con disabilità’.

L’iniziativa è stata un’occasione per scoprire come la ricerca, in particolare nei settori della robotica, dell’intelligenza artificiale e dell’ingegneria biomedica, possa migliorare la qualità della vita dei veterani con disabilità ed abbattere le barriere architettoniche, cognitive e comunicative.

Dalle mani robotiche agli esoscheletri indossabili, dalle protesi di nuova generazione alle tecnologie per l’autonomia quotidiana, scienziati, esperti del settore e rappresentanti delle istituzioni si sono confrontati per capire lo stato dell’arte delle tecnologie di riabilitazione, per intercettare i reali bisogni delle persone con disabilità e per delineare le possibili collaborazioni future.

Hanno partecipato il sottosegretario di Stato per la Difesa, Isabella Rauti, il capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Luciano Portolano, l’Ispettore Generale della Sanità militare, Tenente Generale medico  Carlo Catalano, il Direttore dell’Istituto di Scienze Biomediche della Difesa, Generale Florigio Lista, il Rettore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, professor Nicola Vitiello, di una rappresentanza dei Veterani della Difesa e di altre autorità militari e rappresentanti del mondo politico, accademico e scientifico.

IL PROGRESSO TECNOLOGICO AL SERVIZIO DEL PAESE

Dopo i saluti istituzionali del Generale Florigio Lista, direttore dell’Istituto di Scienze Biomediche della Difesa, di  Nicola Vitiello, Rettore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, del Tenente Generale Carlo Catalano, Ispettore Generale della Sanità Militare, sono stati presentati dispositivi intelligenti, software e applicazioni innovative che stanno trasformando la quotidianità di molte persone con disabilità.

Il sottosegretario Rauti con i Generali Portolano, Catalano e Lista e con il Rettore del Sant’Anna di Pisa, Vitiello

Accessibilità, innovazione e progresso sociale sono i tre concetti chiave che guidano le attività dei gruppi di ricerca impegnati nello sviluppo delle nuove tecnologie: Felice Minutillo (Policlinico Gemelli di Roma) ha offerto una panoramica sulle recenti tecniche chirurgiche, mentre il Marco Controzzi e Simona Crea dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Sant’Anna hanno presentato gli avanzamenti tecnologici per quanto riguarda la protesica di mano, le interfacce uomo-macchina, le protesi ed esoscheletri di arto inferiore.

Emanuele Gruppioni (Centro Protesi INAIL) ha parlato delle attività di ricerca dell’Istituto in campo protesico-riabilitativo per promuovere il reinserimento sociale e lavorativo.

Le soluzioni tecnologiche per l’indipendenza quotidiana e la vita domestica sono state al centro dell’intervento di Joseph A. Butkus (Walter Reed National Military Medical Center); infine Monica Graziana Contrafatto (atleta paralimpico bronzo a Rio 2016, Tokyo 2020 e Parigi 2024) ha raccontato la sua storia personale e i benefici che ha avuto dalle protesi sportive.

Un focus particolare è stato dedicato al progetto BIOVET ‘BIOnics for VETerans’, iniziativa bilaterale Italia-USA svolta in collaborazione tra il Centro Veterani del Ministero della Difesa, la Scuola Superiore Sant’Anna, l’Università degli Studi di Sassari, le società Prensilia S.r.l. e Iuvo S.r.l., ed il Department of Defense degli Stati Uniti, per lo sviluppo e il test di nuove tecnologie e metodologie robotiche nel campo delle protesi e delle ortesi robotizzate per individui con perdita o disfunzione degli arti superiori o inferiori.

 I PROGETTI

Questi sono i 7 progetti per la riabilitazione dei veterani feriti in un’attività operativa.

ATLANTICO – Piattaforma per misura cammino e sguardo

EDAM – Explainable DiAgnosis RecomMender

WAVE – Wearable Assistant for VEterans in sport

PROMISE – Prestazioni mani protesiche

2Vita-B – Veteran Virtual Training for Aging Blockchain

SABEVET – SAlute e BEnessere dei VETerani

BIOVET – Bionics For Veterans

ATLANTICO

Prevede lo sviluppo di una piattaforma tecnologica per

l’integrazione delle registrazioni di sguardo e cammino, le cui misure combinate potranno essere utilizzate sia in contesti diagnostici

(valutazione) che terapeutici (intervento)

EDAM

È lo sviluppo di un sistema basato su tecniche di explainable artificial intelligence in grado di combinare dati provenienti dall’analisi del movimento con altri biomarcatori clinici per la predizione di specifiche patologie.

Inoltre, attraverso la definizione di algoritmi di explainable machine learning,

EDAM fornirà allo specialista una descrizione, in linguaggio naturale, delle condizioni che hanno portato alla predizione della specifica patologia.

WAV

È la realizzazione una rete di sensori indossabili dotata di interfaccia persuasiva per incentivare il paziente veterano alla pratica sportiva

PROMISE

Lo studio mira a valutare le prestazioni di diverse mani protesiche robotiche attraverso un protocollo sperimentale basato su test funzionali e questionari.

