Shama (Libano del Sud). In 1.750 chilometri quadrati opera una Joint Task Force articolata sulla struttura della Brigata Granatieri di Sardegna.
Il contingente è qui da più di tre mesi impegnandosi perché risoluzione delle Nazioni Unite 1701 abbia la giusta applicazione pratica e sia rispettata.
I peacekeeper italiani si muovono in un contesto internazionale dove UNIFIL si compone di 45 nazioni.

Mitragliere nel corso di un pattugliamento motorizzato
Il Sector West, al comando del Generale di Brigata Diego Filippo Fulco con le sue 15 nazioni e i suoi 3.800 uomini è l’area di operazioni più vasta.
Sforzo principale è il controllo e la sicurezza della Blue Line, che nell’area di responsabilità si estende per circa 50 chilometri e comprende 8 delle 13 reservation areas, aree sottoposte tutt’oggi a dispute di frontiera tra Israele e il Libano.
Per assolvere il compito sono state svolte più di 25 mila attività operative, circa 250 al giorno. Attività che non conoscono soluzione di continuità, diurne e notturne. Non hanno limitazioni dettate dalla situazione meteorologica, spesso condotte assieme ai militari degli altri contingenti.
Oltre il 20% delle attività di pattugliamento nel settore viene condotto in stretto coordinamento con le Lebanese Armed Forces (LAF), con le quali coesistono rapporti operativi e addestrativi.

Un Lince di UNIFIL esce dalla base per un pattugliamento lungo la Blue Line
Sono stati tenuti oltre 110 corsi a supporto dell’Esercito libanese.
Diversi gli argomenti trattati: tecniche e procedure di pattugliamento motorizzato, pattugliamento appiedato, procedure di risposta ad un atto ostile, trattamento feriti ed evacuazione medica, procedure di counter-IED (Improvised Explosive Device), operazioni in ambiente urbano.
Più di 2.350 i soldati delle LAF che si sono confrontati e addestrati con i peacekeeper italiani nel solo periodo di servizio della Brigata Granatieri.

Addestramento congiunto italiani e libanesi
Altro pilastro su cui si basa il lavoro dei militari del Sector West è quello del CIMIC, la cooperazione Civile-Militare.
Sono state realizzate oltre 500 impegni sanitari, 77 donazioni, 20 inaugurazioni di opere pubbliche e più di 230 attività con le municipalità. Questi numeri dimostrano come si sia reso reale e tangibile il supporto alla popolazione.
I risultati finora raggiunti contribuiscono a rafforzare l’immagine del soldato italiano: professionale, capace, preparato, ma soprattutto dotato di un’innata empatia che gli permette di essere accettato e di valutare nel miglior modo possibile situazioni e circostanze.
Caratteristica inestimabile in uno scenario operativo dai delicati equilibri come quello libanese.
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