Terrorismo, le mosse di Trump in Siria ed Iraq

Washington. L’amministrazione Trump viaggia rapidamente nella lotta al terrorismo, almeno a giudicare dalle mosse dei suoi generali. Il 29 gennaio il presidente Usa ordinò ai suoi di predisporre un piano strategico contro l’ISIS. Il mese successivo fu sul tavolo da lavoro di Trump il 28 febbraio.

Ieri, Washington ha annunciato che delle sue unità presenti in Iraq stavano partecipando alla riconquista di Mosul, la seconda città più grande del Paese. Ma un bombardamento aereo dell’Aeronautica americana ha provocato la morte tra i 100 ed i 200 civili. Un’azione che ha provocato molte proteste.

Finora la strategia americana era quella di addestrare soldati iracheni, lanciare operazioni di commandos e bombardare con missili terra-terra.

Marines in Iraq.

Ma ora sembra che Trump voglia cambiare strategia e passare all’applicazione di una maggiore pressione sull’ISIS da differenti fronti. Vuole attaccare Mosul (Est) e Raqqa (Ovest), usando truppe statunitensi.

Se questa strategia che Casa Bianca e Pentagono avrebbero messo su potrebbe aumentare, nei prossimi mesi, l’offensiva contro i miliziani dell’ISIS, una volta che si scatenerà l’offensiva su Raqqa, una città che i miliziani hanno reso un fortino, con tunnel che sarebbero per loro un mezzo di fuga. L’ISIS vuole prolungare la guerra difendendosi a Raqqa.

Trump starebbe poi lavorando ad una maggiore flessibilità di norme che devono essere applicate per gli operatori delle Forze speciali impegnati in Somalia, dove almeno 300 militari statunitensi combattono contro l’altro gruppo terrorista Al Shabab, affiliato ad Al Qaeda.

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