Difesa. Ministro Crosetto: “Serve una NATO capace di evolversi e che guardi al Sud del mondo e all’Asia”. Intanto i Paesi arabi e islamici pensano a un loro Alleanza in funzione anti Israele

ROMA (dal nostro inviato). In questo momento storico fondamentale per il nostro Paese, per l’Europa (come Continente) e come Unione Europea (come organismo internazionale) occorre analizzare di quale tipo di Difesa e di Sicurezza abbiamo bisogno per rispondere ad eventuali minacce di vario tipo: cyber, con droni, cognitive e altre.

Il Segretario Generale della NATO, Mark Rutte

Ma soprattutto dobbiamo discutere a distanza di 76 anni del valore dell’Organismo deputato, diciamo per eccellenza a garantire la nostra sicurezza e quella di tutto l’Occidente ma anche quella di Paesi dell’ex blocco sovietico che ne sono divenuti partecipi: la NATO, o Alleanza atlantica che dir si voglia.

In tutti questi decenni la NATO, nella storia ha superato problemi politici, contestazioni, critiche, ha gestito ( e gestisce) missioni delicate di varia natura operativa.

Ma oggi, con un conflitto ancora in corso tra Ucraina e Russia, dove l’Alleanza ha sostenuto e sostiene politicamente e militarmente il Governo di Kiev, che tipo di NATO è necessaria?

Il nostro ministro della Difesa, Guido Crosetto, interpellato, oggi a Roma, al termine del 1° Forum 2025-2026 dedicato alla “Defemce Procurement: la prospettiva nazionale per una Difesa europea” ha ribadito che il compito storico per cui era nata la NATO era  quello di evolversi e di “ampliarsi al Sud del mondo, all’Asia”.

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto

La NATO, ha aggiunto il ministro, doveva diventare “una grande organizzazione a supporto di un’altra grande organizzazione multilaterale qual è l’ONU come garanzia di pace soprattutto”.

Per arrivare a questo risultato doveva guadagnarsi spazi come ente terzo, allargandosi all’India, al Brasile a Stati africani,  all’Australia, al Giappone”.

“Continuo a pensare – ha aggiunto – che abbiamo bisogno di un’evoluzione di organizzazioni che sono uguali da oltre 70 anni e che la NATO dovrebbe fare quello perché altrimenti nasceranno tante NATO occidentali, nell’Asia e alla fine ci saranno tante che si confronteranno. Ma non  penso che questo sia sia l’obiettivo che io auspico”.

Intanto, nel mondo arabo si è registrato un interesse politico e militare per creare una NATO araba.

L’idea è emersa dal recente vertice straordinario della Lega Araba e dell’Organizzazione islamica mondiale a Doha, in Qatar.

In questa occasione si è pensato a creare una sorta di NATO inter-araba come risposta islamica all’attacco israeliano, nei giorni scorsi, nella capitale qatarina.

Ma se nel dibattito tra i vari leader arabi ed islamici è emersa la volontà comune di proteggersi in una sorta di “ombrello militare” condiviso in funzione anti Israele, prima di arrivare a qualcosa di concreto per questa Alleanza ci vorrà del tempo.

Saranno le relazioni internazionali a fare il loro corso, cosa che sembrerebbe emergere dal vertice.

Ma vorremmo ricordare che questi stessi Paesi hanno relazioni molto strette con quelli europei e occidentali.

Alcuni di loro, penso in primis al Qatar, sono dei grandi acquirenti di sistemi d’arma anche italiani.

Dobbiamo dunque capire dove e come nascerà l’ipotetica “NATO araba” o è stata solo una “boutade” data in pasto all’opinione pubblica internazionale per far sì che i popoli arabi si possano sentire più sicuri dal rischio di azioni militari israeliane.

Ma come ha evidenziato ancora il ministro Crosetto è necessario che nascano organizzazioni capaci di preservare la pace. E aggiungiamo noi sappiano usare l’arte della diplomazia per lo sviluppo dei Paesi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna in alto