Guardia di Finanza: a Torino, lotta alla contraffazione e al falso “made in Italy”. Sequestrati oltre 5 milioni di articoli “fake”

Di Massimo Giardinieri

Torino. Oltre 5 milioni e 300 mila articoli sequestrati, è questo il bilancio dell’ultima operazione anti-contraffazione condotta nei giorni scorsi dai finanzieri del Comando Provinciale di Torino, che ha interessato tre depositi siti a Milano e nella provincia di Novara.

L’operazione della GDF contro la contraffazione

Il primo intervento trae origine da un più ampio contesto investigativo portato avanti dai “baschi verdi del Gruppo Pronto Impiego torinese, che a sua volta era stato avviato da seguito di un sequestro avvenuto alcune settimane prima presso alcuni store del capoluogo piemontese.

In quel caso gli stessi “Baschi verdi”, insospettiti dai prezzi troppo convenienti praticati su alcuni capi di abbigliamento presentati però come di “alta qualità”, hanno deciso di approfondire i controlli coinvolgendo il Laboratorio Chimico del CNR di Biella che, difatti, ha confermato la natura assolutamente “fake” dei prodotti analizzati, risultati essere prodotti in tessuto acrilico e non in seta come invece indicato sulle etichette.

Le susseguenti indagini avviate proprio a seguito di quel sequestro, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno dato poi modo agli investigatori della GDF di risalire alla filiera attraverso la quale avvenivano gli approvvigionamenti, ma anche d’individuare nella città di Milano due depositi gestiti da un imprenditore di origine asiatica, quest’ultimo operante nel settore del commercio all’ingrosso di abbigliamento.

Proprio nei due depositi “triangolati” dalle indagini sono saltati fuori oltre 51.000 capi di abbigliamento, anche questi propinati al pubblico come indumenti di pregio oltre che marchiati con alcune tra le più note “griffe” mondiali della moda quali Louis Vuitton e Fendi, che i finanzieri hanno ovviamente sequestrato. Anche in questo caso (a seguito di opportune analisi tecniche) si è trattato di abiti che erano stati realizzati in acrilico e non in seta come invece indicato sulle etichette.

L’imprenditore in questione – ferma restando la presunzione di innocenza fino a compiuto accertamento delle responsabilità – è stato pertanto denunciato all’Autorità giudiziaria per i reati di frode in commercio, contraffazione marchi e ricettazione, mentre i capi di abbigliamento in questione, una volta messi in vendita, avrebbero fruttato un guadagno pacificamente stimabile in oltre 1 milione di euro.

Oltre 5 milioni di accessori di telefonia tra power bank, cavi carica batterie, cover, cuffie, auricolari, e casse stereo tutti riportanti segni e simboli tipici del “made in Italy” (in realtà interamente prodotti e successivamente importati dalla Cina), sono stati invece sequestrati all’interno di due depositi siti nel Novarese.

Anche in quest’occasione le Fiamme Gialle sono arrivate a bersaglio risalendo alla catena di distribuzione della merce illecita, ciò a seguito di un intervento effettuato giorni prima a Torino presso alcuni punti-vendita ove erano stati rinvenuti e sequestrati centinaia di articoli sul genere, anche questi rifilati al pubblico come di origine italiana ancorché prodotti in Cina e da lì importati.

L’ingente quantitativo di tali accessori per la telefonia mobile, che peraltro sarebbe stato commercializzato attraverso la grande distribuzione organizzata, è finito sotto sequestro a seguito delle perquisizioni che la competente Autorità Giudiziaria ha disposto nei confronti di un imprenditore italiano, il quale dovrà ora rispondere dei reati di frode in commercio e vendita di prodotti industriali con segni mendaci, fatta comunque salva la presunzione di innocenza fino pronuncia definitiva di condanna.

La merce in questione, una volta inserita nei canali commerciali e venduta al pubblico, avrebbe consentito di ottenere ricavi per circa 28 milioni di euro.

Anche per le operazioni qui descritte si è trattato di una specifica attività di prevenzione e repressione che la GDF torinese sta portando avanti da tempo e con ampio impiego di personale oltre che di risorse investigative, ciò per tutelare i distretti industriali presenti nel territorio di sua competenza.

Un target operativo di grande importanza dunque, che peraltro rientra nelle strategie che la Guardia di Finanza sta conducendo su tutto il territorio nazionale per preservare l’economia sana del Paese da queste diffuse forme di criminalità.

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