Terni: raccolta tecnica del PMAL, la realizzazione di un Polo museale potrebbe interessare la Difesa per aumentare l’offerta culturale in città. Nulla da invidiare all’Imperial War Museum

Di Marco Petrelli

TERNI (nostro servizio particolare). Fra qualche tempo la vicenda del Museo delle Armi di Terni entrerà nel folklore cittadino. Primo, perché il Museo esiste solo sulla carta (anzi, neanche su quella), secondo perché se ne è parlato talmente a lungo che forse una parte della cittadinanza è convinta che esso esista.

Una sala del Museo di Terni

Ultimo ad affrontare la decennale questione del Museo è Giuseppe Magroni, storico cronista locale, per anni al Corriere dell’Umbria che, sul finire degli anni ’90, ha iniziato a seguire le alterne vicende del “Museo delle Armi”. E che ne ha offerto una sintesi affidandosi a Facebook.

Scrive Magroni che, durante la seconda giunta Ciaurro, il Comune di Terni acquisì dal Ministero della Difesa i locali dell’ex Scuola Armaioli del PMAL (Polo Mantenimento Armi Leggere, noto in città come ex Fabbrica d’Armi) per destinarli a Polo museale.

I lavori di restauro iniziarono per poi interrompersi con la fine dell’amministrazione di centro-destra. Sotto le giunte successive, Raffelli e Di Girolamo (centro-sinistra) poi, negli ultimi anni, con la giunta Lega, la cosa restò lì.

A onor di cronaca, l’amministrazione leghista di Leonardo Latini conferì la cittadinanza onoraria al Polo cosa che, forse, sarebbe potuta essere un primo passo verso un nuovo progetto. Passo subito sbarrato da una cecità strategica  politica che ha impedito a Latini di ricandidarsi, consegnando la città ad Alternativa Popolare.

“Colpevolmente la giunta Raffaelli perse l’occasione di chiedere finanziamenti attingendo dai fondi governativi per i 150 anni dell’Unità d’Italia e per i 100 anni dalla Grande Guerra. Nessuno da Palazzo Spada (sede del Comune, Ndr) presentò un progetto per il Museo delle armi. Negligenza, opposizione ideologica perché le armi sono considerate una roba di destra? Fatto sta che nessuno allora chiese finanziamenti per fare di quel padiglione abbandonato un museo nazionale delle armi”, scrive Giuseppe Magroni.

Qualche spiraglio di luce sul decennale progetto potrebbe però arrivare dall’amministrazione Bandecchi. Lo scorso novembre, in occasione di un incontro con il direttore del PMAL Generale Francesco Nasca, il presidente del Consiglio Comunale Sara Francescangeli ha infatti affermato che “il Polo è per la città di Terni un valore occupazionale, storico e culturale per il quale l’Amministrazione comunale nutre un notevole interesse” commentando inoltre la ricca raccolta tecnica come “un patrimonio di notevole pregio per il quale auspichiamo che si possa procedere quanto prima alla musealizzazione”.

Musealizzare permetterebbe a Terni di disporre di un tesoro di valore inestimabile: quasi 3 mila pezzi, tutti perfettamente manutenuti e funzionanti, dagli archibugi alle più moderne armi da fuoco.

Compresi pezzi che manderebbero in tilt i collezionisti, quali la Pfennì Colibrì, la pistola più piccola del mondo ed armi artigianali, sequestrate ad organizzazioni criminali, ricavate da tubi idraulici.

Tesoro che, inutile dirlo, rappresenterebbe anche un volano turistico ed economico per la città:

“Con il materiale nei depositi di Viale Brin si può costruire un Museo nazionale, delle armi e della storia d’Italia, che non avrebbe nulla da invidiare all’Imperial War Museum di Londra” continua Magroni.

 

L’entrata dell’Imperial War Museum

Nel lungo post, il giornalista riporta le incoraggianti parole di Pietro Nicoli, presidente dell’Associazione Museo delle Armi di Terni, secondo il quale il Polo museale potrebbe avere un ingresso autonomo (evitando dunque di passare dalla carraia della caserma), con sale tematiche dedicate all’eroe locale e soldato più decorato d’Italia, il Generale Elia Rossi Passavanti, con uniformi dei pluridecorati ternani delle due Guerre mondiali ed un altro dedicato al Fucile ’91 e a quella storia che, ai locali, raccontano sin da piccoli: il ’91 che colpì ed uccise JFK a Dallas apparteneva ad un lotto di ex ordinanza prodotti a Terni.

Il Generale Elia Rossi Passavanti

Promesse e buone intenzioni non sembrano convincere Giuseppe Magroni, in primo luogo per via delle spese che, citando Nicoli, il giornalista fa ammontare a circa 8 milioni di euro. Ma… “Io, che da giornalista ho seguito per 30 anni la gestazione del Museo, penso che tutte queste criticità siano oggi insormontabili e che, almeno per i prossimi decenni, questo non vedrà la luce”.

Ecco allora l’idea del cronista: “Il Museo lo realizzi e lo gestisca direttamente il Ministero della Difesa. Faccia di Terni uno dei tanti Musei nazionali della guerra sparsi nel territorio, gestiti direttamente dal Ministero o dall’Esercito”.

Un successo garantito, secondo Magroni: A visitare questo Museo non verrebbero solo turisti ma appassionati da tutto il mondo, che poi stazionerebbero in città pernottando nei suoi alberghi e cenando nei suoi ristoranti. Terni è stata bombardata e devastata proprio a causa dell’allora Fabbrica d’armi e dell’Acciaieria che al tempo produceva soprattutto materiale bellico”.

Per la cronaca, il Polo Mantenimento Armi Leggere non produce armi. La fabbrica bellica si è fermata nel 1945.

Oggi il PMAL, dipendente dal Comando Logistico Esercito, ha lo scopo di manutenere le armi delle Forze Armate e dei Corpi armati dello Stato.

La raccolta tecnica c’è, è ben conservata e visitabile seppure con modalità molto diverse da quelle di un Museo vero e proprio. Infatti, si tratta pur sempre di entrare in una istallazione militare la cui funzione principale, peraltro, non è accogliere turisti e visitatori.

Non sappiamo se la proposta di Magroni sia concretizzabile.

Tuttavia, considerato l’elevato valore storico-culturale della raccolta tecnica (il cui pregio è stato accresciuto dalla maestria di generazioni di maestranze) non ci è sembrato sbagliato condividere l’idea con i lettori. E siamo pronti altresì a dare spazio a chiunque voglia esprimere un parere o fornire una replica alla proposta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Autore