Di Fabrizio Scarinci
PORTLAND (OREGON). L’USAF ha ricevuto, nei giorni scorsi, il suo primo F-15 EX Eagle II pienamente operativo.
Assemblato in uno stabilimento della Boeing nei pressi di St. Louis, il velivolo è stato assegnato al 142nd Wing dell’Oregon Air National Guard, che, nei prossimi mesi, dovrebbe sottoporlo ad una serie di prove insieme ad almeno un altro aereo dello stesso tipo.
Progettata in ragione dei vari problemi riscontrati nella produzione dell’avanzatissimo F-22 Raptor (di cui gli esemplari in servizio sono non più di 177), nonché del significativo ritardo accumulato negli scorsi anni dal Programma di sviluppo dell’F-35 Lightning II, l’F-15 EX si configura come la variante più avanzata della famiglia degli “Advanced Eagle”, di cui fanno parte anche F-15SA (Saudi Advanced), sviluppato a partire dall’F-15 E Strike Eagle al fine di soddisfare un requisito della Royal Saudi Air Force, e l’F-15QA (Qatari Advanced), progettato per l’aviazione del Qatar.
Tra i suoi principali equipaggiamenti figurano un radar AESA di tipo APG-82 (prodotto da Raytheon), il potente jammer di BAE Systems AN/ALQ 250 Eagle Passive Active Warning Survivability System, che risulta efficace anche contro i radar dei più moderni sistemi di difesa antiaerea, e, non da ultimo, diversi sistemi digitali avanzati in grado di conferirgli capacità “network-centriche” allo stato dell’arte
Per quanto riguarda, invece, l’armamento, l’aereo risulta in grado di utilizzare, tra le altre cose, i nuovi missili aria-aria a guida radar di tipo AIM-120 D/C3 AMRAAM, i nuovi cruise AGM-158 JASSM e le varianti più avanzate del missile antiradar AGM-88 HARM.
L’utilizzo dei nuovi rack di tipo AMBER (Advanced Missile and Bomb Ejector Rack) fa, inoltre, in modo che esso possa contare su ben 23 stazioni d’arma (un aumento di non poco conto rispetto alle 17 dell’F-15 E Strike Eagle) e sulla capacità di trasportare fino a 12 missili AMRAAM.
Nel complesso si tratta, dunque, di un mezzo decisamente efficace, che, pur non possedendo le stesse caratteristiche in fatto di “stealthiness” dei jet di 5^ generazione potrebbe comunque giocare un ruolo di una certa importanza nei conflitti del prossimo futuro (o, quantomeno, non inferiore a quello che potrebbero giocare i vari Eurofighter, Rafale, Super Hornet e Sukhoi Su-35).
Inoltre, anche grazie alla sua considerevole dotazione di sistemi d’arma, in un ambiente operativo particolarmente interconnesso esso potrebbe facilmente fungere da velivolo arsenale pesante utilizzabile al fine di trasportare missili per gli aerei invisibili dotati di armamenti più leggeri.
Attualmente, il requisito dell’USAF (che, come spiegato pocanzi, lo avrebbe comunque considerato fin dall’inizio come una sorta di “gap filler”) sarebbe di 104 esemplari.
Nondimeno, il velivolo avrebbe suscitato molto interesse anche presso le forze aeree di altri Paesi, tra cui quella di Israele, che, oltre ad ordinare 25 caccia F-15IA basati sulla variante EX, prevedrebbe di aggiornare a tale standard anche 25 dei suoi F-15I, quella dell’Arabia Saudita, che, a quanto pare, vorrebbe aggiungere alla sua grossa flotta di F-15 anche 54 esemplari del tipo in questione, quella dell’Indonesia, che dovrebbe riceverne 24, e quella dell’Egitto, che, nel 2022, avrebbe firmato con Washington un contratto preliminare.
Stando a quanto si è avuto modo di apprendere, inoltre, a quelle appena menzionate potrebbero presto aggiungersi anche le aeronautiche di Polonia e Thailandia.
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