Stati Uniti, per i repubblicani l’impeachment è la nuova “caccia alle streghe” contro Trump

Washington. Tutto è nato da una telefonata del 25 luglio scorso tra Donald Trump, Presidente degli USA e Volodymyr Zelensky, Presidente dell’Ucraina.

Il Presidente ucraino Zelensky

Una trascrizione incerta e dal contenuto approssimativo, mostrerebbero Trump mentre preme su Zelinsky al fine di avviare un’indagine sugli interessi commerciali di Joe Biden, ex vicepresidente di Barak Obama (ed il figlio Hunter) in Ucraina.

Nulla di rilevante se, tuttavia, Biden non fosse anche lo sfidante più accreditato di Trump nella fase attuale di corsa alla “nomination“democratica, in vista delle elezioni presidenziali americane del 2020.

In pratica, Trump sarebbe accusato di aver abusato dei suoi poteri (per altro in intelligenza con una potenza straniera) per incrementare in modo illegale le proprie possibilità di rielezione.

Il Presidente Trump

Molte notizie relative a questa telefonata ed al nome del denunciante sono ancora coperte da riservatezza privata ed istituzionale.

La chiamata arrivò a Zelensky poco dopo che Trump aveva bloccato il finanziamento di circa 391 milioni di dollari in aiuti militari in Ucraina.

Fin dai primi momenti il Presidente ucraino ha negato ogni interpretazione dell’accusa verso Trump.

La diatriba politica si è accesa fino a rendere tali accuse come incompatibili con la permanenza di The Donald sulla poltrona della sala ovale della Casa Bianca.

Nel glossario giuridico della legislazione USA la procedura di accusa al Presidente USA (o verso qualsiasi funzionario di Stato) si definisce “impeachment”.

Dapprima occorre avviarla sottoponendola all’approvazione della Camera dei Rappresentanti.

Nancy Pelosi, speaker della Camera dei Rappresentanti USA

Alcuni giorni fa, i Democratici, maggioritari in questa sede, hanno promosso alcuni articoli dell’impeachment rendendo obbligatorio analogo procedimento presso il Senato.

Per la quarta volta nella storia americana, inizia il processo di messa in stato d’accusa di Donald Trump, al termine del quale potrebbe essere rimosso dalla carica presidenziale.

L’intera vicenda entra in una fase completamente diversa, con la possibilità di apparizioni pubbliche dei vari protagonisti, anziché avere sedute segrete, e la chiamata palese di testimoni finora tenuti nel mistero.

Saranno disponibili tutti i documenti richiesti a garanzia di Rudy Giuliani, capo del gruppo di avvocati difensori di Trump.

Con la votazione a favore dello stato d’accusa dei giorni scorsi, sono state stabilite le regole dettagliate relative alle apparizioni televisive e la pubblicazione totale delle trascrizioni originali e non semplicemente origliate, fino ad oggi non pubblicate.

Non per ultimo, è resa operativa una commissione di intelligence che dovrà trasmettere alle parti i propri accertamenti d’indagine, oltre alla stesura di una relazione finale.

Fino ad ora, la Casa Bianca si è rifiutata di collaborare considerando il sistema illegittimo in quanto privo di tutte le garanzie di legge.

Questo è in sintesi il probabile scenario che Trump si troverà ad affrontare, sebbene il verdetto finale verrà deciso dal Senato, oggi a maggioranza repubblicana.

Le conseguenze del processo a Trump vanno oltre il risultato, legale o criminale che sia: per molto tempo lo scandalo ucraino, più che diventare accessibile alla pubblica opinione, sarà una costante bomba mediatica stante a dominare le tv mondiali ed USA per un intero anno, fino alla celebrazione delle elezioni presidenziali nel 2021.

Trump non starà a guardare: sull’intera procedura gravano numerose incertezze, come più volte persino l’autorevole Nancy Pelosi – parlamentare democratica, presidente della Camera e terza carica dello Stato – ha dovuto sottolineare all’esordio del procedimento d’impeachment.

Nel passato, l’ex presidente USA, Bill Clinton – posto in stato d’accusa per il caso Lewinsky nel 1998 – dopo aver superato il voto, vide la sua popolarità aumentare piuttosto che deprimersi.

Nel frattempo, potenti veleni cominciano a scorrere dai repubblicani, che accusano i democratici di aver costruito questa “caccia alle streghe” perché temono di non potere sconfiggere Trump alle urne.

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