USAF: più “massa” grazie ai sistemi di sistemi

Di Fabrizio Scarinci

WASHINGTON D.C. Stando ad alcune recenti dichiarazioni del Segretario dell’USAF Frank Kendall, l’Air Force statunitense sarebbe intenzionata a schierare, già a partire dal prossimo decennio, un primo lotto di 200 caccia di sesta generazione NGAD (Next Generation Air Dominance) e 1000 esemplari del nuovo drone gregario che scaturirà dal Programma “Combat Collaborative Aircraft”; il tutto con l’intenzione di mettere in campo ben 500 “sistemi di sistemi” composti da un caccia pilotato e due UCAV “da accompagnamento”.

Raffigurazione di un caccia di sesta generazione. Il progetto NGAD dovrebbe portare alla realizzazione di mezzi simili a questi

Secondo Kendall, infatti, dei 1000 droni previsti, 400 dovrebbero andare ai 200 “caccia madre” NGAD e 600 sarebbero destinati a 300 dei 1763 F 35 A acquistati dall’USAF, che verranno adattati al fine di controllare da remoto velivoli non pilotati.

Come noto, nell’ambito dei nuovi sistemi di sistemi, i droni in questione saranno chiamati soprattutto integrare il lavoro svolto dai pod di acquisizione dei bersagli o dedicati all’EW degli aerei con equipaggio e a trasportare sistemi d’arma aggiuntivi rispetto a quelli installati sotto le loro ali, ponendosi, quindi, come dei veri e propri moltiplicatori di forza “low cost” in grado di “fare massa” in uno scenario in cui i costi legati alle piattaforme sembrerebbero essere sempre più elevati.

Al momento, tra i maggiori candidati al ruolo di “Combat Collaborative Aircraft” figurerebbero il Kratos XQ-58A “Valkyrie” (per alcuni quello con più chances), il General Atomics MQ-20A “Avenger” e l’MQ-28 “Ghost Bat” sviluppato da Boeing Australia.

Un XQ-58A Valkyrie durante un recente test

Nel corso degli ultimi anni, l’approccio alla guerra aerea incentrato sui sistemi di sistemi ha destato enorme interesse anche al di fuori degli USA, dove è stato adottato nell’ambito del “Global Combat Air Programme” portato avanti da Regno Unito, Giappone, Italia e Svezia, in seno al programma FCAS lanciato da Francia, Germania e Spagna, dal Ministero della Difesa russo, che sta testando il nuovo drone Sukhoi S 70 Okhotnik-B (progettato, tra le altre cose, anche per operare con i Sukhoi Su-57), da quello turco, che intende integrare il caccia di 5^ generazione TFX con il nuovo UCAV Bayraktar Kizilelma, e, ovviamente da quello cinese, che studia la possibilità di creare un sistema di sistemi utilizzando il caccia multiruolo J 20 e alcuni droni in fase di sviluppo.

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