Unione Europea, una scommessa chiamata Ursula Von der Leyen

Di Pierpaolo Piras

Bruxelles. Ursula Von der Leyen, di lei si sapeva solo del suo forte legame politico, durato circa 15 anni, con la canceliera della Germania, Angela Merkel, della quale è stata anche ministro della Difesa.

Ursula Von der Leyen, neo presidente Commissione europea

Martedì scorso, è stata eletta presidente della Commissione Europea, massimo organo esecutivo della Unione Europea, compito a lei congeniale per la perfetta conoscenza di tre lingue importanti come inglese, tedesco e francese.

In un Parlamento Europeo profondamente cambiato per l’aumento in numero e consistenza delle forze politiche, già dai primi incontri è apparso chiaro che il migliore candidato non sarebbe stato quello espresso, come accadeva nel passato ( per esempio per la nomina di del presidente uscente, Jean Claude Juncker), dai tradizionali potentati, Democristiano-Popolari e Socialista.

Nel nuovo Parlamento Europeo, la politica concordataria , da perfetto “manuale Cencelli” in salsa europea, con la secondaria scelta pre-elettiva del candidato di punta, il noto “Spitzenkandidat” è tramontata.

Occorreva un candidato non compromesso con le fallimentari, e a tratti odiose, politiche del passato – basta considerare l’ostinata riduzione allo stato larvale della economia greca – e che non demeritasse a livello personale nell’emiciclo di Strasburgo.

E’ emersa dalla penombra la signora Von der Leyen, 51 anni e madre di sette figli, la prima donna venuta a sedere sullo scanno della presidenza.

Il suo programma è stato esposto nei giorni immediatamente precedenti la consultazione a Strasburgo e ribadito nel discorso d’insedimento.

I tratti più critici e salienti del suo discorso sono stati fondamentalmente quattro.

Variazioni climatiche. Pur nella non unanime condivisione dei dati scientifici, ha dovuto ingraziarsi i numerosi voti dei “Verdi” , promettendo la emissione di un non ben specificato “Green Deal for Europe” ed un programma di forte riduzione del consumo di carbone con la costituzione di una “Banca del Clima”, sotto l’egida della Banca Europea.

Migrazioni. Pur sottolineando il dovere di soccorrere i naufraghi in mare, ha promesso di facilitare il sistema d’asilo distribuendo i meritevoli in tutti i Paesi della Unione Europea e di potenziare i sistemi di intercettazione e contrasto della criminalità legata alle migrazioni illegali.

Sulla “Brexit”, la presidente si è prolungata con maggiore sentimento emotivo, auspicando la permanenza del Regno Unito nella Unione Europea e proponendo una ulteriore estensione della data del ritiro dal 31 ottobre.

Tuttavia, ha chiarito che l’Unione Europea non accetterà compromessi sulla “calida et vexata questio” del “backstop”, dei controlli su merci e persone al confine tra le due Irlande, del Nord e del Sud.

Sui temi della politica generale, ha parlato di un ampliamento della Eurozona e, parallelamente, dell’Area Schengen ad altri Paesi balcanici.

Ha suscitato qualche apprensione nel passaggio in cui ha invitato l’Europa a potenziare la propria integrazione nella Difesa Militare e di essere “più assertiva” nei confronti degli Stati Uniti.

“In Cauda Venenum”. La signora Von der Leyen è stata eletta con soli nove voti in più, molto distante dai 40 in più ottenuti da Junker nel 2014.

Una maggioranza, quindi, a dire poco risicata, che non sarà facile mantenere sugli argomenti più dibattuti. Infatti, le forze politiche sono aumentate di numero e , quel che è peggio, divise : il centro-destra ed i liberali le hanno votato a favore ma a sinistra, i socialdemocratici tedeschi si sono opposti mentre i laburisti inglesi le hanno votato a favore . E, per di più sotto scacco dei temuti sovranisti, come quelli ungheresi di Orban, che le hanno votato a favore.

Il Governo UE, si regge anche sul voto determinante dei 14 deputati pentastellati italiani.

Quel che si prospetta è una coalizione di governo più liberal-social-democratica con una forte sensibilità per l’ecologia ma sotto ricatto sovranista.

Un guazzabuglio, insomma.

Ursula Von der Leyen è giudicata come dotata di grande senso pratico, determinata nel lavoro e portata al compromesso.

La politica europea dei prossimi anni ci dirà molto di più.

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