Di Valeria Fraquelli
Lione. Ieri, a Lione il vertice bilaterale Italia- Francia tra il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il Presidente francese Emmanuel Macron ha ufficialmente sancito l’accordo sul controllo dei cantieri navali di Saint Nazaire da parte degli italiani di Fincantieri. L’azienda triestina avrà il 50% più 1 delle azioni di STX ed è proprio su quel fatidico 1% che si sono scatenati tanti rancori da parte dei francesi.

Il Presidente francese ed il capo del Governo italiano, Gentiloni
Nei rapporti tra Italia e Francia, in ballo non c’è solamente il controllo di un sito strategico ma anche l’occupazione e le tante commesse di navi civili e militari.
Nelle intenzioni dei due Governi, i cantieri navali di Saint Nazaire dovrebbero trasformarsi insieme a quelli di Fincantieri in un’enorme multinazionale destinata ad essere sin da subito il più grande polo cantieristico europeo, all’avanguardia in grado di costruire sia navi civili sia navi militari, incluse le grandi portaerei.
“Il futuro industriale del Gruppo – ha detto il Presidente Macron – sarà quello di produrre le navi di eccellenza del XXI secolo, ed è per questo che i cantieri dovranno essere mantenuti sempre competitivi e capaci di creare soluzioni innovative”.
Proprio sulla cantieristica militare si sono avuti i problemi maggiori per la fusione tra le due aziende. Il settore militare è molto delicato ed ogni nazione ha i propri segreti che devono essere protetti ad ogni costo.
In cambio del controllo effettivo sui cantieri navali Fincantieri si è impegnata ad una futura alleanza con Naval Group per quanto riguarda la costruzione delle navi da guerra.
Il Ministro della difesa italiano Roberta Pinotti e la sua omologa francese Florence Parly convocheranno nell’estate del 2018 dei gruppi di lavoro specifici per permettere una proficua unione tra le due aziende, nel rispetto degli interessi strategici dei due Paesi.
Naval Group è una azienda che si occupa di progettare e costruire le navi militari ed anche i sottomarini della Marina francese. Appartiene in maggioranza allo Stato francese, mentre Thales, altra azienda francese specializzata nel settore della difesa, detiene il 35%.
A partire dalla Seconda Guerra mondiale le navi militari francesi furono progettate e costruite dalla Direzione delle costruzioni navali (Direction des Constructions Navales – DCN) che successivamente è stata incorporata nella Delegazione generale per l’armamento (Délégation Générale pour l’armement – DGA).
Dal 2000 DCN è sotto la diretta responsabilità del Ministro della difesa e non più sotto la DGA e dal 2002 DCN con Thales ha istituito la società Armaris che deteneva il 50% di Horizon Sas, l’Agenzia di sviluppo per il progetto comune italo-francese delle fregate Classe Orizzonte ed il 50% di EuroSysNav SAS, il principale contraente per il sistema di combattimento delle Orizzonte, compreso il VLS Sylver.
Il 29 marzo 2007, DCN e Thales conclusero un accordo navale con il Governo francese, consolidando la loro attività in Francia. In base all’accordo DCN divenne l’unico azionista di Armaris e contemporaneamente, la Thales acquisì una partecipazione del 25% in DCN insieme con il Governo francese che mantenne il 75% di quota di partecipazione. Dal 4 aprile 2007 fino al 28 giugno 2017, l’azienda assunse la denominazione di DCNS (Direction des Constructions Navales Services).
Il 28 giugno la DCNS cambiò nome in Naval Group.

Lavoratori della Naval Group
L’unione tra Fincantieri e Naval Group potrebbe rivelarsi strategica per il settore della cantieristica navale militare. Sarebbero costruite navi militari più efficienti e dotate delle ultime tecnologie che di certo gioveranno alla sicurezza dei due Paesi ed una partnership in un settore così delicato come quello della difesa potrebbe portare a trovare soluzioni innovative in campo militare.
Il tema della Difesa si è intrecciato strettamente con la stabilizzazione politica ed istituzionale della Libia e la lotta all’immigrazione clandestina. Proprio in tema di immigrazione si spera che la Francia in futuro sia davvero più solidale con l’Italia e non continui a respingere i migranti verso il nostro territorio.
Sia la Francia che l’Italia dicono di avere vinto e di avere fatto grossi passi in avanti anche nell’ottica di una maggiore integrazione europea ma sapranno davvero mettere da parte le reciproche divergenze e diffidenze per collaborare?
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