Guardia di Finanza: in Ancona intercettati 240 mila euro in contanti nel porto cittadino, nascosti nel bagaglio di un cittadino greco

Di Pierluca Cassano

ANCONA. Oltre 240 mila euro in contanti e non dichiarati, sono stati intercettati dai finanzieri del Comando provinciale di Ancona e dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) in servizio presso il porto del capoluogo marchigiano.

L’ingente somma era contenuta (ben occultata) all’interno di un bagaglio a mano, a suo volta riposto in modo poco visibile in un’utilitaria condotta da un cittadino greco residente in Germania.

Un cash dog della Guardia di Finanza in azione

 

Come sempre avviene in questi casi, il soggetto sottoposto a controllo ha riferito ai finanzieri e ai doganieri di non avere alcunché da dichiarare, ma lo stesso personale militare e civile posto di vigilanza nello scalo dorico ha ritenuto vaghe e poco attendibili le incerte risposte loro fornite dall’uomo che, nel frattempo, cominciava anche a manifestare qualche segno d’agitazione.

Viste le circostanze i finanzieri hanno così deciso di far intervenire una propria unità cinofila anti-valuta (cosiddetta “cash dog”) formata da un finanziere-conduttore e da “Isabel”, uno splendido esemplare di pastore tedesco particolarmente abile nel fiutare banconote e addestrato proprio a questo compito, che ha impiegato pochissimo tempo a segnalare agli operatori come in quel bagaglio ci fosse un contenuto la cui natura andava senz’altro accertata.

Nell’evidenza dei fatti è dunque scattata immediatamente la prevista sanzione, con il relativo sequestro di circa 230 mila euro; somma derivante dall’applicazione della specifica normativa valutaria che prevede un sequestro pari al 100% dell’importo eccedente la soglia dei 10 mila euro.

Non è certo questa la prima volta che la GDF e l’ADM intercettano traffici di valuta nel porto della città dorica atteso che – già ad aprile e maggio scorsi – erano finiti nelle maglie dei controlli diverse quantità di denaro per oltre 400 mila (e che superano addirittura i 2 milioni di euro se si considerano gli ultimi 12 mesi).

Sulla vicenda vale senz’altro la pena ricordare che il monitoraggio dei flussi finanziari è il metodo più efficace per individuare i capitali di natura illecita e contrastare pericolose forme di riciclaggio in grado d’inquinare l’economia legale.

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