Firenze. La tecnologia in supporto agli sminatori. Un robot contro le mine antiuomo, per individuare in sicurezza gli ordigni ed evitare che rimangono una minaccia per la popolazione civile anche quando i conflitti sono conclusi è stato messo a punto da un gruppo di ricerca dell’Università di Firenze coordinato da Lorenzo Capineri, partner di un programma della NATO.

L’attiività di uno sminatore
Il robot è dotato di radar olografici e di sensori per il rilievo del terreno che consentono di rintracciare gli ordigni senza mettere a rischio gli operatori.
La presentazione avverrà, mercoledì, nella Scuola di Ingegneria a Firenze in occasione dell’Advanced Research Workshop on Explosive Detection, organizzato nell’ambito del programma Science for Peace and Security dell’Alleanza atlantica.
L’Ateneo fiorentino spiega che nel 2015 il team dell’Università è stato scelto dall’organizzazione internazionale come partner del programma che promuove il dialogo e la cooperazione internazionale sulla base della ricerca scientifica, dell’innovazione tecnologica e dello scambio di conoscenze.
L’obiettivo è quello di sviluppare nuove tecnologie elettroniche utili a rendere più efficiente e sicura la rilevazione di ordigni esplosivi durante le azioni di sminamento umanitario. I radar olografici ideati dai ricercatori dell’Università fiorentina sono in grado di ottenere immagini ad alta risoluzione di oggetti sotterrati, rilevandone in modo veloce e accurato dimensioni e forma. Essendo montati sul robot, eliminano i rischi all’incolumità degli operatori addetti allo sminamento e riescono a lavorare in condizioni ambientali complesse e con maggiore produttività.
Il convegno proseguirà anche giovedì e sarà l’occasione per presentare i più recenti sviluppi della ricerca nel campo della rivelazione di ordigni sepolti. Alla giornata inaugurale prenderanno parte Luigi Dei, Rettore dell’Università di Firenze e Robert Weaver, responsabile della Emerging Security Challenges Division della NATO.
© RIPRODUZIONE RISERVATA