Di Fabrizio Scarinci
RAMSTEIN (GERMANIA). Si è tenuta, oggi, presso la base aerea di Ramstein, in Germania, un’importante riunione del Gruppo di Contatto per la Difesa dell’Ucraina, di cui, come noto fanno parte ben 57 Stati.
Fisicamente presente all’incontro anche il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che, come previsto, è tornato a sollecitare il supporto dei propri partner.
Nello specifico, per quanto riguarda le forniture di materiale militare, egli avrebbe posto l’accento soprattutto sulla necessità di disporre di un maggior numero di caccia F-16, di missili per azioni offensive e di sistemi di difesa antiaerea, ricordando, tra le altre cose, come non tutti gli armamenti promessi nei mesi scorsi siano stati consegnati.
Per quanto riguarda, invece, le limitazioni poste all’utilizzo sul suolo russo dei sistemi caratterizzati da un maggior raggio d’azione, egli avrebbe chiesto la loro rimozione, esortando gli alleati occidentali a ignorare le “linee rosse” del Cremlino.
Stando alle sue parole, infatti, permettere alle forze ucraine di colpire obiettivi militari collocati in profondità nel territorio russo (cosa che, a dire il vero, avviene già, anche se con un livello di efficacia decisamente inferiore rispetto a quello che si potrebbe ottenere utilizzando armi occidentali) potrebbe costituire uno strumento di pressione in più allo scopo di incentivare Mosca ad intavolare delle trattative.
Nondimeno, di fronte a tale richiesta gli occidentali sembrerebbero, per lo più, inclini a mantenere un atteggiamento prudente; nello specifico, se Francia e Regno Unito vorrebbero dare l’ok, Germania, Italia e Stati Uniti (che pure sarebbero in procinto di fornire a Kiev i missili aviolanciati AGM-158 JASSM) non sarebbero d’accordo.
A perorare la causa di un più efficace supporto dell’Occidente nei confronti dell’Ucraina anche il Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg, che, da Oslo (dove ha incontrato il Primo ministro norvegese Jonas Gahr Støre proprio al fine di discutere degli aiuti in favore delle Forze Armate ucraine), ha ricordando come, dal punto di vista di Kiev, il conflitto stia attualmente prendendo una piega piuttosto difficile.
Tra i vari partner che, durante l’incontro (o in concomitanza con esso), hanno annunciato nuovi aiuti figurano il Regno Unito, che, tra le altre cose, dovrebbe fornire 650 missili leggeri multiuso del valore di 162 milioni di sterline, la Germania, che ha annunciato la consegna di 23 nuovi semoventi, l’Unione Europea, che, per bocca della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ha annunciato 40 milioni di euro in più, e gli Stati Uniti, che hanno annunciato un nuovo pacchetto di aiuti da 250 milioni dollari.
Quanto all’Italia, il ministro della Difesa Guido Crosetto (anche egli, ovviamente, presente all’incontro) ha ricordato come il sistema SAMP-T consegnato dal nostro Paese abbia consentito all’Ucraina di difendersi da molti attacchi missilistici.
Attacchi che – come ricordato dal ministro – hanno preso di mira soprattutto infrastrutture energetiche, scuole, ospedali e, quindi, la stessa popolazione civile.
In ragione di ciò, sempre stando a quanto affermato da Crosetto, l’impegno italiano dovrebbe essere valutato soprattutto per il suo contributo a far sì che la popolazione civile ucraina abbia potuto continuare a vivere.
“Quello su cui tutti siamo d’accordo – ha quindi aggiunto il ministro – è che dobbiamo fare in modo che questa guerra cessi e fin quando questo non accade dobbiamo fare in modo che i bambini, le donne, i cittadini ucraini non muoiano e il primo modo di farlo è quello di fermare i missili che ogni giorno cadono su obbiettivi civili”. “Tutte le nazioni europee e della NATO, compresa l’Italia, si sono prese in carico la formazione dei soldati ucraini. Noi lo abbiamo fatto in Italia e continueremo a farlo perché fa parte del modo con cui abbiamo deciso di aiutare. Ci siamo limitati, finora, ad alcune specialità, una è appunto l’utilizzo di sistemi di difesa aerea e vedremo nel prossimo periodo quali saranno le richieste che verranno e come potremo assolverle.
Dopo la riunione, Zelensky si è recato a Francoforte per un incontro bilaterale con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha ringraziato per l’assistenza fornita all’Ucraina dall’inizio dell’attacco russo, ponendo l’accento soprattutto sulle forniture di sistemi di difesa antiaerea.
Secondo quanto riportato, inoltre, il Presidente e il cancelliere avrebbero discusso anche dell’attuazione di una Formula di Pace in vista dei preparativi per il secondo Vertice internazionale sull’Ucraina (ricordiamo come il primo, tenutosi a giugno in Svizzera, non sembrerebbe aver sortito effetti significativi riguardo ad una ripresa dei negoziati).
Nondimeno, è assai probabile che anche quest’ultimo incontro sia stato dominato dalle questioni relative alla fornitura di un certo numero di sistemi missilistici d’attacco in profondità (e, nel caso specifico, dei missili da crociera Taurus KEPD 350, riguardo alla cessione dei quali il governo di Berlino non sembrerebbe mai stato troppo entusiasta) e, come spiegato pocanzi, a quella legata all’eliminazione delle restrizioni sugli attacchi territorio russo.
In seguito al bilaterale, Zelensky è poi volato al Forum Teha in corso a Cernobbio, dove, stando a quanto riportato nelle scorse ore dall’ANSA, avrebbe espresso particolare apprezzamento per l’aiuto offerto dall’Italia, specificando come il suo governo vedrebbe con favore il raggiungimento di un accordo con Mosca ma non a danno del proprio Paese.
© RIPRODUZIONE RISERVATA