Taiwan: gli aerei di Pechino continuano a violare lo spazio aereo del Paese

Di Fabrizio Scarinci

Taipei. Mentre in Europa infuria il conflitto russo-ucraino, dall’altra parte del mondo gli aerei da combattimento cinesi continuano a violare lo spazio aereo di Taiwan.

Proprio nella giornata di ieri, infatti, secondo il Ministero della Difesa di Taipei, ben 13 velivoli della Repubblica Popolare, tra cui 7 caccia J 10, 5 multiruolo J 16 e uno Shaanxi Y8 (quadrimotore turboelica concepito per il trasporto di truppe e materiali ma di cui esistono anche varianti dedicate allo spionaggio elettronico), sarebbero penetrati all’interno della Zona di Identificazione della Difesa Aerea del Paese.

Un caccia J10 della People Liberation Army Air Force in fase di decollo

Come noto, episodi di questo tipo si verificano ormai piuttosto spesso nei cieli dell’isola. Solo lo scorso 23 gennaio, ad esempio, la PLAAF (People Liberation Army Air Force) avrebbe compiuto un’altra incursione utilizzando addirittura 39 velivoli, che si aggiunge alle svariate altre violazioni poste in essere da Pechino negli ultimi mesi del 2021.

In genere, sebbene il fatto che i cinesi considerino Taiwan una sorta di provincia ribelle ed ambiscano ad impossessarsene anche al fine di trasformarla da potenziale ostacolo a trampolino di lancio per le proprie ambizioni marittime a lungo raggio non sia certo una novità, la maggior parte degli analisti tende a considerare tali azioni più come delle semplici provocazioni che come il preludio di un vero e proprio attacco su vasta scala.

Del resto, proprio in quanto ostacolo all’espansione marittima di Pechino, l’isola è considerata come uno dei luoghi strategicamente più importanti del pianeta anche da parte degli americani, i quali ritengono che la sua indipendenza “de facto” sia così decisiva per la loro sicurezza e quella dei loro alleati da valere addirittura il rischio di un confronto militare diretto con la Cina.

Ciononostante, però, anche in considerazione del possibile incancrenirsi della crisi ucraina, ci si chiede se nel prossimo futuro la Repubblica Popolare non intenda approfittare della rinnovata attenzione di Washington per il teatro europeo allo scopo di perseguire con maggiore decisione il suo progetto di espandere la propria “sfera d’influenza” nell’ambito della cosiddetta regione indo-pacifica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Autore