KHARTOUM. Sale, nel Sudan il bilancio dei civili uccisi negli scontri, nello scorso fine settimana, trar i militari dell’Esercito e gli uomini delle RSF (paramilitari).
Almeno 97 sono i morti.
Ieri, le Forze Armate sudanesi (SAF) hanno intensificato i loro attacchi alle postazioni delle RSF, a Khartoum, e in diverse regioni utilizzando aeroplani e armi pesanti.

In una dichiarazione di oggi, il Comitato centrale dei medici sudanesi (CCSD) ha affermato che ieri 41 civili sono stati uccisi.
Inoltre, sono 942 i feriti dall’inizio degli scontri tra le due fazioni.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), i medicinali distribuiti alle strutture sanitarie prima di sabato, sono ormai esauriti e molti dei 9 ospedali di Khartoum che accolgono i civili feriti segnalano carenze di sangue, attrezzature per trasfusioni, fluidi per via endovenosa, forniture mediche e altri beni salvavita.
“Ci sono anche segnalazioni di carenza di personale medico specializzato, compresi gli anestesisti”, ha aggiunto l’OMS.
La capitale è senza acqua e luce. Problematiche che stanno compromettendo la funzionalità delle strutture sanitarie. Inoltre, la carenza di carburante sta avendo un impatto sui generatori dell’ospedale.
Alcune compagnie di telefoni cellulari hanno interrotto, ieri, le comunicazioni.
L’eEercito sudanese ha evacuato i residenti di diversi quartieri di Nyala, la capitale dello stato del Darfur meridionale, dopo che le Forze di supporto rapido (RSF) avevano preso il controllo dei siti militari vicino al centro di comando della 16^ Divisione di Fanteria.
Da ieri la capitale del Sud Darfur è teatro di violenti scontri tra le due fazioni. Sono state utilizzate armi pesanti.
Le battaglie si sono concentrate attorno al Quartier generale di entrambe le parti, oltre all’aeroporto internazionale di Nyala, controllato dalla RSF.
Il Segretario di Stato degli Stati Uniti, Anthony Blinken, ha intanto esortato il Presidente del Transitional Sovereignty Council del Sudan, Generale Abdel Fattah Abdelrahman al-Burhan e il suo vice, Generale Mohamed Hamdan Dagalo ad adottare misure attive per ridurre le tensioni e garantire la sicurezza di tutti i civili.

Alcuni abitanti di Nyala hanno affermato che i loro quartieri sono stati oggetto di saccheggi diffusi, oltre ai negozi del mercato Mawqif al-Jeneina e al-Maljah, nonché le sedi di una serie di organizzazioni internazionali che operano in loco, compresi l’UNICEF e l’UNHCR.
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