Terrorismo islamico: a Parigi ieri vertice organizzato dal Presidente francese Macron. Gli italiani, un popolo dalla memoria debole

Di Vincenzo Santo*

Parigi. Ieri pomeriggio, è giunta notizia, si è svolta all’Eliseo una riunione ristretta.

Vi hanno partecipato, con tanto di invito di Macron, il premier austriaco, Kurz, la Merkel, quale presidente di turno dell’UE, la Von der Leyen e Michel, rappresentanti degli organismi europei, e il premier olandese, Rutte.

Il Presidente francese Emmanuel Macron

Mentre per gli altri se ne comprende la ragione, per via del ruolo, appare inspiegabile la presenza olandese. Forse che Rutte fosse passato a chiedere dello zucchero?

Riunione carbonara? No, queste riunioni non cascano dal nulla. Ci si lavora da tempo, anche breve, e non certamente in una sfera di segretezza. Quindi, non lo credo.

Dopo i fatti di Nizza e Vienna, Macron sta accelerando per costituire un fronte forte contro l’estremismo e terrorismo islamico che evidentemente trova terreno facile anche per via della porosità dei confini europei.

Il recente attacco a Nizza

Una responsabilità che vede l’Italia in primo piano. Colpevoli perché incerti su come porci nei confronti dell’immigrazione irregolare. Non nascondiamocelo, per anni abbiamo fatto i furbi nel far entrare chiunque “tanto poi se ne vanno altrove”.

E, guarda caso, l’attentatore di Nizza è passato dallo Stivale così come si ricorderà uno degli attentatori del Bataclan fuggiva attraverso l’Italia.

I morti dell’attentato del Bataclan

Quindi siamo un posto dove non solo alberga il mito dell’accoglienza sfrenata, indisciplinata e a buon mercato.

Ma anche un business per l’industria dell’accoglienza. In aggiunta, cosa da non trascurare, un facile corridoio verso ventre europeo. Fin troppo facile.

Eppure, noi, ieri eravamo assenti. Italia inutile e irrilevante, come qualche commentatore ha appuntato?

No, è molti peggio. Intanto, avremmo dovuto farne parte proprio per quel messaggio lanciato da Macron per il quale occorre rivedere Schengen, non tanto per contrastare l’immigrazione illegale attraverso il Mediterraneo, bontà sua, ma per contrastare l’ingresso di terroristi a nord di Alpi, Pirenei e Carpazi.

Un approccio che la direbbe lunga su dove lui creda che una nuova cortina debba essere stesa.

Quindi, non chiudere tanto i confini tra Europa e Africa/Medio Oriente, quanto tra Mitteleuropa ed Europa meridionale.

E ciò decisamente con il beneplacito della nostra consistente pattuglia “progressista” a Bruxelles.

E, infatti, è francamente chiaro perché mancassero gli altri punti di ingresso dell’immigrazione, come Grecia e Spagna.

Ma anche il Portogallo, che sostituirà Berlino nella presidenza di turno dell’UE dal gennaio prossimo.

L’Italia però ha un peso maggiore di questi altri coinquilini europei ed è la seconda potenza industriale d’Europa.

Oltre ad essere, senza ombra di dubbio, la principale e più immediata via d’accesso dell’immigrazione del Nord Africa.

Sempre caldo il tema dell’immigrazione

Gli spagnoli menano e sparano! Dall’altra parte, dopo la Grecia, c’è tutta una serie di confini balcanici che rallentano e impediscono un agevole passaggio.

Insomma, noi non potevamo mancare. Il fatto è grave!

Perché allora non c’eravamo? Io temo che questi incontri vengano disertati nella convinzione di far credere che “noi siamo estranei” al cosiddetto fronte antijihadista, antislamico, al giro di vite che Macron intende attuare.

Siamo dei “pavidi”. Stiamo facendo l’occhiolino a Erdogan, che importanti responsabilità morali ha sui fatti di Vienna e Nizza, credendo di cavarcela a buon mercato. Sarà Macron un po’ arrabbiato con noi per questa ragione? Non gli do torto!

Ora, francamente, io mi chiedo che razza di gente guidi la nostra politica estera.

Sulla nullità di chi guida il Dicastero non ho dubbio alcuno. Ma inizio a dubitare dell’intero entourage “diplomatico”.

Domanda: è lo stesso gruppo di persone che io ritengo abbia frenato un pur possibile intervento della nostra Marina contro i manigoldi di Haftar che stavano sequestrando un nostro peschereccio, per poi spedire un disorientato Di Maio a inginocchiarsi negli Emirati Arabi Uniti, affinché intercedano sullo stesso Haftar per la liberazione dei nostri pescatori?

Sono questi i nostri geni dell’arte diplomatica? Se la risposta è affermativa, allora, cari italiani finiamola di piagnucolare perché in ambito internazionale riteniamo di non venire considerati.

È sempre e solo colpa nostra se nazioni economicamente e demograficamente molto molto meno significanti di noi (Olanda e Austria in questo caso) hanno un peso maggiore del nostro a Bruxelles.

E se un Macron ci ritenga pericolosi conniventi con il terrorismo islamico. Colpa nostra!

Ce ne ricorderemo almeno alle prossime elezioni per almeno far sedere qualcuno con maggiore senso di responsabilità e cognizione di causa sulle poltrone decisionali?

Temo di no, siamo un popolo che dimentica, purtroppo. Ci hanno fatto diventare la memoria debole.

Generale di Corpo d’Armata (Ris) dell’Esercito

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