Venezuela, anche l’Italia si schiera a fianco dell’Unione Europea a sostegno di Guaidò: elezioni presto. Pronti 2 milioni di euro in aiuti umanitari

Roma. Anche l’Italia scende in campo a sostegno di Juan Guaidò che si è autoproclamato Presidente del Venezuela in contrapposizione a quello ufficiale, rieletto lo scosso maggio, Nicolás Maduro.

Juan Guaidò

Questa mattina, Enzo Moavero Milanesi, ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, è intervenuto all’assemblea della Camera dove ha spiegato le posizioni politiche e diplomatiche del nostro Paese nei confronti del Paese sud americano.

Il ministro degli Affari esteri, Enzo Moavero Milanesi

“Il Governo – ha spiegato il ministro – segue con la massima attenzione l’evolversi dei drammatici eventi in Venezuela, in particolare da quando, alla grave crisi politica, economica e sociale, si è aggiunta un’emergenza umanitaria e un’inedita crisi istituzionale. Le odierne comunicazioni ad entrambi i rami del Parlamento, a breve distanza dalla mia informativa al Senato del 30 gennaio scorso, consentono di esporvi la posizione del Governo che sono stato incaricato di riferire all’Aula. È fondamentale anche che il Parlamento eserciti la sua potestà di sindacato e di indirizzo esprimendosi con un voto”.

Moavero Milanesi ha espresso in quattro punti la posizione del Governo Conte. In primo luogo, l’Esecutivo giallo-verde è preoccupato “per l’emergenza umanitaria che ha colpito il Venezuela” e si “sta operando per favorire soluzioni non conflittuali”.

“Da un lato – ha aggiunto il ministro – è indispensabile che affluiscano alla popolazione le forniture dei beni di necessità base e dei medicinali, dall’altro, va garantita l’assistenza alle migliaia di profughi giunti nei Paesi vicini. L’Italia è concretamente impegnata sia nelle sedi multilaterali che con interventi diretti attraverso appositi fondi”.

Inoltre. il Governo italiano considera “inaccettabile e condanna fermamente ogni tipo di violenza, violazione delle libertà fondamentali e dei diritti umani”. E si esprime “a favore di una soluzione pacifica e inclusiva, auspicando una riconciliazione nazionale di piena democrazia, che risponda agli interessi del popolo venezuelano e scongiuri un aumento delle tensioni e tragiche derive conflittuali”.

Al terzo punto delle richieste del nostro Paese c’è la parte più delicata di tutto il ragionamento, che ha già mandato in tilt il summit di Montevideo, tenutosi la scorsa settimana, con il Gruppo di contatto ed i rappresentanti di alcuni Paesi latino americani: quello delle elezioni presidenziali.

Quelle che si sono svolte lo scorso maggio e che Report Difesa ha seguito in presa diretta per molti Paesi, ed oggi anche per l’Italia, devono essere rifatte perché come ha sostenuto Moavero Milanesi sono state “inficiate nella loro correttezza, legalità ed equità”. E, dunque, non attribuiscono una “legittimità democratica a chi ne sarebbe risultato vincitore: Nicolás Maduro”.

Un elettore pone il suo dito nella macchina elettronica per votare, lo scorso maggio

Di conseguenza, il Governo italiano chiede con fermezza nuove elezioni presidenziali nei tempi più rapidi possibili. “Devono essere elezioni libere, trasparenti e credibili – ha detto ai deputati il titolare della Farnesina -. Devono svolgersi in condizioni di piena democrazia e giustizia, con tutte le garanzie della comunità internazionale. Gli elettori venezuelani devono tornare padroni di scegliere chi li rappresenta e governa”.

Intanto il Governo Conte, come ha spiegato Moavero Milanesi, si sta attivando affinché siano tutelati “la sicurezza e gli interessi dei nostri connazionali residenti in Venezuela e delle aziende italiane”.

“È un dovere verso i nostri compatrioti che si trovano in questo Paese in una situazione così difficile – ha aggiunto – così come verso la comunità di origine italiana del Venezuela”.

“Segnalo che il 10 gennaio – ha ricordato il ministro degli Affari esteri – quando c’è stato l’insediamento di Nicolás Maduro per il secondo mandato, nessuno degli ambasciatori dei Paesi membri dell’Unione europea vi ha partecipato. Quindi, naturalmente, non ha partecipato neppure l’ambasciatore italiano. Il 26 gennaio, tutti gli Stati dell’Unione europea – ne avevo riferito in Senato nell’informativa – hanno sottoscritto una dichiarazione, alla quale abbiamo partecipato attivamente, che condanna ogni tipo di violenta repressione, che dà sostegno all’Assemblea nazionale in quanto organo legittimamente eletto e che contiene un appello alla convocazione urgente di nuove elezioni presidenziali, riservandosi – diceva quella dichiarazione -, in mancanza della convocazione di elezioni, nei prossimi giorni, un riconoscimento di leadership al presidente dell’Assemblea nazionale Juan Guaidó, ai sensi della interpretazione che veniva data alla Costituzione venezuelana”.

