SPECIALE FESTA ARMA DEI CARABINIERI: La Banda Musicale “fiore all’occhiello” del nostro straordinario patrimonio musicale

Roma. Oggi si festeggiano i 206 anni di costituzione dell’Arma dei Carabinieri. Tra i protagonisti dei festeggiamenti, seppure in un momento particolare per l’emergenza sanitaria, c’è la Banda Musicale.

Un trombettiere dell’Arma dei Carabiniere suona all’Altare della Patria per una cerimonia con il capo dello Stato, Sergio Mattarella

Stiamo parlando di una tradizione centenaria, figlia della più profonda e raffinata cultura popolare del nostro Paese che ha contribuito alla diffusione della migliore musica operistica quando la radio ancora non esisteva e le Bande erano il polo di attrazione del pubblico e fulcro della divulgazione musicale.

La Banda dei Carabinieri ha un imponente organico composto da 102 Maestri di musica, tutti diplomati al Conservatorio, capaci di coniugare la passione e l’amore per l’arte e lo spirito di servizio di ogni Carabiniere.

Lo possiamo definire “il fiore all’occhiello” di uno straordinario patrimonio bandistico italiano.

I suoi musicisti esprimono un binomio di rigore e di passione che trasmettono, ogni volta, piacevoli sensazioni, sentimenti e amore per la bela musica.

In tutti questi anni, Banda dei Carabinieri ha rappresentato una delle più alte espressioni concertistiche.

Le sue pubbliche esecuzioni nelle piazze, nei teatri o nelle scuole, hanno rappresentato un’indiscussa espressione di celeberrime musiche per il grande pubblico ma anche hanno fatto da elegante e raffinata cornice alle più importanti cerimonie e manifestazioni militari.

Il repertorio è vastissimo. Si spazia dai brani del folclore popolare alle arie più note della celeberrima cultura operistica italiana.

I suoi musicisti si sono cimentati anche nella musica contemporanea e nel migliore repertorio jazzistico mondiale.

Ma, senza dubbio, il suo riferimento rimane la tradizione musicale militare italiana ed internazionale, in cui è riconosciuta eccellenza e punto di riferimento.

La Banda insomma è un pezzo autentico e di pregio di un’Italia fatta di valori, tradizioni e cultura che con le sue note oltrepassa i confini per diventare ambasciatrice dell’eccellenza del Paese nel mondo.

LE ORIGINI

Tutto ha inizio in Piemonte. Il Re Carlo Alberto intende dare un nuovo ordinamento al suo Esercito.

Era il 1831. E così vennero stabiliti 18 musicanti per ogni Reggimento di linea e 24 per la “Compagnia Guardie del Corpo di Sua Maestà”.

La Banda dei Carabinieri si esibisce al Senato della Repubblica

Con successive determinazioni regie furono regolamentate tutte le questioni inerenti al servizio delle “musiche militari”, raggiungendo una forma d’organizzazione vasta e completa.

Fu in quegli anni che il Corpo dei Carabinieri ebbe i suoi primi trombettieri, nucleo originario di musicanti che poi grazie a successivi riordinamenti nell’organico e nella dotazione degli strumenti, diede vita dapprima (nel 1862) alla “Fanfara” e poi alla “Musica”.

Da questa derivò, infine, la “Banda” che, attraverso affinamenti successivi, ha assunto la fisionomia attuale.

I “trombettieri” del Corpo dei Carabinieri

I progetti di costituzione del Corpo dei Carabinieri comprendevano nelle tabelle organiche anche 8 “trombetti”, ma solamente l’Istruzione provvisoria elementare per i Carabinieri, approntata e resa esecutiva con ordine del giorno 1° ottobre 1820 dal Colonnello comandante del Corpo, Alessandro di Saluzzo di Menusiglio, trattò espressamente, per la prima volta, dell’impiego dei trombettieri.

