Rivolto (Udine). Le Frecce Tricolori, il cui nome ufficiale è 313o Gruppo Addestramento Acrobatico, è la Pattuglia Acrobatica Nazionale (PAN) dell’Aeronautica Militare.
E’ nata nel 1961 in seguito alla decisione della Forza Armata di creare un gruppo permanente per l’addestramento all’acrobazia aerea collettiva dei suoi piloti.
Report Difesa ha intervistato il suo comandante, Tenente Colonnello (pilota) Gaetano Farina.
Comandante, per festeggiare la Festa della Repubblica, quest’anno l’Aeronautica Militare ha deciso di far fare alle Frecce Tricolori un’attività on the sky. Come mai questa scelta?
L’iniziativa nasce dalla considerazione che il 2020 è un anno diverso dagli altri, non solo per l’Aeronautica Militare, ma per tutto il Paese. Stiamo affrontando, e fortunatamente il peggio sembra essere ormai alle spalle, la crisi sanitaria più grave di cui la nostra Repubblica possa avere memoria; come tutto ciò che non ha precedenti, questo periodo sta lasciando un segno profondo nel nostro tessuto sociale ed economico, mettendo in seria difficoltà una moltitudine di cittadini italiani.
In tempi come questi, la gente ha bisogno di stringersi intorno ai simboli della propria identità collettiva e fortunatamente la bandiera italiana stesa in cielo dalle Frecce Tricolori rientra tra questi.
Per la Forza Armata l’iniziativa dell’abbraccio tricolore, con cui abbiamo voluto raggiungere tutti i capoluoghi di Regione per portare idealmente un messaggio di speranza e di rinascita a tutti i nostri connazionali, è stata una scelta quasi naturale: un progetto fortemente voluto dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini e che ci ha trovati non solo come fedeli esecutori, ma anche come entusiasti sostenitori.
Oggi sorvolerete la Capitale. Per un pilota del vostro livello cosa si prova? Quante volte, lei personalmente, ha provato la stessa emozione?
Sorvolare i monumenti simbolo dell’unità nazionale, soprattutto in una data come il 2 Giugno, nella quale l’Italia celebra il suo essere Repubblica, è motivo e momento di grande orgoglio per chi, come i piloti dell’Aeronautica Militare, fonda il suo intero servizio su un giuramento di fedeltà a tutto ciò che festeggiamo in quel giorno.
In oltre 10 anni di appartenenza alle Frecce Tricolori, i miei passaggi su Roma sono ormai innumerevoli, ma devo dire che puntualmente rivivo l’emozione della prima volta, non solo perché credo profondamente nel significato simbolico del nostro stendere il tricolore sui monumenti emblema della nostra bella Italia, ma anche perché lo faccio rappresentando tutti gli uomini e le donne dell’Aeronautica Militare e in generale delle Forze Armate italiane, che giorno dopo giorno servono il nostro amato Paese con silente operosità.
Come si diventa pilota della PAN? E quale è stato il suo percorso addestrativo?
L’accesso di un pilota e più in generale di un militare dell’Aeronautica alle Frecce Tricolori avviene attraverso il superamento di una selezione. Attenzione però, lo scopo non è certo quello di misurare le capacità tecnico-professionali del candidato, già esperto professionista della Forza Armata.
Quello che cerchiamo di capire è piuttosto come una persona potrà integrarsi all’interno del nostro gruppo, perché per noi il lavoro di squadra è l’elemento fondamentale che contraddistingue ogni attività quotidiana. Per questo motivo, a condurre la selezione non è una commissione esterna con specifiche competenze tecniche, ma i membri stessi del gruppo che, accanto agli aspetti di natura professionale, attenzionano in maniera particolare le caratteristiche umane di ciascun candidato, con particolare focus su qualità come l’equilibrio e la capacità di gestione della critica, fondamentali nella conduzione di un volo acrobatico in formazione, durante il quale il rispetto e la fiducia tra i singoli membri sono imprescindibili per poter offrire, in piena sicurezza, un risultato degno della storia delle Frecce Tricolori.
I candidati, dal canto loro, vivono un’intera settimana insieme al gruppo, conoscendone le dinamiche di funzionamento e potendo così realizzare anche dal loro punto di vista se entrare a far parte della PAN può effettivamente essere la scelta giusta per loro.
Io stesso ho superato una selezione, come tutti gli altri colleghi delle Frecce Tricolori, ma si è trattato solo dell’ultimo tassello di un processo di maturazione personale e professionale, partito molti anni fa.
Dopo essermi arruolato nel 1998 come allievo del corso regolare Vulcano V dell’Accademia Aeronautica ed aver completato gli studi universitari, sono stato inviato alla scuola di volo di Sheppard, negli Stati Uniti, per conseguire il brevetto di pilota militare.
Assegnato poi al 37° Stormo di Trapani, ho seguito un ulteriore corso di volo oltre Oceano nella Base di Tucson, abilitandomi come pilota del velivolo F-16.
Da lì, trascorsi alcuni anni di attività operativa sempre al 37° Stormo, ho maturato la decisione di provare ad affrontare la selezione per entrare nella Pattuglia Acrobatica Nazionale, voglioso di continuare a svolgere il mio servizio di pilota militare rappresentando gli uomini e le donne che compongono l’Arma Azzurra.
Ci può dare una breve illustrazione delle capacità tecniche del vostro velivolo?
