Trump e Xi: tregua di convenienza tra rivalità e necessità

Di Giuseppe Gagliano*
Dopo mesi di tensione e minacce incrociate, Stati Uniti e Cina hanno trovato un terreno d’intesa che segna una pausa nella lunga guerra economica iniziata anni fa. Donald Trump e Xi Jinping hanno concordato un pacchetto di misure che, pur non risolvendo le divergenze strutturali tra le due potenze, introduce una tregua tattica in un momento in cui entrambi i Paesi hanno bisogno di respiro economico e consenso interno.
L’accordo è vasto: tocca risorse strategiche, commercio agricolo, industria delle tecnologie e perfino la lotta al narcotraffico. Ma la chiave di lettura più profonda è geopolitica. Dietro la cortina di annunci tecnici si cela un riequilibrio temporaneo dei rapporti di forza, in cui Pechino cerca di alleggerire la pressione americana sul fronte industriale e Washington tenta di frenare il riallineamento sino-russo in corso.
Un incontro bilaterale tra Usa e Cina, con i presidenti Trump e Xi Jinping
Materie prime e controllo tecnologico: una tregua fragile
La Cina si impegna a sospendere i controlli più rigidi sull’esportazione di terre rare e di minerali strategici come gallio, germanio, antimonio e grafite. È una concessione rilevante, perché queste risorse sono indispensabili per i semiconduttori, la difesa e l’elettronica di punta. Per mesi Pechino aveva usato la leva delle esportazioni come strumento di pressione, ma il rallentamento economico interno e la fuga di investimenti hanno reso necessaria una distensione.
Washington, dal canto suo, riduce di dieci punti percentuali le tariffe sui prodotti cinesi, portando il dazio medio dal 57% al 47%. Non è un gesto di apertura ideologica, ma una misura per calmare i mercati e contenere l’inflazione industriale, aggravata dalle restrizioni commerciali. Gli Stati Uniti sospendono inoltre per un anno l’estensione della Entity List, l’elenco nero delle imprese cinesi penalizzate nell’accesso alla tecnologia americana.
Si tratta di una tregua parziale, più politica che economica. Le due potenze non smettono di diffidarsi: gli Stati Uniti restano convinti che la Cina voglia erodere la supremazia tecnologica occidentale; Pechino considera Washington un avversario che usa la tecnologia come arma geopolitica.
*Presidente Centro studi strategici (Cestudec)
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