BRESCIA. La strage di Piazza della Loggia ha interrogato alcune delle menti più lucide della filosofia italiana contemporanea, memori del detto hegeliano secondo il quale “la filosofia è il proprio tempo appreso nel pensiero”. Tra questi pensatori – oltre a Norberto Bobbio ed Emanuele Severino – un posto spetta a Mario Cassa, che all’interpretazione di quell’evento ha dedicato vari scritti, tra cui il volume “La lezione del 28 maggio. Sulla strage di Piazza della Loggia”.

Se Bobbio e Severino si sono soffermati sul significato della strage dal punto di vista della politica interna e delle relazioni internazionali, Cassa dà conto dell’utopia delle vittime. Un’utopia “che le istituzioni, gli uffici, gli strumenti dell’amministrazione e dell’ordine pubblico diventassero autentici, diretti strumenti della volontà popolare” da lui letta come il meglio del retaggio cristiano-marxista intrinseco alle speranze dei giovani in rivolta dal 1968.

Per lui, infatti, quella mattina in Piazza ad essere uccise furono le speranze di un’ultima generazione “non ancora rassegnata a consegnare il significato della vita privata e pubblica nelle mani onnipotenti, dei governatori del mercato”.
Su Mario Cassa:
Mario Cassa (1920-2015) ha insegnato Storia e Filosofia al Liceo classico Arnaldo di Brescia e Storia della filosofia all’Università di Verona. Studioso della filosofia classica tedesca, è stato tra i più originali interpreti della relazione tra cristianesimo e marxismo. Tra le sue opere ricordiamo: Ragione dialettica-prassi marxista-profezia cristiana (1966); Lettura dell’Enciclica “Populorum Progressio” (1967); Il Manifesto del Partito Comunista. Guida alla lettura dell’intero Marx (1974); Nietzsche e la negazione del nichilismo (1981); Dell’antichissima e nuova immutabile sapienza (1990); La sapienza di Goethe (1991); La luma nella stalla. Omaggio a Giuseppe Tonna (1994); Il primato della ragione. Antologia degli scritti (2007).
Mario Cassa: La lezione del 28 maggio . Sulla strage di Piazza della Loggia.Editrice Morcelliana
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