L’obiettivo principale è analizzare l’usabilità e l’efficacia dei dispositivi testati, verificandone l’impatto sulle attività quotidiane degli utenti, contribuendo così allo sviluppo di soluzioni protesiche più funzionali e intuitive

 2VITA-B

Si tratta della progettazione, realizzazione e validazione di un dimostratore tecnologico costituito da un assistente virtuale che consente di agevolare la riabilitazione cognitiva e fisica dei veterani.

SABEVET

È finalizzato al miglioramento del benessere psicofisico dei veterani fragili attraverso la piramide alimentare mediterranea (un regime che comprende specifici programmi di allenamento e indicazioni nutrizionali personalizzate, con particolare attenzione agli alimenti vegetali e ai loro effetti sull’immunità contro il COVID-19)

IL RUOLO DELLA SANITA’ MILITARE

La Sanità militare è sempre presente in tutto quello che è l’innovazione in questo campo specifico.

“Abbiamo l’Istituto di Scienze Biomediche che è parte dell’Ispettorato Generale della Sanità Militare – spiega a Report Difesa, il Tenente Generale Carlo Catalano, Ispettore Generale della Sanità Militare – dove vengono sviluppati gli appositi programmi in associazione al mondo universitario.,

Ad esempio, con l’Università Sant’Anna di Pisa per lo studio e lo sviluppo di progetti per protesi sempre più efficaci ed efficienti per i nostri veterani che hanno riportato purtroppo grandi traumi durante l’attività di servizio e per poterli far ritornare quanto più rapidamente possibile a una vita normale. Oltre all’aspetto, diciamo così, legato alle protesi c’è anche l’aspetto psicologico”.

Su questo la sanità militare cosa sta facendo? chiediamo.

“Abbiamo il Centro Veterani – risponde il Generale Catalano –  e la Difesa dove viene assolutamente avviato un percorso di sostegno psicologico sempre per i nostri militari che abbiamo riportato un trauma fisico o psicologico durante il servizio. Stiamo promuovendo molto l’attività riabilitativa fisica e psicologica”.

La Difesa lavora a stretto contatto anche con tantissimi altri Atenei in Italia e all’estero.

Il Brigadier Generale Florigio Lista, direttore dell’Istituto di Scienze Biomediche della Difesa ci parla della Sezione di Bioingegneria all’interno dello stesso Istituto. Sezione che si occupa del laboratorio di analisi del movimento, di biorobotica in collaborazione con gli Stati Uniti, con la Scuola Sant’Anna. Sempre all’interno dell’Istituto c’è il Centro Veterani della Difesa che si occupa invece sia di assistenza, lavoro e rappresentanza.

Un’altra Sezione si occupa di riabilitazione dei feriti e degli amputati, militari e no.

Il Centro veterani segue circa poco più di 200 persone che son in servizio e una parte invece sono congedati direttamente oppure sono passati a ruoli civili oppure a quello cosiddetto “d’onore”.

IL RETTORE DELL’UNIVERSITA’ SANT’ANNA DI PISA, NICOLA VITIELLO

Tra l’Ateneo pisano e il Centro Veterani della Difesa c’è un lungo sodalizio che è iniziato nel 2018.

Il Rettore dell’Università Sant’Anna di Pisa

“Abbiamo – spiega a Report Difesa il Rettore – grande attenzione alle persone con disabilità e per chi ha avuto traumi prestando servizio per il Paese, per la nostra Patria. E’ questo il motivo per cui abbiamo voluto organizzare l’evento per essere, in qualche modo, insieme alle Forze Armate nella Giornata del Veterano.

Vogliamo sviluppare tecnologie innovative per migliorare la qualità della vita di chi ha problematiche di questo tipo. Io poi sono un bioingegnere della riabilitazione, ho una sensibilità particolare, i miei mentori, il professor Paolo Dare e la professoressa Carrozza sono anche loro bioingegneri della riabilitazione e ci hanno trasmesso questi valori”.

“Riteniamo – ha proseguito il Rettore – che ci debba essere una collaborazione profonda tra le Forze Armate e il sistema del mondo accademico, perché siamo in un momento di grande trasformazione geopolitica ed è giusto che tra questi mondi ci siano delle contaminazioni reciproche”.

Quali sono le principali ricerche che state conducendo in combinazione anche con la Difesa?

“In questo momento – ha risposto Nicola Vitiello – i nostri progetti sono soprattutto questi collegati al mondo della disabilità e alla protesica per migliorare la qualità della vita dei veterani”.

Al convegno non erano presenti rappresentanti del mondo dell’industria del settore.

“Il mondo industriale della bionica – ha risposto all’osservazione il Rettore Vitiello – è un mondo industriale un po’ particolare perché non c’è ancora un mercato veramente sviluppato. Ci sono tante imprese spin off, alcune vengono anche dalla nostra Scuola Sant’Anna.

L’auspicio è che questo tipo di iniziative possano essere uno stimolo a chi magari, soprattutto tra i giovani, abbia voglia di mettersi in discussione e di avviare un’impresa, cosa che è sempre desiderabile.

Speriamo che, magari nei prossimi anni, in queste occasioni, possiamo avere un maggior coinvolgimento anche delle imprese”.

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