Ucraina: L’ombra cinese sull’ecosistema dei droni

Di Giuseppe Gagliano* 

KIEV. Mentre la guerra con la Russia entra nel suo quarto anno, l’Ucraina si trova a combattere non solo sul campo di battaglia, ma anche su un terreno più insidioso: quello della sicurezza tecnologica.

Il Servizio di Sicurezza Ucraino (SBU) ha recentemente acceso i riflettori su diverse aziende cinesi, tra cui Xi’an Tianmao e il colosso delle telecomunicazioni Huawei, accusate di aver raccolto dati sensibili e di essersi infiltrate nell’ecosistema dei droni progettati localmente.

Un’operazione che, se confermata, potrebbe avere implicazioni profonde non solo per la sicurezza nazionale ucraina, ma per l’intero scacchiere geopolitico.

L’SBU e le indagini sulle aziende cinesi

L’SBU, il braccio dell’intelligence interna ucraina, ha avviato un’indagine su alcune società cinesi sospettate di attività che vanno oltre il semplice commercio tecnologico. Xi’an Tianmao, un’azienda meno conosciuta, ma attiva nel settore dei componenti elettronici, e Huawei, gigante globale delle telecomunicazioni, sarebbero sotto scrutinio per presunte operazioni di raccolta dati e per il loro coinvolgimento nell’ecosistema dei droni ucraini.

Secondo fonti vicine al SBU, le indagini si concentrano su componenti tecnologici forniti da queste aziende, che potrebbero essere stati utilizzati non solo per potenziare le capacità dei droni ucraini, ma anche per trasmettere informazioni sensibili a entità straniere.

Il sospetto è che, attraverso la fornitura di hardware e software per i droni, queste aziende abbiano avuto accesso a dati strategici come le specifiche tecniche dei velivoli, i loro schemi di utilizzo e persino informazioni sulle operazioni militari ucraine.

L’SBU sta esaminando se tali dati possano essere stati condivisi con la Cina o, peggio, con la Russia, che continua a utilizzare droni Shahed di progettazione iraniana – contenenti, ironia della sorte, componenti cinesi – per colpire città ucraine come Kiev e Odessa.

Un APR Shared di fabbricazione iraniana

Il contesto: droni e guerra tecnologica

I droni sono diventati il cuore pulsante della guerra moderna in Ucraina.

Da Kiev a Kharkiv, i velivoli senza pilota, sia ucraini sia russi, dominano i cieli, utilizzati per ricognizione, attacchi mirati e persino per colpire obiettivi civili.

L’Ucraina ha investito massicciamente nello sviluppo di un proprio ecosistema di droni, con aziende locali che producono modelli come il Veles FPV, impiegato con successo contro obiettivi militari russi.

Tuttavia, la dipendenza da componenti stranieri, in particolare cinesi, ha sollevato interrogativi sulla sicurezza di queste tecnologie.

Le indagini dell’SBU arrivano in un momento critico.

Solo pochi giorni fa, il 4 luglio, l’Ucraina ha subito uno dei più massicci attacchi aerei russi dall’inizio della guerra, con droni Shahed che hanno devastato Kiev, uccidendo almeno 15 persone.

L’SBU ha recuperato dai relitti di questi droni componenti prodotti da aziende cinesi come Suzhou Ecod Precision Manufacturing, alimentando le accuse di un coinvolgimento indiretto di Pechino nel sostegno alla macchina bellica russa.

Ora l’attenzione si sposta su Xi’an Tianmao e Huawei, sospettate di aver sfruttato la loro posizione nel mercato tecnologico ucraino per scopi che potrebbero andare oltre il profitto economico.

Huawei e Xi’an Tianmao: ombre di spionaggio

Huawei, già al centro di controversie globali per le sue presunte attività di spionaggio a favore del governo cinese, si trova nuovamente sotto accusa. In Ucraina l’azienda ha fornito infrastrutture di telecomunicazione cruciali per la connettività in tempo di guerra, ma l’SBU teme che i suoi sistemi possano essere stati utilizzati per raccogliere dati sensibili, come le comunicazioni militari o i movimenti delle truppe.

Xi’an Tianmao, d’altra parte, è meno nota, ma la sua specializzazione in componenti elettronici per droni la rende un attore chiave in questa vicenda.

Secondo l’SBU, entrambe le aziende potrebbero aver installato backdoor nei loro prodotti, permettendo la trasmissione di informazioni a server esterni.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha più volte accusato la Cina di sostenere indirettamente la Russia, non solo attraverso la fornitura di componenti per droni, ma anche bloccando le vendite di droni all’Ucraina mentre continua a rifornire Mosca.

Le recenti sanzioni imposte da Kiev a cinque aziende cinesi, accusate di fornire componenti per i droni Shahed russi, sono un segnale della crescente frustrazione ucraina verso Pechino.

Tuttavia, il caso di Huawei e Xi’an Tianmao aggiunge una nuova dimensione: non si tratta solo di forniture alla Russia, ma di una possibile infiltrazione diretta nell’ecosistema militare ucraino.

Le implicazioni geopolitiche

L’indagine dell’SBU non è solo una questione di sicurezza nazionale, ma un tassello di un mosaico geopolitico più ampio.

La Cina, pur mantenendo una posizione ufficialmente neutrale nel conflitto russo-ucraino, ha rafforzato i legami economici e strategici con Mosca.

Le dichiarazioni del ministro degli Esteri cinese Wang Yi, che avrebbe confidato a un diplomatico europeo l’interesse di Pechino a evitare una sconfitta russa per impedire agli Stati Uniti di concentrarsi sull’Asia, hanno alimentato i sospetti occidentali.

Per l’Ucraina, la dipendenza da componenti cinesi rappresenta un dilemma.

Da un lato, il paese ha bisogno di tecnologie avanzate per sostenere la sua difesa; dall’altro, ogni componente straniero porta con sé il rischio di vulnerabilità.

L’SBU sta ora lavorando per sviluppare alternative interne, ma la strada è lunga e costosa.

Nel frattempo, le sanzioni e le indagini potrebbero complicare le relazioni con Pechino, che rimane un partner economico cruciale per molti Paesi, inclusi gli alleati occidentali dell’Ucraina.

Un futuro incerto

Le indagini dell’SBU su Huawei e Xi’an Tianmao sono solo l’inizio.

Mentre l’Ucraina cerca di proteggere il proprio ecosistema tecnologico, il rischio di una guerra parallela – quella della cybersicurezza – si fa sempre più concreto.

La scoperta di componenti cinesi nei droni russi e il sospetto di infiltrazioni nel sistema ucraino mettono Kiev di fronte a una sfida epocale: come bilanciare la necessità di innovazione con la sicurezza in un mondo dove la tecnologia è al tempo stesso arma e tallone d’Achille.

In un conflitto che ha già ridefinito le regole della guerra moderna, l’Ucraina si trova a navigare un campo minato geopolitico, dove ogni alleato e ogni fornitore può nascondere un’agenda propria.

E mentre i droni continuano a solcare i cieli, l’ombra della Cina si allunga, silenziosa ma inesorabile, sul destino di questa guerra.

* Presidente Centro Studi Cestudec

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