Venezuela: l’Amministrazione Maduro denuncia alla Corte Penale internazionale il blocco economico. Prodotte troppe sofferenze per il popolo

Caracas. Il Venezuela ha consegnato al nuovo Procuratore della Corte Penale internazionale (CPI), Karim Khan, un rapporto nel quale sono illustrati tutti i danni che, secondo il Governo del Paese sudamericano, sono stati causati dall’imposizione delle misure coercitive unilaterali contro il Paese.

Il Procuratore della Corte Penale internazionale (CPI), Karim Khan,

I documenti fanno parte di un fascicolo aperto dal febbraio 2020, quando è stata denunciata la natura penale delle cosiddette sanzioni innanzi a tale istanza.

Per l’Amministrazione Maduro il risultato di queste azioni contrarie “al diritto internazionale, è stata l’imposizione di misure contro 192 persone, 150 aziende, 69 navi, 58 aerei e 30 petroliere, che collocano il Venezuela come il quinto Paese con il maggior numero di misure coercitive unilaterali al mondo”.

Il Presidente venezuelano Nicolas Maduro

Per la vice Presidente esecutiva, Delcy Rodríguez “coloro che promuovono queste azioni non si preoccupano delle sofferenze che hanno causato al popolo venezuelano, poiché il loro obiettivo politico è sconfiggere un Governo non allineato”.

La vice presidente esecutiva del Venezuela Delcy Rodriguez

Il documento consegnato descrive i danni causati alla principale industria del Paese: la Petróleos de Venezuela (PDVSA).

“Le condizioni produttive reddituali dello Stato – evidenziano ancora le Autorità di Caracas  – hanno avuto un comportamento simile a quello di altre nazioni, ma dall’ottobre 2017, a seguito delle misure coercitive unilaterali, è iniziato il degrado della compagnia. Ciò ha portato al calo del reddito nazionale del 99%”.

E tutto questo, sostengono ancora le Autorità venezuelane, ha provocato un danno evidente anche sulla salute della popolazione.

La produzione di farmaci è diminuita. Nel 2016, 15 filiali farmaceutiche hanno lasciato il Paese e sono state congelate le risorse per il pagamento dei vaccini all’Organizzazione Panamericana della Sanità (PAHO).

Gli attacchi derivati dal blocco hanno compromesso anche l’approvvigionamento di acqua potabile. I produttori di pompe, sistemi di energizzazione e pezzi di ricambio hanno ritardato o annullato la spedizione delle forniture, a causa di restrizioni nell’effettuare transazioni o trasferire materiali.

Le misure coercitive unilaterali hanno riguardato anche le importazioni di cibo, che hanno iniziato a diminuire nel 2014, così come lo sviluppo del programma dei Comitati Locali di Approvvigionamento e Produzione (CLAP) e la disponibilità di proteine.

“Con il rapporto pubblicato questa settimana – ha spiegato la vice Presidente esecutiva Rodríguez – abbiamo completato il ciclo per dimostrare che ci sono cause ragionevoli, in questo deferimento che è stato fatto davanti alla Corte Penale Internazionale, per affermare che è stato commesso un crimine contro l’umanità”.

La Rodríguez ha anche evidenziato che, nei mesi precedenti, erano stati inviati come “prova gli strumenti legali che fungono da impalcatura per questa violazione dei diritti dei venezuelani”.

Sono state consegnate alla Corte le dichiarazioni di John Bolton, ex consigliere per la Sicurezza nazionale nell’Amministrazione Trump, il rapporto del relatore speciale delle Nazioni Unite sull’impatto negativo delle misure coercitive unilaterali sul godimento dei diritti umani, Alena Douhan, le lettere delle banche che hanno bloccato le risorse del Paese e il rapporto dell’organismo di controllo del Governo degli Stati Uniti, che ammette che le “sanzioni” hanno creato ostacoli al lavoro umanitario.

© RIPRODUZIONE RISERVATA.

Autore