Guardia di Finanza: a Lecce scoperta frode sull’olio utilizzato per i pasti di alunni e anziani. Denunciati 3 imprenditori.

Di Pierluca Cassano

LECCE. Le Fiamme Gialle operanti nella provincia di Lecce hanno scoperto, nel corso di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Lecce e condotta in collaborazione con l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari Puglia e Basilicata (I.C.Q.R.F.), un’ingente e pericolosa frode alimentare e nelle pubbliche forniture consistente nell’utilizzo di olio per mense scolastiche e per case di riposo che, “sulla carta”, sarebbe dovuto essere extravergine ma, in realtà, è risultato essere di bassa qualità.

I controlli della Guardia di Finanza

In particolare, dagli accertamenti della Compagnia della Guardia di Finanza di Gallipoli è emerso che i titolari di una società responsabile – in quasi 40 comuni della provincia di Lecce – della refezione di alunni sia della scuola dell’infanzia sia primaria e di anziani residenti in Case di cura hanno impiegato, nei propri 25 “centri cottura”, anziché olio extravergine di oliva ovvero olio biologico (come formalmente previsto dai capitolati e dai contratti d’appalto), circa 38 tonnellate di composti di olio di oliva di categoria merceologica inferiore e di provenienza sconosciuta forniti, a basso costo, da un imprenditore calabrese connivente.

Addirittura, in alcuni casi, è stato riscontrato l’impiego, durante le fasi di imbottigliamento, di olio “lampante”, tutt’altro che idoneo al consumo umano.

Nei giorni scorsi, l’Autorita’ Giudiziaria inquirente ha emesso l’avviso di conclusione delle indagini preliminari e contestuale informazione di garanzia nei confronti di tre indagati (due imprenditori salentini e uno calabrese) e di una società di capitali, per ipotesi di reato di frode nelle pubbliche forniture (art. 356 Codice penale), frode nell’esercizio del commercio (art. 515 Codice penale), vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine (art. 516 Codice Penale) e contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari (art. 517 quater Codice Penale).

Al contempo, sono stati immediatamente informati tutti i Comuni interessati dalla potenziale frode per gli adempimenti amministrativi di competenza, nonché per le proprie valutazioni ai fini dell’eventuale successiva revoca del servizio di refezione.

Si precisa che il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo all’esito di sentenza irrevocabile di condanna.

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