Trump aumenta le spese militari. La protesta di 120 ex generali ed ex ammiragli

Washington. Cinquantaquattro miliardi di dollari per le spese della difesa. Il presidente Usa, Donald Trump ha deciso di investire una bella fetta del bilancio pubblico per una corsa agli armamenti, nel pieno stile di Guerra fredda. Saranno tagliati, di contro, tutti gli interventi legati al welfare, figli dell’amministrazione Obama.

Donald Trump in un comizio su una nave della Marina militare Usa.

La proposta di Trump è di investire 638 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2018. Si tratta di una cifra molto inferiore a quella del suo predecessore. Una cifra simile (681 miliardi di dollari) fu investita nel 2012, mentre nel 2010 per il settore furono investiti 721 miliardi di dollari.

Nel 2012, Obama era al potere da tre anni. I soldati americani erano impantanati in Afghanistan ed Iraq, con decine di migliaia di truppe dislocate sui terreni.

Paracadutista americano impegnato in un’esercitazione.

Oggi, gli Stati Uniti hanno un contingente inferiore in Afghanistan e la presenza in Iraq e in Siria si limita a fornire centinaia di consiglieri militari.

L’aumento di 54 miliardi di dollari di spese militari presuppone una crescita del 9.2% rispetto all’anno fiscale 2017. E’ il maggiore aumento dal 2008 (11,3%), l’ultimo anno della presidenza di Bush.

L’obiettivo non è solo politico-militare ma soprattutto economico e produttivo. “Chi costruirà aerei e navi?”, si è domandato Trump. Risposta: “Lavoratori americani”, la risposta.

Ma le scelte presidenziali non sono affatto piaciute a 120 tra ex generali ed ex ammiragli, tra cuil’ex direttore della CIA, David Petraeus. In una lettera inviata ai leader del Congresso e ai principali responsabili dei Dipartimenti, i militari in pensione lancia l’allarme sul rischio di ridurre le spese per la parte diplomatica e della cooperazione che essa mette in atto.

Per gli ex generali ed ammiragli, il servizio diplomatico e le sue agenzie che si occupano di cooperazione internazionale “sono assolutamente necessarie per mantenere l’ordine e la pace, come Usaid” (https://www.usaid.gov.)

Si tratta di “critiche – scrivono ancora nella lettera al mondo della politica – per prevenire il conflitto e ridurre la necessità di inviare nostri uomini e nostre donne al fronte”.

Pronta anche la risposta di Mosca. All’agenzia di stampa russa Interfax, Leonid Slutsky, capo della Commissione Esteri della Duma, il Parlamento della Federazione russa, ha detto che le parole di Trump, per ora “sono retorica pura”. Ma se budget militare Usa dovesse essere aumentato, allora il ministro degli Esteri russo reagirà e la Duma lo appoggerà.

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