Di Pierpaolo Piras
Washington, Sabato scorso, i senatori repubblicani, sostenuti dal democratico dissidente Joe Manchin, hanno confermato la nomina, alla Corte Suprema USA, del giudice conservatore Brett Kavanaugh, 53 anni, con un margine scarsissimo di voti, 50 a 48. Un risultato raggiunto al termine di una rancorosa battaglia, iniziata nelle aule di giustizia e conclusasi in una rovente resa dei conti a livello politico nazionale.

Brett Kavanaugh eletto alla Corte Suprema
La seduta del Senato USA è stata ripetutamente interrotta all’urlo della femministe “vergogna, vergogna”.
Kavanaugh è stato nominato dal Presidente Donald Trump, nello scorso mese di luglio, per compensare il pensionamento del moderato e stimato giudice Anthony Kennedy. Il procedimento di nomina è stato, presto, interrotto dalla sua messa in stato d’accusa a seguito della denuncia di Christine Blasey Ford, 51 anni, psichiatra ricercatrice ed insegnante universitaria nel Nord della California.

Brett Kavanaugh, e Donal Trump
La Corte Suprema ha, ora, dopo circa trent’anni, raggiunto una longeva maggioranza conservatrice al suo interno, potendo, di conseguenza, vista la giovane età degli ultimi eletti repubblicani, condizionare il processo legislativo nazionale per alcuni decenni.
Sotto il profilo politico si configura un ulteriore successo che si aggiunge ad altri conseguiti dall’amministrazione Trump: il successo internazionale nell’annoso problema con Kim Jong-un , la sigla del vantaggioso accordo commerciale con il Canada ed il Messico ed il raggiungimento del più basso tasso di disoccupazione, il 3,7 %, dal 1969 ad oggi .
Sullo sfondo delle elezioni americane di medio-termine a novembre, nelle quali è in gioco il controllo del Congresso USA, la vittoria politica di Trump, secondaria alla conferma di Kavanaugh, potrebbe attribuire ulteriori opportunità di riuscita elettorale sufficiente a mantenere la maggioranza al Senato, anche se esigua com’è adesso.
Nella campagna elettorale per le elezioni di novembre prossimo, i democratici avranno meno argomenti da evidenziare. Risalteranno le disuguaglianze nella popolazione a causa del taglio delle tasse, l’aumento del debito pubblico e l’elevato livello di tensione nei vari teatri di crisi internazionale.
Se nel frattempo il Partito democratico non risalirà nei sondaggi, il raggiungimento della maggioranza al Congresso diventerà una sorta di “mission impossible”.
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