SPECIALE STORIA 58: IL RUOLO DEI MILITARI NELLA FORMAZIONE DELLE SOCIETÁ DI TIRO A SEGNO. IL CASO DEL TENENTE DI FANTERIA PASQUALE ROSANO

CASTELLABATE (SALERNO)nostro servizio particolare. Chi meglio del Generale Giuseppe Garibaldi aveva avuto modo di “saggiare con mano” l’importanza di poter contare su un popolo che sapeva “tirar di schioppo”?  Si, fu proprio lui, l’Eroe dei Due Mondi che, a pochi mesi dalla proclamazione del Regno d’Italia, avrebbe ispirato la nascita delle prime Società di Tiro a Segno, ovviamente per scopi militari, iniziativa in virtù della quale il Parlamento Nazionale avrebbe approvato il Regio Decreto del 1° aprile 1861, che prevedeva lo stanziamento di un contributo Statale a favore di tali Sodalizi.
In realtà, la storia del Tiro in Italia era molto più antica, in quanto l’uso di addestrarsi nelle armi per mezzo del Tiro a Segno e ben più remoto di quanto si possa immaginare, risalendo al periodo di Roma antica. Le leggi romane imponevano, infatti, prove di tiro che consistevano nel getto del giavellotto e del pilo.
A Pisa, Genova e Aosta fin dal 1100 si eseguivano tiri con l’arco e con la balestra. Nel 1443, gli anziani e i Confalonieri di Lucca fissarono i tiri nazionali al i° maggio e al 1° settembre di ogni anno, istituendo quattro migliori tiratori.

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