Di Flavia De Michetti
Odessa (nostro servizio). Una “piccola Italia” in territorio ucraino: Odessa.

Odessa testimonia l’arte italiana nel mondo
La città, un tempo appartenente all’Impero Russo, oggi è iscritta nei confini dell’Ucraina meridionale.
E’ un luogo ricco di storia e di meraviglie, strettamente legate al nostro Paese.
Conosciuta anche con il nome di “piccola Napoli”, attorno ad essa ruota una storia molto interessante che, probabilmente, non tutti conoscono.
Nel 1789, durante la guerra contro i turchi, Josè de Ribas (nato e cresciuto a Napoli, figlio di un nobile spagnolo e di donna di origini irlandesi), ufficiale della Guardia Napoletana, al servizio del principe russo Grigorij Aleksandrovič Potëmkin, con le sue truppe conquistò con estrema facilità il villaggio di Khadjibey (fortezza sul Golfo di Odessa).
Fu così che, nel 1794, ebbe inizio la storia della fondazione della città.
Quando l’italiano Josè de Ribas si dedicò alla sua costruzione, dopo aver intuito l’importanza della presenza di un nuovo porto in Ucraina e avere, dunque, persuaso Caterina II di Russia, detta Caterina la Grande (1729-1796) ad iniziare i lavori per la costruzione di un approdo sul Mar Nero.

Josè de Ribas
Una decisione strategica ed affatto casuale.
Gli inverni rigidi della Russia rendevano inutilizzabili i porti posizionati a Nord.
Il Paese aveva bisogno di un punto di riferimento, anche a Sud, che fosse funzionante tutto l’anno.
Fu una scelta ingegnosa anche quella legata al nome.
La leggenda, infatti, ci tramanda che il protagonista dell’Odissea di Omero, Ulisse, avesse navigato a lungo nelle acque del Mar Nero.
Da qui fu data la preferenza al suo nome greco Ὀδυσσεύς (Odisseo) appunto.
Tuttavia, la tradizione ci racconta che, presentando la decisione all’Imperatrice, quest’ultima avesse approvato il nome, ma preferì volgerlo al femminile: Odessa.
Una volta sorta, la cittadina aveva bisogno di abitanti, la maggior parte dei quali venne accuratamente scelta tra persone acculturate e preparate, come ingegneri, architetti e maestri, selezionati nel Paese natale del fondatore: l’Italia.
Della presenza di italiani su quello che sarà il territorio di Odessa si ha traccia già dal 1200, quando era presente l’ancoraggio delle navi commerciali genovesi, chiamato “Ginestra” (probabilmente il nome deriva dall’omonima pianta che sorgeva in grandi quantità sulle sponde del Mar Nero).
La comunità italiana, che si sviluppò e visse all’interno di Odessa, plasmò e influenzò profondamente non solo l’aspetto economico ma anche quello architettonico della città, che oggi è la più visitata dell’Ucraina, facendone una piccola Italia all’interno di un paese straniero.
L’influenza italiana era tanto forte da far sì che la lingua del Paese natale di de Ribas fosse la seconda ufficiale, dopo il russo.
Inoltre, vennero riaperte le importanti vie di comunicazione dedicate al commercio che, per lungo tempo, erano state interrotte dagli Ottomani, dando così un’importante spinta economica alla città.
Da un punto di vista culturale, inoltre, si verificò un forte arricchimento.
I libri, ad esempio, venivano stampati anche in italiano.
Una comunità di commercianti finanziò anche la costruzione dell’Opera House, il Teatro Nazionale Accademico dell’Opera e del balletto di Odessa (realizzato dall’architetto italiano Bernardazzi) ampliata e migliorata nel corso degli anni, al suo interno è fiorente di molte opere italiane ancora oggi.
Alla morte di Josè de Ribas, Armand Emmanuel Sophie Septimanie Vignerot du Plessis (1766-1822), Duca di Richelieu (al quale è dedicata una statua in bronzo nella città) proseguì l’opera del suo predecessore, ampliando l’importanza della città sotto ogni punto di vista, rivolgendosi ad architetti italiani del calibro di Boffo, Torricelli e Scuderi.
Essi, tra le varie meraviglie che abbellirono Odessa, si ricorda la celebre Scalinata Pot’omkin (apparsa anche nella storica pellicola “La Corazzata Potëmkin”, di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn), progettata, in particolare da Francesco Boffo e dall’architetto russo Avraam Mel’nikov.

Una scena del film “La Corazzata Potëmkin”, di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn
Grazie alle abili tecniche di prospettiva, la Scalinata presenta delle peculiarità interessanti e apprezzate da tutti i visitatori del mondo.
Vista dal basso, infatti, l’occhio del turista distingue chiaramente tutti i gradini; al contrario, vista dall’alto è visibile solo la parte piana.
Un altro nome italiano di spicco che testimonia gli stretti rapporti con l’Italia è quello di Arturo Anatra.
Questo imprenditore siciliano,che creò a Odessa il primo Aeroclub e diede inizio alla costruzione di aerei, i quali si diffusero per tutto l’Impero russo.
Anatra divenne così il fondatore di una delle più grandi industrie di aerei della Russia zarista e dell’Odessa Aero Club.
Nel 1917 l’azienda fu costretta a sospendere la propria attività a causa dello scoppio della Rivoluzione d’Ottobre che costrinsero Anatra e molti altri a fuggire nel resto d’Europa.
Con il passare del tempo e a causa di numerosi e svariati motivi, la comunità italiana a Odessa andò pian piano scomparendo.
Eppure, ciò che non svanì, rimanendo anzi intatto, fu proprio il forte legame tra la città ucraina e l’Italia.
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