Venezuela: domani si vota per le Presidenziali. Il Paese chiede il rispetto della sua sovranità per proseguire sulla strada dello sviluppo economico e sociale

CARACAS (dal nostro inviato). Domani la Repubblica Bolivariana del Venezuela eleggerà il suo Presidente.

Tra l’attuale Nicolas Maduro Moro e lo sfidante che rappresenta una coalizione di destra Edmundo Gonzalez, oltre ad altri 12 candidati di opposizione.

Il Presidente Nicolas Maduro Moro al comizio conclusivo di Caracas, giovedì scorso

Maduro, 61 anni contro il 73enne diplomatico Gonzalez.

Un nome che è stato scelto dall’opposizione dopo che Maria Carolina Machado per gravissime ragioni giudiziarie è stata messa fuori gioco.

Il tutto avverrà con un voto elettronico, sul quale vigileranno il Comitato Nazionale elettorale e moltissimi osservatori provenienti da vari Paesi del mondo.

Si voterà domani per le elezioni presidenziali in Veneuzela

Maduro è un Presidente molto amato dai venezuelani. Come ha detto lui stesso nel suo ultimo comizio, giovedì sera a Caracas, davanti ad una platea di oltre un milione di sostenitori, proviene dalla strada.

Sostenitori di Maduro in una manifestazione a Caracas

Non ha studiato in una grande Università ma ha sempre lavorato. Ma, soprattutto, si è detto un fedele cattolico che prega ogni giorno con il Padre Nostro per il bene del suo Paese.

Insomma, Dio, Patria e Famiglia, concetti che in Italia sono considerati espressione della destra qui vengono declinati a sinistra.

Il ruolo della famiglia, della donna, dei giovani sono temi cari al Presidente, così come lo erano stati con Hugo Chavez Frias.

La stessa parola Patria e la parola Onore che noi attribuiremmo alla destra qui sono patrimonio della sinistra.

Stiamo parlando di una sinistra che potremmo definire “storica” nella misura in cui è figlia di un percorso iniziato ai tempi di Simon Bolivar, il Libertador al quale poi Chavez si ispirò negli scritti e nella sua attività politica dal 2 febbraio 1999 fino al giorno della sua morte avvenuta il 5 marzo 2013.

Il monumento a Simon Bolivar nell’omonima Piazza a Caracas

Essa si contrappone a una destra, la quale qui oltre Oceano è considerata molto violenta e portatrice di pensieri e azioni antidemocratici.

L’attacco al Palazzo presidenziale de “La Moneda”

Tutti ricordano i regimi in Cile, Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay  (solo per citarne alcuni) che hanno prodotto una fortissima repressione di libertà, di diritti civili e l’uccisione di numerosissime persone.

La questione dei desaparecidos è un tema sul quale si continua ancora ad indagare.

AL VOTO DI DOMENICA

Maduro ha scelto il 28 luglio per celebrare il compleanno del suo mentore.

Infatti Chavez era nato il 28 luglio 1954.

Hugo Chavez

Rispetto a 6 anni fa il Paese sembra molto cambiato.

Sta puntando,  infatti, al turismo e al mondo delle piccole e medie imprese.

Lo ha ribadito il candidato Presidente chiedendo il voto degli imprenditori.

Ha infatti voluto riconoscere a questa parte della società un ampio appoggio con l’obiettivo di espandere le opportunità dei commerci e gli investimenti di diversa grandezza. Il tutto per aumentare lo sviluppo industriale.

E guardando al particolare del turismo potremmo dire che, grazie al grandissimo lungo e fraterno rapporto con Cuba (metà di milioni di visitatori) pensiamo che potrebbe essere utile un percorso crocieristico che porti i viaggiatori a conoscere non solo le bellezze dell’isola ma anche quelle Venezuela.

Una mappa di Cuba

Il Paese non è infatti solo petrolio (nel 2020 sono stati ordinati 743 milioni di dollari di barili), materie prime (che chiaramente fanno gola a varie potenze politico-economico) ma è anche storia, cultura e bellezze naturalistiche.

Per rafforzarsi sempre di più il Governo ha creato un Programma di Recupero Economico fatto di 4 misure: stimolo della produzione nazionale, riscossione delle tasse, impulso alle esportazioni non tradizionali (non petrolifere), appoggio agli imprenditori.

Uno stand di prodotti veneziani in una fiera a Caracas

Il tutto per garantire anche un maggiore impegno a sostegno dei cittadini, senza dipendere solo dall’Oro nero.

Un sostegno fatto con la costruzione di nuove case (5 milioni negli ultimi anni), ai pensionati, per dare maggiori opportunità di lavoro.

Ma su tutto questo c’è la Spada di Damocle delle sanzioni statunitensi e di quelle dell’Unione Europea nel nome forse di una visione ideologica che definiremmo manichea al quale si contrappone la richiesta di pace, stabilità e la considerazione di essere uno Stato sovrano, con la sua Costituzione, il suo Parlamento, le sue Leggi, il suo Governo.

Domani alle 5 (le 11 in Italia) la Repubblica Bolivariana del Venezuela andrà al voto e i cittadini, nel rispetto di una parola quale Democrazia, decideranno.

Alla faccia di tutti i sondaggi, ai quali personalmente non ho mai creduto, su una macchina elettronica troveranno i volti dei candidati e sceglieranno quello che preferiscono.

La macchina registrerà il voto, ne uscirà una ricevuta che testimonierà l’effettuazione dello stesso (la ricevuta dovrà essere posta in una specie di urna; se così non venisse fatto, il voto non sarebbe valido e il cittadino verrebbe sanzionato penalmente).

Alla chiusura dei seggi, dopo 12 ore, conosceremo i risultati.

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