Di Giuseppe Gagliano
KIEV. La scorsa settimana, un razzo Ariane 6 dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha illuminato il cielo sopra il Centro Spaziale della Guyana a Kourou, nella Guyana Francese, portando in orbita il satellite CSO-3,, un gioiello tecnologico della Direction Générale de l’Armement (DGA), l’Agenzia per gli armamenti del Governo francese.

I l satellite CSO-3,, un gioiello tecnologico della Direction Générale de l’Armement (DGA), l’Agenzia per gli armamenti del Governo francese (CSO © CNES)
Questo lancio, celebrato come un successo per l’industria spaziale europea, non è solo una conquista tecnica, ma anche un tassello cruciale in una nuova fase di cooperazione militare tra Francia e Ucraina.
Mentre gli Stati Uniti riducono la condivisione di dati di Intelligence con Kiev, Parigi si prepara a colmare il vuoto, offrendo all’intelligence militare ucraina (GUR) strumenti avanzati per le sue esigenze geospaziali.
CSO-3: un occhio ad altissima risoluzione sull’Ucraina
Il satellite CSO-3, terzo e ultimo della serie Composante Spatiale Optique (CSO), è stato progettato per fornire immagini ottiche ad altissima risoluzione, con una capacità di dettaglio fino a 35 centimetri, sia in 3D che nello spettro visibile e infrarosso.
Orbitando a circa 800 chilometri di altitudine in un’orbita eliosincrona, il satellite consente di monitorare la stessa area due volte al giorno, un miglioramento significativo rispetto alla copertura precedente.
Sviluppato da Airbus Defence and Space in collaborazione con Thales Alenia Space, che ha fornito lo strumento ottico, CSO-3 completa una costellazione iniziata nel 2010 per sostituire i satelliti Helios II e rafforzare le capacità di sorveglianza francese.
Il lancio, inizialmente previsto per dicembre 2024 e poi rinviato più volte per problemi tecnici e meteorologici, è avvenuto alle 17:24 CET del 6 marzo, dopo un ultimo intoppo risolto con la valvola del sistema di rifornimento.
Ora operativo, CSO-3 non servirà solo la Francia: Germania e Belgio, che hanno contribuito finanziariamente al progetto, avranno accesso ai dati, e l’Ucraina si candida a diventare un beneficiario chiave. Con la costellazione CSO al completo, la Francia può ora offrire un flusso continuo di immagini satellitari di alta qualità, essenziali per il monitoraggio del conflitto in corso.
Safran. AI: una piattaforma per l’intelligence ucraina
Parallelamente al lancio di CSO-3, un accordo siglato a febbraio scorso tra Parigi e Kiev sta portando la cooperazione a un livello superiore.
Safran. AI, il Centro di ricerca e tecnologia del Gruppo francese Safran, specializzato in soluzioni di intelligenza artificiale per aerospace e difesa, fornirà al GUR ucraino (l’Intelligence militare) na piattaforma di fusione dati.

Il simbolo del GUR ucraino
Questo sistema, basato su algoritmi di apprendimento profondo, è progettato per analizzare in tempo reale le immagini satellitari francesi, individuando e classificando oggetti come equipaggiamenti militari, infrastrutture o movimenti di truppe.
L’intesa arriva in un momento critico: gli Stati Uniti, storici fornitori di intelligence per l’Ucraina, hanno annunciato una sospensione parziale della condivisione di dati, con il direttore della CIA John Ratcliffe che il 5 marzo ha confermato un’interruzione temporanea del supporto offensivo, pur mantenendo un’assistenza difensiva.
Anticipando questa svolta, la Francia ha agito con rapidità, posizionandosi come un partner strategico per Kiev. Il flusso di immagini satellitari francesi è destinato ad aumentare grazie a CSO-3, e la piattaforma Safran.AI sarà fondamentale per trasformare questi dati grezzi in informazioni operative.
Una risposta europea al disimpegno americano
Il ridimensionamento del supporto statunitense, motivato da dinamiche interne all’Amministrazione Trump, ha spinto l’Europa a reagire. Il ministro della Difesa francese, Sébastien Lecornu, ha dichiarato a France 24 che Parigi è pronta a sostituire Washington nella fornitura di Intelligence, un impegno ribadito l’8 marzo in un’intervista a La Tribune. “La Francia non lascia i suoi alleati da soli”, ha sottolineato, evidenziando come il lancio di CSO-3 e la collaborazione con l’Ucraina siano parte di una strategia più ampia per potenziare l’autonomia europea in materia di difesa e sorveglianza.

Il ministro della Difesa francese, Sébastien Lecornu
Non si tratta solo di immagini satellitari.
La Francia sta anche accelerando la consegna di equipaggiamenti militari a Kiev – dai Mirage 2000 ai proiettili da 155 mm – e rafforzando la propria industria bellica, con aziende come Dassault Aviation e MBDA pronte a incrementare la produzione nei prossimi anni.
Intanto, il Regno Unito, con il premier Keir Starmer, sta lavorando a una “coalizione dei volenterosi” per sostenere l’Ucraina, un progetto che vede la Francia in prima linea.
Prospettive e interrogativi
L’ingresso della Francia come fornitore chiave di intelligence geospaziale apre nuove possibilità per l’Ucraina, ma non è privo di sfide.
La piattaforma Safran. AI, per quanto avanzata, non potrà eguagliare da sola il volume di dati precedentemente fornito dagli Stati Uniti, che si basavano su una rete di satelliti e sensori ben più ampia.
Inoltre, il Cremlino ha già reagito, con il portavoce Dmitry Peskov che minaccia ritorsioni legali per quello che Mosca considera un “furto” dei suoi asset congelati, usati per finanziare parte di questi aiuti.

Dmitry Peskov, portavoce di Putin
Sul piano tecnico, CSO-3 e la tecnologia di Safran.AI rappresentano un balzo in avanti: la capacità di operare giorno e notte, indipendentemente dalle condizioni meteo, e di integrare dati multi-sensore potrebbe dare all’Ucraina un vantaggio tattico decisivo.
Tuttavia, resta da vedere come Kiev riuscirà a sfruttare queste risorse in un conflitto che evolve rapidamente, e se la “coalizione dei volenterosi” europea riuscirà a consolidarsi come alternativa credibile al supporto americano.
Per ora, il lancio di CSO-3 e l’alleanza con Safran. AI segnano un punto di svolta: la Francia non solo rafforza la propria sovranità spaziale, ma si pone come pilastro di un’Europa che cerca di rispondere, unita, alle crisi del presente.
FOTO DI COPERTINA: CREDIT CSO © CNES
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