Usa ed Israele, Donald e Benjamin for ever friends. Il Presidente americano il 14 maggio a Gerusalemme per l’apertura del’ambasciata

Washington. Il Presidente americano Donald Trump il prossimo 14 maggio potrebbe essere presente a Gerusalemme per l’inaugurazione della locale ambasciata Usa. Lo ha anticipato lui stesso ricevendo, oggi, alla Casa Bianca il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Il premier terrà negli Stati Uniti una serie di incontri politici,

I negoziati di pace israelo-palestinesi che durano da decenni sono tornati, oggi, al centro dell’incontro fra Trump e Netanyahu

“Potrei, potrei. E se posso lo farò”, ha detto ai giornalisti Trump, anticipando così la risposta che avrebbe dovuto dare a Netanyahu, venuto a Washington anche per invitarlo personalmente a partecipare alla cerimonia,  Il primo ministro israeliano ha ringraziato Trump per la sua decisione “storica”, presa lo scorso dicembre. “Sarà ricordata dal nostro popolo negli anni – ha aggiunto -. Altri hanno parlato, tu l’hai fatto”, ha detto rivolto al Presidente americano.

“Sono orgoglioso della sua decisione – ha sostenuto Trump – anche se ha suscitato forti polemiche tra i palestinesi e gli alleati americani”. Il Presidente palestinese Abu Mazen ha rifiutato il ruolo degli Usa come mediatori e ha chiesto alle Nazioni Unite  un “meccanismo multilaterale internazionale” per risolvere la questione mediorientale.

Il Presidente palestinese, Abu Mazen a colloquio con Trump lo scorso maggio. . C

I negoziati di pace israelo-palestinesi che durano da decenni sono tornati, oggi, al centro dell’incontro fra
Trump e Netanyahu. Presente anche il genero-consigliere Jared Kushner, nonostante nei giorni scorsi si sia visto ridimensionare il nullaosta per l’accesso alle informazioni classificate. Una mossa che rischia di annacquare il suo ruolo in queste delicate trattative.
L’altro piatto forte sul tavolo del confronto tra i due uomini politici era l’Iran. Entrambi cercano di fare fronte comune. “E’ il pericolo piu’ grande per il Medio Oriente” ha sostenuto Netanyahu, il quale spinge affinché Trump dia uno strappo definitivo all’accordo sul nucleare del  2015.

Il Presidente americano ha già lanciato il suo ultimatum nelle scorse settimane, avvisando che non darà più il via libera alla certificazione dell’intesa se il Congresso da un lato e l’Unione europea dall’altro non cambieranno l’accordo, rendendolo più stringente ed estendendolo al programma missilistico.
I due leader intendono anche contrastare l’influenza di Teheran in Medio Oriente, dalla Siria al Libano.
Infine, nel corso dei suoi incontri negli Stati Uniti, nell’agenda di Netanyahu c’è anche posto per l’annuale conferenza dell’AIPAC, la potente lobby americana filo israeliana.

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