Sudan: è emergenza sanitaria in tutto il Paese. Molti gli ospedali bombardati. Aggredito nella sua residenza di Khartoum l’ambasciatore UE

KHARTOUM. In un tweet l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrel, ha scritto che “l’ambasciatore dell’UE, Aidan O’Hara, in Sudan è stato aggredito nella sua stessa residenza”.

L’ambasciatore O’Hara

Borrel ha inoltre aggiunto che “un simile attacco costituisce una grave violazione della Convenzione di Vienna”. (CONVENZIONE DI VIENNA)

“La sicurezza delle sedi e del personale diplomatico – ha aggiunto – è una responsabilità primaria delle autorità sudanesi e un obbligo ai sensi del diritto internazionale, ha aggiunto.

Ieri, il Ministero degli Esteri sudanese ha rilasciato una dichiarazione nella quale ha affermaro che il Comandante in capo delle Forze Armate, Generale Abdel Fattah al-Burhan, ha sciolto l’RSF, dichiarandola una forza ribelle contro lo Stato.

Il Generale Abdel Fattah al-Burhane

Il Ministero ha, inoltre, annunciato nuove misure per salvaguardare le abitazioni dei diplomatici stranieri a Khartoum.

Da parte sua, i paramilitari della RSF, in un comunicato di oggi negano qualsiasi coinvolgimento nel saccheggio della residenza dell’ambasciatore dell’UE.

L’RSF ha affermato che le persone che indossavano le loro uniformi hanno tentato di infiltrarsi nei loro ranghi e attraversare le aree sotto il loro controllo.

“I golpisti e i loro alleati gruppi islamisti terroristici – hanno sostenuto quelli delle RSF – hanno compiuto numerosi crimini brutali contro persone innocenti, compreso l’attacco ingiustificato nei locali delle missioni diplomatiche, come la residenza dell’ambasciatore dell’Unione europea a Khartoum”.

Inoltre, secondo quanto riferito da Al-Arabiya TV che ha citato fonti USA le RSF hanno aperto il fuoco su un veicolo blindato appartenente all’Ambasciata degli Stati Uniti a Khartoum.

Il segretario di Stato americano Antony Blinken, lo ha confemato. Fortunatamente non ci sono stati feriti.

Il Segretario di Stato USA Antony Blinken

Intanto, dal sindacato dei medici sudanesi 16 ospedali a Khartoum e in altre città in tutto il Paese non possono operare. Alcuni di essi sono stati bombardati.

I nosocomi in questione sono quelli di Al-Shaab, Ibn Sina, Bashaer e Bahri. Colpito anche l’ospedale turco.

Diversi ospedali sono stati evacuati.

Morti in strada a Khartoum

Secondo i dati finora forniti, da sabato, giorno dello scoppio degli scontri tra le Forze Armate sudanesi e le Forze di supporto rapido (RSF) sono morte 180 persone, Altre 1800 sono rimaste ferite.

La situazione rende anche difficile seppellire i morti, il che potrebbe portare a un disastro ambientale.

Gli ospedali stanno affrontando una grave carenza di personale medico, anestesisti e forniture, tra cui acqua, cibo e carburante per i generatori.

Il Royal Care Hospital potrebbe chiudere a causa della carenza di risorse e l’Ibrahim Malik Hospital è interessato dall’interruzione del combustibile del generatore, mentre l’ospedale Al-Faisal deve affrontare una carenza d’acqua.

Per i medici sudanesi tutto questo non ha precedenti e potrebbe portare al collasso dell’intero settore sanitario.

Il Karima Teaching Hospital nel Nord del Paese ha poco personale medico e scarse forniture di  acqua, cibo e medicine.

Inoltre, anche gli ospedali El-Geneina, El-Daman, quello Merowe e l’ospedale specialistico Al-Daman sono stati evacuati o chiusi.

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