Velisti dispersi nell’Atlantico, «resta rafforzato il segnale d’allarme nella zona»

Di Emanuele Lorenzetti

Roma. Sono passate due settimane da quando i due velisti Aldo Revello e Antonio Voinea, a bordo del loro “Bright”, un Oceanis  Clipper 473, risultano scomparsi nelle acque dell’Oceano Atlantico, fra le isole Azzorre e lo Stretto di Gibilterra. Dallo scorso 11 maggio, con il ritorno di Nave Alpino sulla sua rotta e la fine dell’intervento portoghese nella zona, le ricerche possono dirsi ufficialmente concluse ma l’allerta nell’area rimane ancora alta. Dalla Farnesina fanno, infatti, sapere che «resta comunque rafforzato il segnale d’allarme a tutte le imbarcazioni civili e militari che transitano nella zona, affinché possa essere prestato un tempestivo soccorso in caso di possibili avvistamenti nei prossimi giorni».

 

I due velisti dispersi Aldo Revello e Antonio Voinea

 

I DIARI DI BORDO: “CHE GIORNATE MERAVIGLIOSE”

È l’epilogo tragico di un’esperienza iniziata il 30 aprile scorso. Un’esperienza “grandiosa”, così la definisce lo stesso skipper spezzino nei suoi diari di bordo. L’ultimo scritto è del primo maggio, il giorno prima della scomparsa.
«Che giornate meravigliose. Il Bright – continua Revello – corre sereno senza sforzo oggi al gran lasco e macina miglia buone, in linea d’aria ne abbiamo fatte 420, molte di più sul mare a causa dei lunghi bordi dei giorni scorsi. I delfini arrivano anche tre volte al giorno a giocare a prua e stiamo bene».
Dalle sue parole si può ben comprendere che tutto risulta nella norma, e il viaggio sta proseguendo senza alcun ostacolo. La traversata dell’Atlantico infatti sembra essere andata bene fino a Martinica, dove vi effettueranno una piccola sosta. Il 30 aprile i due riprendono la navigazione per completare la traversata. La meta da raggiungere è Gibilterra, passato il quale sarebbero dovuti arrivare a Bocca di Magra, nella provincia di La Spezia.

IL SEGNALE D’ALLARME LANCIATO ALLA MARINA PORTOGHESE

Qualcosa, però, sembra non andare per il verso giusto. Sono le 13.30 circa del 2 maggio, quando la Marina Militare portoghese (Marinha) registra un messaggio s.o.s. lanciato proprio dal “Bright”. La posizione dell’ultimo segnale satellitare sembra essere stata rilevata a 325 miglia dalle coste delle isole Azzorre.
Ecco che le autorità portoghesi decidono di chiamare Rosa Cilano, la moglie di Revello e mamma di una bambina di 4 anni, per farsi dare il numero di satellitare della barca di suo marito.

LE RICERCHE

Sono ore concitate, in cui scattano le prime ricerche e vengono emanati gli avvisi di emergenza a tutti i naviganti. Si mettono in campo le migliori unità militari disponibili, ma nulla da fare, dei due velisti non c’è nessuna traccia. Le autorità portoghesi decidono quindi di interrompere le ricerche.
Ma Rosa Cilano, la moglie dello skipper Aldo Revello, contrariamente alla decisione di Lisbona di interrompere le ricerche (comunque prevista dai protocolli del soccorso marittimo che consentono un limite massimo di cinque giorni), rivolge un accorato appello alle autorità italiane al fine di poter intervenire efficacemente nei confronti di quelle portoghesi, affinché le stesse vengano riprese. Ma come l’Italia intende muoversi? La decisione che appare più coerente, in relazione alle risorse disponibili, è quella di impiegare una Fregata che sta attraversando l’Atlantico, in missione verso gli USA. È il 7 maggio, pertanto, quando l’Italia fa intervenire una unità navale della Marina Militare italiana, Nave Alpino, con l’ausilio di un elicottero SH-90, in appoggio ad una unità militare portoghese.

L’IMPEGNO DEL GOVERNO ITALIANO

Risulta meritevole il lavoro svolto dal governo italiano, che in pochissime ore, ha saputo dare prova di grande efficienza nel dare una risposta tempestiva alla richiesta di aiuto dei familiari dei due velisti, intervenendo presso le autorità portoghesi e consentendo, al contempo, di continuare per altre 48 ore le ricerche (benché fuori dal limite previsto dai protocolli internazionali). Tuttavia, di Aldo Revello e di Antonio Voinea non vi è alcuna traccia.
Fonti della Farnesina, infatti, dichiarano che «dopo 7 giorni di intense e capillari attività su una vastissima area dell’Oceano Atlantico, proseguite grazie all’impegno personale del Ministro Alfano e di tutto il governo italiano ben oltre il termine previsto dai protocolli di soccorso marittimo, le autorità di Lisbona hanno comunicato che le ricerche del connazionale Aldo Revello e del suo compagno di viaggio, Antonio Voinea, non hanno purtroppo avuto alcun esito».
La speranza di ritrovarli non è ancora perduta. Rimane, infatti, attivo il cosiddetto “warning” per i naviganti.

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