Yemen: USA e Regno Unito lanciano l’operazione “Poseidon Archer”. La risoluzione del problema “Houthi” appare, però, ancora lontana

Di Fabrizio Scarinci

SANAA. L’operazione lanciata da USA e Regno Unito contro le infrastrutture e i sistemi di lancio degli Houthi è stata ridenominata, ieri, “Poseidon Archer”; un nome particolarmente bellicoso che sembrerebbe sottintendere la volontà di Washington e Londra di intensificare i propri raid.

A tal proposito, già durante la notte scorsa si è avuto un significativo assaggio di ciò che potrebbe presto accadere, con un attacco piuttosto intenso contro almeno una decina di obiettivi (soprattutto depositi di munizioni, installazioni della difesa aerea e siti missilistici) collocati nel territorio controllato dai miliziani filo-iraniani.

Un’immagine dei raid della scorsa notte

Stando a quanto comunicato, a prendere parte all’azione sarebbero state diverse unità navali di stanza nel Mar Rosso, che avrebbero lanciato diverse decine di missili da crociera Tomahawk, alcuni cacciabombardieri F/A-18E Super Hornet ed EA-18G Growler (operanti a partire dalla portaerei statunitense Eisenhower) e quattro Typhoon della RAF decollati dalla base cipriota di Akrotiri, che avrebbero colpito i propri bersagli facendo uso di bombe guidate di tipo Paveway IV.

Oltre a questi sistemi sarebbero stati impiegati anche un E-2C Hawkeye (decollato anch’esso dalla Eisenhower con il compito di coordinare l’operazione), un aereo spia RC-135V Rivet Joint, uno UAV da ricognizione a lungo raggio RQ-4B Global Hawk e un MQ-9 Reaper.

L’E2-C utilizzato dall’US Navy durante le azioni della notte scorsa

Tuttavia, come si è già avuto modo di spiegare in precedenza, risulta assai difficile immaginare che questo genere di operazioni possa davvero fermare gli attacchi degli Houthi ai danni delle navi mercantili transitanti nell’area.

Certo, il blocco dei loro porti e il bombardamento dei loro siti di lancio missilistici può senz’altro contribuire ad alleviare il problema, ma, considerando il livello di determinazione da essi mostrato fino a questo momento, l’obiettivo di riportare per davvero un certo grado di sicurezza nell’area potrebbe oggettivamente richiedere azioni di tipo molto più complesso e, forse, anche una qualche forma di presenza militare sul terreno.

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