Di Fabrizio Scarinci
WASHINGTON. Il Dipartimento della Difesa statunitense ha firmato con Lockheed Martin un accordo finalizzato ad incrementare la capacità produttiva degli impianti in cui vengono realizzati i sistemi missilistici della “famiglia” AGM-158.

Nello specifico, il Pentagono sembrerebbe intenzionato ad aumentare la produzione dei cruise furtivi aviolanciati della variante AGM-158B/B2 JASSM ER (Extended Range) e dei missili antinave a lungo raggio AGM-158C LRASM.

Stando a quanto si è avuto modo di apprendere, tale decisione risponderebbe sia alla necessità di rafforzare le forze aeree ed aeronavali statunitensi in vista di un eventuale confronto ad alta intensità sul Pacifico (esigenza pienamente confermata anche da alcuni recenti “giochi di guerra” simulanti un attacco cinese contro l’isola di Taiwan, che, pur dimostrando la piena efficacia di tali sistemi, avrebbero anche messo in evidenza il fatto che, al fine di affrontare le forze di Pechino, essi dovrebbero essere utilizzati in grandissimi quantitativi), sia a quella di rispondere ai consistenti ordinativi di alcuni clienti esteri (ricordiamo, a tal proposito, la recente acquisizione di 120 JASSM ER da parte dei Paesi Bassi e la richiesta di acquisto formulata dalla Polonia per ben 821 sistemi dello stesso tipo).
Allo stato attuale, Lockheed Martin ha già consegnato alcune migliaia di AGM-158 di tutti i tipi alle forze aeree e navali degli USA e degli altri Paesi acquirenti.
Tra le varie piattaforme aeree su cui questi missili sono stati finora integrati (o su cui dovrebbero essere integrati a breve) figurano il B-1b Lancer, il B-2 Spirit, il B-52H Stratofortress, l’F-15E Strike Eagle, l’F-16 Fighting Falcon, l’F/A-18 Hornet, l’F-35 Lightining II e il P-8 Poseidon.

Proprio in questi giorni, inoltre, l’Amministrazione Biden starebbe considerando l’opzione di consegnare un certo numero di JASSM all’aeronautica ucraina, dove, al fine, di essere utilizzati potrebbero essere integrati sia sugli F-16 in fase di consegna, sia (perché no) sugli aerei di fabbricazione sovietica ancora in servizio; cosa già fatta (anche se non senza qualche difficoltà) con i missili da crociera europei Storm Shadow/SCALP.
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