Ai capitoli “formazione d’una divisione dell’Arma a piedi” e “formazione d’una divisione dell’Arma a cavallo” e nei relativi disegni allegati, furono infatti precisate le posizioni occupate dal “brigadiere trombetta” e dai “trombetti”, “nell’ordine di battaglia, nella parata o revista e nell’ordine di colonna per sfilare in parata”.

Sei trombettieri, come riferisce il Colonnello Ulderico Barengo (“I Carabinieri Reali negli anni 1848-1849”), erano pure compresi nei 248 “uomini di bassa forza” facenti parte dei tre Squadroni Carabinieri che furono protagonisti, il 30 aprile 1848, dell’epica carica di Pastrengo.

Un momento della celebrazione della “carica di Pastrengo”

Il servizio di trombettieri nel Corpo dei Carabinieri Reali fu, poi, sanzionato ufficialmente il 22 febbraio 1850, con dispaccio numero 2740-41 del Ministero di Guerra e Marina.

Le prime fanfare

Nel decennio successivo al 1850, l’impiego dei trombettieri fu sempre più generalizzato, per cui il Comitato del Corpo (corrispondente all’attuale Comando Generale) aumentò il numero e migliorò l’organizzazione.

Nacquero così le Fanfare della XIV e della VII Legione corrispondenti alla Scuola Allievi di Torino ed alla Legione di Napoli. Presso le altre Legioni furono costituiti nuclei trombettieri.

L’atto istitutivo delle formazioni musicali può essere identificato nel Regio Decreto 18 giugno 1862 relativo all’ “aumento di forza al Corpo dei Carabinieri Reali” il quale riconosceva necessario “aumentare la forza degli Stati Maggiori di tutte le Legioni onde  impiegare alcuni uomini al servizio di trombettiere”.

Al decreto fece seguito la circolare dei Comitato n. 2510 dei 30 luglio 1862, con cui vennero impartite disposizioni relative all’applicazione dei decreto stesso ed in particolare furono stabilite le caratteristiche della divisa dei Carabinieri musicanti.

La sezione fiati della Banda dell’Arma dei Carabinieri

Nell’agosto 1862 la Fanfara della XIV Legione fu affidata alla direzione del brigadiere trombettiere Francesco Cabella, promosso maresciallo d’alloggio nel settembre successivo.

Ulteriori notizie relative ai carabinieri musicanti risalgono al 1877, data di pubblicazione della “Istruzione sulla divisa della truppa dell’Arma dei Carabinieri Reali”.

In essa vennero, fra l’altro, precisati tutti gli elementi distintivi, sia per il “vestito di grande tenuta” sia per quello di “piccola tenuta” per musicante.

In particolare la “lira”, che la circolare del 1862 aveva previsto quale unico fregio dei musicanti, venne sostituita da “alamari” sul colletto e sui paramani e da “cetre” sulla parte posteriore dell’abito.

La successiva “Istruzione sulla divisa dei RR – Carabinieri” del 1880 riprese il tema. Non modificò i fregi ma precisò, anche con disegni, tutti i particolari.

Con la circolare n. 12337 del 20 ottobre 1883, dall’oggetto “Istruzione per il ristabilimento dei trombettieri”, il Comando Generale raddoppiò il numero dei trombettieri per ciascuna Legione, istituì gli allievi trombettieri destinati a divenire trombettieri una volta acquisita la necessaria abilità e assegnò due trombettieri ad ogni comando di Divisione.

Nel 1884 la Fanfara della Legione Allievi Carabinieri (nuova denominazione assunta dal 1867 dalla XIV Legione, sempre nella sua sede a Torino) in analogia a quanto era prescritto per le musiche dei Reggimenti di Fanteria e le fanfare dei reparti di Cavalleria, fu dotata di 19 strumenti a fiato e 5 a percussione.

Nello stesso anno la Fanfara tenne, per la prima volta, un concerto pubblico.

Suonò infatti a Torino, in occasione della Esposizione Generale Italiana, meritando un diploma per l’ “organizzazione tecnica e l’efficienza artistica dimostrate”.

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