Di Chiara Cavalieri
ANKARA. La Turchia ha lanciato un appello alla diplomazia in seguito alle minacce del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di colpire militarmente l’Iran. Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha dichiarato che Ankara “non desidera intraprendere alcuna azione ostile contro il vicino Iran” e ha sottolineato che “è necessaria la diplomazia per risolvere il conflitto”.

Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan
L’Agenzia di stampa Reuters ha riportato le dichiarazioni del ministro turco nel contesto delle crescenti tensioni tra Washington e Teheran. Anche il Cremlino ha chiesto moderazione: il portavoce Dmitry Peskov ha esortato tutte le parti coinvolte a evitare escalation e a privilegiare soluzioni diplomatiche.

Dmitry Peskov, portavoce di Putin
L’Iran chiude alla trattativa diretta con Washington
Il Presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha ribadito il rifiuto di Teheran di avviare negoziati diretti con gli Stati Uniti sul dossier nucleare.
Tuttavia, ha lasciato uno spiraglio aperto, affermando che eventuali colloqui potrebbero avvenire solo con la mediazione di Paesi terzi.

Il Presidente iraniano Masoud Pezeshkian
In un’intervista alla NBC News, Trump ha minacciato “bombardamenti senza precedenti” qualora non si raggiungesse un accordo con Teheran, alimentando ulteriormente il clima di tensione.
L’Iran abbandona gli Houthi e si ritira dallo Yemen
Secondo il quotidiano britannico The Telegraph, l’Iran avrebbe ordinato a tutti i suoi consiglieri e personale militare di lasciare lo Yemen, preoccupato per possibili attacchi statunitensi contro gli Houthi.
Un alto funzionario iraniano avrebbe riferito che Teheran teme che l’uccisione di un proprio soldato possa innescare un conflitto diretto con gli Stati Uniti, un’eventualità che la Repubblica islamica intende evitare.
Il ritiro segna un cambiamento strategico: l’Iran sta infatti ridimensionando il suo sostegno a milizie e gruppi alleati regionali per concentrarsi sulle minacce dirette provenienti dagli USA. “La nostra principale preoccupazione ora è Trump e come gestirlo”, avrebbe affermato la fonte, aggiungendo che “gli Houthi non resisteranno agli attacchi americani: questi potrebbero essere i loro ultimi mesi, o addirittura giorni”.
Attacchi USA e reazioni Houthi
Dallo scorso mese, a seguito della diffusione di messaggi interni all’Amministrazione Trump, gli Stati Uniti hanno intensificato gli attacchi aerei contro gli Houthi.
Le operazioni militari, definite “incredibilmente riuscite”, hanno colpito obiettivi strategici dei miliziani filo iraniani.
In risposta, gli Houthi hanno dichiarato di aver lanciato missili contro navi da guerra statunitensi nel Mar Rosso, inclusa la portaerei USS Harry S. Truman.
Finora, nessuna nave è stata colpita, ma secondo la Marina americana, l’intensità del fuoco nemico sarebbe la più elevata mai registrata dalla Seconda Guerra mondiale.
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