Successivamente a questa dichiarazione, ha poi proseguito il titolare della Farnesina, “c’è stata un’accelerazione da parte di una maggioranza di Stati dell’Unione Europea, che ha proceduto al riconoscimento di Juan Guaidó come Presidente ad interim, e c’è stato, soprattutto, un voto importante il 31 di gennaio al Parlamento europeo con la medesima conclusione”.

A livello di ministri degli Esteri dell’Unione europea è stato attivato un Gruppo internazionale di contatto che era stato già deciso in precedenza, “che secondo il suo mandato deve occuparsi di favorire un processo politico che consenta di realizzare al più presto elezioni presidenziali democratiche, portando ad una soluzione pacifica della crisi”.

Questo gruppo, ha evidenziato Moavero Milanesi, ha una composizione mista. Ci sono quattro Paesi dell’America Latina (Bolivia, Costarica, Ecuador e Uruguay), otto Paesi europei (Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Spagna e Svezia), oltre alla stessa Unione europea, che partecipa con il vicepresidente della Commissione, Federica Mogherini. Ha partecipato alla prima riunione che si è svolta il 7 febbraio anche il Messico, che pure non fa parte formale del gruppo”.

Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza

“Il comunicato finale di questa riunione, trattasi di un comunicato, quindi non di una delibera o di una decisione – ha ancora spiegato il ministro –  dal quale si è dissociata la sola Bolivia, chiarisce tre punti. Il primo è l’obiettivo di elezioni presidenziali libere e credibili il più presto possibile”.

Il secondo punto è che i copresidenti del Gruppo di contatto internazionale, che sono il ministro degli Esteri dell’Uruguay e la Mogherini, sono stati incaricati di prendere accordi con tutti gli attori venezuelani e con i Paesi interessati “al fine di stabilire ogni garanzia per un processo elettorale equo ed assicurare il flusso degli aiuti umanitari. Questi sono i due obiettivi base perseguiti sul terreno con questo incarico concreto ai copresidenti”.

Il terzo elemento del comunicato finale, così come ha sostenuto il ministro, è l’istituzione di una missione a livello tecnico preparatoria, una missione ad hoc. la quale sarà inviata entro poche settimane in Venezuela per preparare “l’attuazione del processo di cui ho detto, quindi, delle varie tappe verso le elezioni nei tempi più rapidi possibili”.

Esiste anche il cosiddetto Meccanismo di Montevideo, animato dall’Uruguay e dal Messico, al quale ha recentemente aderito la Bolivia e al quale partecipano anche i Paesi dell’Area dei Caraibi. Esso si riunito il 6 febbraio, adottando una delibera molto cauta, impegnandosi a favore del dialogo e del negoziato, ma non ha chiesto nuove elezioni presidenziali.

Anche il cosiddetto Gruppo di Lima che comprende 11 Paesi latinoamericani, incluso, il Canada si occupa di Venezuela. Nel Gruppo ci sono Paesi importanti come Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Costarica, Guatemala, Honduras, Panama, Paraguay, Perù ed appunto il Canada.

L’ultima riunione risale al 4 febbraio. “La sua linea – ha detto Moavero ai depurati – è una linea di deciso sostegno al presidente dell’Assemblea nazionale venezuelana Juan Guaidó. La situazione in Venezuela è oggetto di una notevole attenzione internazionale, Paesi importanti sullo scenario planetario, quali Stati Uniti, Russia, Cina, naturalmente le Nazioni Unite portano grande attenzione; questo lo si vede anche nelle contrapposte risoluzioni che sono state presentate nel quadro delle Nazioni Unite”.

Secondo il Governo italiano, la situazione è estremamente complessa, è piena di incertezze e di gravi rischi. “Bisogna prevenire scontri e violenze che potrebbero sfociare perfino in una guerra civile – ha ancora evidenziato il ministro degli Affari esteri – e bisogna preservare da conseguenze ancora più negative il popolo venezuelano. È importante favorire il dialogo, se possibile una riconciliazione nazionale, che permetta di restituire nei tempi più rapidi la scelta dei propri governanti al popolo venezuelano”.

Per Moavero “è importante cercare di evitare che si creino contrapposizioni antitetiche che rallentino questo processo verso le nuove elezioni, che restano, secondo noi, la via di soluzione: nuove elezioni presidenziali, naturalmente, perché sono quelle su cui esistono le critiche di legittimità e di equità; restano valide naturalmente le elezioni che hanno portato all’elezione dell’Assemblea nazionale successivamente. È coerente questa posizione con le conclusioni, il comunicato del Gruppo di Montevideo; è anche coerente con la dichiarazione che fu fatta il 26 gennaio, di comune accordo fra i Paesi europei”.

L’Italia ha proceduto ad un primo stanziamento di emergenza del valore di 2 milioni di euro come aiuti umanitari che è stato fatto a favore della popolazione del Venezuela, da erogarsi “nel più assoluto rispetto dei principi del diritto internazionale umanitario”, ha detto il ministro.

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