Guardia di Finanza: operazione “Cartellino Rosso”, scoperto a Catanzaro un diffuso sistema assenteistico nella sanità pubblica. 57 dipendenti indagati

Di Michele Toschi

Catanzaro. È un tutto dire già dal nome dell’operazione (Cartellino Rosso) l’ennesima quanto inaccettabile vicenda di assenteismo nella sanità pubblica, scoperta dalla Guardia di Finanza di Catanzaro, che ha visto complessivamente indagate 57 persone – 15 delle quali sottoposte a misura cautelare – venuta alla luce dopo essersi per lungo tempo celata tra le mura dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Catanzaro ed in quelle dell’ospedale cittadino “Pugliese Ciaccio”.

L’indagine delle fiamme gialle, brillantemente coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha riguardato reiterate condotte illecite di cui si sono resi responsabili numerosi dipendenti pubblici tra dirigenti, impiegati e dipendenti delle citate strutture sanitarie, finalmente scoperti dall’occhio infallibile delle telecamere ma anche da investigatori che ormai ben conoscono tutti i furbeschi sistemi escogitati in questo tipo di reati commessi contro la Pubblica Amministrazione, oltre che contro i cittadini che hanno pieno diritto a vedersi riconosciuta un’assistenza sanitaria efficiente e che non può dunque prescindere da comportamenti lavorativi corretti.

Come spesso avviene in questi casi, sono state alcune microcamere istallate dai finanzieri a dipanare per bene un nebuloso scenario di consolidati malcostumi fatti di badge consegnati al collega compiacente che provvedeva poi a farli “strisciare” negli orologi marcatempo; tutte ore sottratte alle mansioni lavorative – per le quale i responsabili erano però retribuiti – e che andavano così ad essere impiegate per necessità strettamente personali, come il fare la spesa e finanche l’andare a giocare ai videopoker.

Dalle minuziose ricostruzioni effettuate dai militari della GDF, sono stati così documentati oltre 2.100 episodi di ingiustificato allontanamento dal luogo di lavoro, nonché di falsa attestazione delle relative presenze per un totale di circa 1.800 ore di servizio sottratte all’Amministrazione pubblica, circostanza questa che ha peraltro comportato il sequestro preventivo, anche per equivalente, degli stipendi indebitamente introitati per un importo totale di circa 20.000 euro.

Guardia di Finanza in azione

Particolare è stato il caso di uno degli indagati il quale, sospettando la presenza delle infallibili “spie elettroniche”, andava a strisciare i cartellini dei colleghi riparandosi dietro un ombrello aperto per non essere individuato.

Per dare un’idea di quanto fosse ormai diffuso e “sistemizzato” tale riprovevole andazzo, basti considerare il pieno coinvolgimento nella vicenda di alcuni dirigenti, il cui comportamento ha chiaramente dimostrato un ambiente colluso ed in cui sia i controllori, sia i controllati, erano palesemente complici.

I reati contestati dagli inquirenti ai 57 responsabili sono quelli di truffa ai danni di un Ente pubblico e di fraudolenta attestazione della presenza in servizio, ovvero di illeciti che, tra l’altro, possono comportare il licenziamento senza preavviso per gravi motivi disciplinari, in questo caso determinati proprio dalle descritte condotte assenteiste.

Per i maggiori responsabili implicati nell’indagine, tra i quali figurano un dirigente e 14 dipendenti della ASP nonché dell’ospedale “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro, è già stata comunque disposta l’ordinanza di sospensione dal servizio per periodi che vanno dai tre mesi fino ad un anno.

 

 

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