Universiadi 2019, Colonnello Massimo Di Pietro, comandante di uno dei due Gruppi Tattici: “Abbiamo percepito un forte senso di sicurezza e fiducia da parte dei cittadini nei confronti dell’Esercito”

Napoli. Il Colonnello Massimo Di Pietro, comandante del 6° Reggimento Bersaglieri di Trapani, in occasione delle Universiadi 2019, conclusesi domenica ha guidato uno dei due Gruppi Tattici costituenti la Task Force dedicata all’evento sportivo.

Il primo da destra, il Colonnello Massimo Di Pietro, comandante del 6° Reggimento Bersaglieri di Trapani  al Porto di Napoli con personale impiegato nella Task Force Universiadi e con il sottufficiale di Corpo dello stesso Reggimento, 1° Luogotenente Giuseppe Genna

Report Difesa lo ha intervistato.

Colonnello, in queste settimane, in occasione delle Universiadi quali sono stati gli impegni del personale impiegato nell’operazione?
Il dispositivo nasce con un decreto interministeriale che ha previsto un impegno aggiuntivo al personale impiegato nell’Operazione “Strade Sicure” nel Raggruppamento Campania con 500 unità. E una rimodulazione del Raggruppamento Campania di 165 unità.
Cinquecento unità sono state alle mie dipendenze, mentre le 165 a quelle del Colonnello Giuseppe Schiariti, comandante del 21° Genio Guastatori di Caserta e alla guida del Raggruppamento Campania.

Quando avete iniziato le attività?
Abbiamo iniziato il 20 giugno con le attività ricognitive sui siti e con quelle di cooperazione e coordinamento con le Forze dell’Ordine, le quali hanno creato una Sala operativa in Questura e noi abbiamoscambiato un continuo flusso di comunicazioni.
Comunicazioni che sono state garantite con tutto il resto delle province, dove era stato dislocato del nostro personale.

Come è stata svolta la vigilanza?
La sicurezza e la vigilanza si è svolta con l’utilizzo di pattuglie dinamiche e statiche presso le sedi di 24 siti dove si sono svolte le competizioni sportive: 12 su Napoli e il resto distribuite nelle altre 4 province della Campania.
Le pattuglie dinamiche hanno anche svolto attività di visibilità e di deterrenza nelle aree vicini agli impianti dove si sono tenute le gare.

Controlli ad un gate del Porto di Napoli

La sicurezza delle delegazioni e delle squadre è stata a cura delle Forze di Polizia?
Sono stati attivati vari livelli di sicurezza. Una garantita direttamente dall’organizzazione dell’evento sportivo con l’impiego degli steward, così come avviene negli stadi per le partite di calcio.
Un altro livello di sicurezza è stato a cura dei vigilantes alle dipendenze dell’organizzazione delle Universiadi, con le Forze dell’Ordine con i quali noi militari ci siamo integrati.
Il nostro personale è stato anche di supporto alla viabilità. Una nostra pattuglia mentre ritornava dal servizio ha prestato aiuto ad un’auto di turisti stranieri che ha avuto un principio di incendio.
Subito intervenuti li hanno soccorsi, informando le Forze di Polizia.

E i cittadini come vi hanno accolto?
Specialmente nelle aree periferiche, come a Casoria (Napoli) o in alcune zone del Casertano per la prima volta hano visto una grande presenza di militari. E si sono chiesti il perchè.
Grazie alla nostra deterrenza assertiva, siamo riusciti a creare un ottimo rapporto con la gente che pensava che fossimo lì per problemi legati alla microcriminalità o altri fatti. Abbiamo percepito un forte senso di sicurezza e fiducia da parte dei cittadini nei confronti dell’Esercito.

Pattuglie dinamiche davanti ad un sito sportivo

Come è stata sviluppata la collaborazione con le delegazioni e gli atleti?
Nella selezione del personale abbiamo identificato militari che avessero una conoscenza basica dell’inglese, specialmente negli impianti sportivi dove si svolgevano le competizioni internazionali perchè oltre a svolgere il loro compito di vigilanza e deferenza hanno talvolta dato informazioni a turisti e delegazioni che, nelle
aree di filtro, li agevolavano per la buona riuscita degli eventi.

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