L’MB339 PAN è una versione leggermente modificata dell’addestratore tutt’ora in uso presso il 61° Stormo di Lecce, una scuola di volo di livello internazionale che è un vero e proprio fiore all’occhiello dell’Aeronautica Militare, richiamando ogni anno numerosi frequentatori prevenienti da diversi Paesi partner dell’Italia grazie a standard tecnologici e addestrativi di primissimo livello. Stiamo parlando di un velivolo interamente progettato e costruito dall’industria nazionale, che ci permette quindi, con le nostre esibizioni in giro per il mondo, di rappresentare non solo le competenza e la capacità di fare squadra della nostra Forza Armata, ma ciò che siamo in grado di offrire tutti insieme come “Sistema Paese”.
Non è un aereo dalle prestazioni assolute particolarmente spinte. Per fare un esempio non è in grado di raggiungere velocità supersoniche; ma il punto è che non gli serve essere eccezionalmente performante, per il semplice motivo che non è stato progettato per questo: l’MB339 è un addestratore, pertanto le qualità che deve saper esprimere sono principalmente quelle di equilibrio e manovrabilità; e posso assicurare che in questo “mestiere” ha davvero pochi eguali.
Di fatto, quando fu creato, rappresentò una vera e propria rivoluzione concettuale rispetto al passato, perché la sua progettazione non nasceva da una fredda sequenza di numeri e calcoli ingegneristici, ma mettendo al centro il pilota ed in particolare l’allievo, per sua stessa natura non ancora esperto.
Il risultato è un aereo davvero ben bilanciato, del quale è facile recuperare il controllo anche in situazioni particolarmente complesse.
Sceglierlo come velivolo per equipaggiare le Frecce Tricolori, fin dal 1982, fu proprio conseguenza di queste caratteristiche, che ancora oggi stupiscono il pubblico di ogni età con le evoluzioni della formazione acrobatica, spinte al massimo soprattutto nel programma del nostro solista.
Ogni volta che i vostri aerei compiono delle manovre di grande abilità gli applausi degli spettatori sono numerosi. Come mai, secondo lei, questo grande attaccamento alla PAN?
Io credo che tutto nasca dall’identificazione con un simbolo riconosciuto dalla collettività: il Tricolore che stendiamo in cielo fa scattare qualcosa nel pubblico che ci osserva da terra, una forma di orgoglio nel ricordarsi di essere parte di un Paese, l’Italia, che dopo qualche millennio di storia riesce ancora ad incantare il mondo con la bellezza, l’arte, la cultura, la creatività, il genio. Ecco, credo che il nostro volo risvegli negli italiani tutto questo, creando un’emozione.
Per questo motivo il programma acrobatico delle Frecce Tricolori, da sempre, è pensato ed eseguito per la gente di ogni estrazione ed età, non certo per dimostrare una fredda sequenza di abilità tecniche.
Vi faccio un esempio: uno dei primati che sono stati riconosciuti alla Pattuglia Acrobatica Nazionale italiana, al quale teniamo in particolar modo, è che durante i circa 25 minuti di esibizione i velivoli non escono mai dal campo visivo del pubblico; questo significa che il contatto con la gente è continuo, segnato da un ritmo incalzante che alterna formazione e solista facendo godere il programma tutto d’un fiato fino al momento finale del passaggio in alona sulle note della Turandot, sottolineate dalla voce del maestro Pavarotti, mentre stendiamo quello che amiamo definire “il Tricolore più lungo del mondo”; il risultato è ciò che noi inseguiamo ogni volta che stacchiamo le ruote da terra: emozione!
Dopo la Festa della Repubblica quali sono gli altri appuntamenti in agenda?
Come ogni anno, lo Stato Maggiore Aeronautica, in collaborazione con l’Aeroclub d’Italia, ha già stilato un programma delle partecipazioni delle Frecce Tricolori alle varie manifestazioni aeree organizzate in Italia e all’estero.
Purtroppo l’emergenza sanitaria che ancora oggi stiamo vivendo ha già portato a molte cancellazioni; la nostra speranza è quella di poter svolgere la più ampia parte possibile del programma di esibizioni iniziale, tornando quanto prima ad emozionare la gente con le nostre evoluzioni in cielo, ma chiaramente non dipende soltanto da noi.
Nel frattempo, però, stiamo realizzando con enorme orgoglio diversi sorvoli per cercare di portare un messaggio di fiducia e speranza a tutti i cittadini: le Frecce Tricolori continuano ad esserci, con la gente e per la gente.
L’anno prossimo festeggerete i vostri primi 60 anni di istituzione. Sono previsti eventi per ricordare questo avvenimento?
Noi siamo abituati a contare le stagioni acrobatiche più che i compleanni, per questo motivo era stata calendarizzata per settembre prossimo sul nostro aeroporto di Rivolto (Udine) una grande manifestazione aerea per celebrare la nostra 60^ stagione: due giornate all’insegna del volo con tantissimi assetti dell’Aeronautica Militare, velivoli civili e militari di grande interesse storico ed aeronautico, ma anche le più prestigiose pattuglie acrobatiche del panorama internazionale.
Purtroppo anche questo evento si è scontrato con l’emergenza sanitaria degli ultimi mesi, inducendo la Forza Armata a riprogrammare la manifestazione aerea per il 2021; diciamo che in tal modo, rispondendo alla sua domanda, l’iniziativa diventerà anche un’occasione per celebrare i primi 60 anni delle Frecce Tricolori.
Comandante, per concludere, cosa rappresentano per l’Aeronautica Militare italiana le Frecce Tricolori?
Esattamente ciò che la Forza Armata ha descritto nella missione operativa assegnata al 313° Gruppo Addestramento Acrobatico, cioè rappresentare i valori, il personale e le capacità di tutta l’Aeronautica Militare come squadra unita e coesa al servizio del Paese.
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