Di Giuseppe Gagliano
KIEV. Le guerre in Ucraina non sono un semplice conflitto territoriale, ma un groviglio feroce di scontri armati, tracolli economici e scossoni geopolitici.

L’assalto russo del 24 febbraio 2022 non è piombato dal nulla: è l’ennesimo atto di una partita iniziata anni prima, con radici che affondano in tensioni mai risolte e interessi contrapposti.
Il diritto internazionale come arma a doppio taglio
In questo caos, il diritto internazionale diventa un pretesto, piegato a convenienza da tutti.
L’Occidente punta il dito contro Mosca, accusandola di calpestare la sovranità ucraina.
La Russia ribatte, dipingendo l’invasione come un intervento per salvare i russofoni del Donbass da un’ostilità strisciante.

Gli Accordi di Minsk, benedetti da Parigi e Berlino, dovevano essere la chiave per placare il conflitto nella regione orientale: un compromesso sulla carta, un fallimento nella realtà.
La loro implosione ha alimentato la narrativa del Cremlino: l’Occidente non vuole pace, solo supremazia. E poi c’è l’accordo di Istanbul, marzo 2022: neutralità ucraina in cambio di un ritiro russo.
Sembrava una via d’uscita, ma Londra e Washington l’hanno affossato, temendo che una tregua premiasse troppo Putin e indebolisse i loro piani.
Missili ipersonici e cieli contesi
La tecnologia decide chi vince e chi sopravvive.
La NATO sfoggia i suoi gioielli, ma la Russia risponde con micidiali assi nella manica: missili ipersonici come Avangard, Kinzhal e Poseidon, capaci di bucare le difese occidentali come carta velina.
Un episodio cruciale? Novembre 2024, quando un attacco convenzionale russo ha raso al suolo lo stabilimento Iouzhmash a Dnipropetrovsk, cuore dell’industria bellica ucraina.
Nessun sistema di Kiev ha potuto fermarlo. Un messaggio chiaro: Mosca domina i cieli, e la NATO, pur con tutta la sua potenza, non osa rispondere per paura di un’escalation nucleare che nessuno vuole nominare.
Droni: la morte arriva silenziosa
La guerra moderna ha un nuovo re: il drone. L’Ucraina ha trasformato il Babayaga, nato per irrorare campi, in un killer volante.
La Russia ha risposto con i Kolibri, stormi di droni guidati dall’intelligenza artificiale, precisi e letali. Non si limitano a spiare o colpire: dirigono l’artiglieria con una precisione che spaventa.
Le trincee, i carri armati, i vecchi manuali di strategia? Spazzatura del passato. Oggi il campo di battaglia è un panopticon: ogni soldato è un bersaglio, ogni passo un rischio.
Spie, satelliti e giochi nell’ombra
L’Occidente non si limita a spedire armi: la CIA ha piazzato almeno 12 basi segrete lungo il confine russo, orchestrando mosse e contromosse per Kiev.
Ma il controllo è scivoloso.
Le infiltrazioni russe hanno seminato caos, con sabotaggi e assassinii mirati che hanno decapitato pezzi dell’intelligence ucraina.
Poi c’è Starlink, il gioiello di Elon Musk: una rete satellitare che ha tenuto in piedi le comunicazioni ucraine, guidando droni e attacchi.
Ma Musk ha messo un freno: niente uso contro le basi navali russe. Un miliardario che decide il corso di una guerra: benvenuti nel 2025.
Sanzioni: il colpo che torna indietro
L’Occidente ha sguinzagliato un diluvio di sanzioni per piegare Mosca. Risultato? Un disastro per chi le ha lanciate. L’Europa annaspa con bollette alle stelle e fabbriche in crisi, mentre la Russia devia gas e grano verso i BRICS, rafforzando industrie e conti in banca.
L’attacco ai gasdotti Nord Stream, settembre 2022, è stato un autogol: Germania e Francia contano i miliardi persi, gli USA e la Norvegia brindano vendendo gas liquefatto a peso d’oro.
Il rapporto Draghi, settembre 2024, è una sentenza: in potere d’acquisto, l’economia russa ha sorpassato quella di Berlino e Parigi. L’UE, ostinata, si è infilata da sola in un vicolo cieco.
BRICS: l’alba di un mondo nuovo
La guerra ucraina ha fatto da levatrice a un ordine globale multipolare. I BRICS non stanno a guardare: al forum di Kazan del 2024 hanno lanciato un sistema di pagamenti via blockchain, svincolandosi dal dollaro e stringendo patti con le economie emergenti. L’Occidente trema, l’Europa si scopre fragile, senza una bussola per navigare questa tempesta.

Il verdetto
L’Ucraina ha smascherato l’arroganza dell’Occidente e le crepe di un’Europa senza visione.
La resistenza russa, sottovalutata, e l’ascesa dei BRICS hanno ribaltato il tavolo. Se l’UE non cambia rotta, pragmatica e veloce, finirà ai margini della storia, scavalcata da potenze che non chiedono permesso.
La guerra non è solo a est: è ovunque, e l’Europa sta perdendo senza nemmeno combattere.
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