ROMA. E’ stato fiirmato oggi, a Roma, il nuovo protocollo d’intesa tra Ministero dell’Interno e degli Affari Esteri e la Cooperazione, l’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR), l’Arci, la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche e INMP.
L’intesa permetterà a 1.500 rifugiati e persone che necessitano di protezione internazionale di essere evacuati dalla Libia all’Italia nell’arco di tre anni.
Il nuovo protocollo segue il primo del 2021 e rinnova l’impegno già avviato dall’Italia nel 2017.
Un impegno che ha permesso l’arrivo di 1.400 persone nel nostro Paese, grazie a meccanismi di evacuazione o tramite i corridoi umanitari.
Il progetto riguarderà persone costrette a fuggire dai loro Paesi a causa di guerre e violenze che si trovano temporaneamente in Libia.
Tra loro, bambini, donne vittime di tratta, persone sopravvissute alla violenza e alla tortura e persone in gravi condizioni di salute, che saranno individuate dall’UNHCR, in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) e l’ARCI.
Delle 1.500 persone che arriveranno 600 saranno trasferite in strutture del Sistema accoglienza integrazione (SAI), a carico del Ministero dell’Interno mentre 900 saranno accolte dalle associazioni secondo il modello dei corridoi umanitari e distribuite in tutto il territorio nazionale: 400 dalla Comunità di Sant’Egidio, 300 dall’Arci e 200 dalla Federazione delle Chiese Evangeliche.
“La volontà delle autorità italiane di rinnovare il protocollo e permettere ai rifugiati più vulnerabili di essere evacuati dalla Libia conferma il ruolo cardine dell’Italia nella protezione delle persone in fuga – ha spiegato Chiara Cardoletti, rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino -. I canali sicuri come le evacuazioni sono una misura salva vita e un segno importante di solidarietà e di umanità. Nel mondo oggi sono 114 milioni le persone costrette alla fuga, dobbiamo continuare a lavorare insieme per ampliare i canali sicuri, incluso il reinsediamento, permettendo ai rifugiati di ricostruire la propria vita in sicurezza e dignità”.
Dal 2017, l’UNHCR ha evacuato o reinsediato 1,368 rifugiati e richiedenti asilo dalla Libia all’Italia.
L’organizzazione dell’ONU stima che nel 2023 globalmente più di 2.4 milioni di rifugiati avranno bisogno di reinsediamento.
Si tratta di un aumento del 36% rispetto al fabbisogno del 2022, che riguardava 1,47 milioni di persone.
I canali regolari e sicuri, tra cui le evacuazioni di emergenza, i corridoi umanitari, il reinsediamento ed il ricongiungimento familiare permettono ai rifugiati di ricostruirsi un futuro in dignità senza essere costretti a intraprendere viaggi pericolosi nelle mani dei trafficanti.
Allo stesso tempo sono un segnale tangibile di solidarietà verso i paesi a basso e medio reddito che ospitano il 75% dei rifugiati nel mondo.
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