Confine Spagna-Marocco: assalto di migranti a Melilla

Melilla. Per il secondo giorno successivo si è registrato a Melilla, al confine tra Spagna e Marocco, un nuovo massiccio assalto di migranti alla recinzione del Barrio Chino.

Portatori di merci marocchini al barrio Chino di Melilla

La Delegazione del Governo locale ha comunicato che sono stati circa 1.200 gli immigrati che hanno tentato di entrare e  circa 350 quelli che sono riusciti ad arrivare a Melilla.

Secondo quanto riporta la stampa locale, diversi agenti della Guardia Civil sono rimasti feriti dopo essere stati colpiti con un bastone.

Sono intervenuti anche mezzi dell’Esercito.

LA VALLA DI MELILLA

La frontiera terrestre tar Spagna e Marocco è lunga circa 11,5 chilometri. Intorno ad essa c’è una doppia protezione (chiamata Valla).

La Valla di Melilla

Quella originaria fu costruita tra il 1993 ed il 1994. Nel 1996 ne fu allzata una di tre metri, con intorno altri sistemi anti intrusione.

Nel 2005 il Governo spagnolo decise di costruire una tripla Valla, con un’altezza di sei metri.

Le enclavi spagnole di Ceuta e Melilla

La prima, quella esteriore che tocca il Marocco ha circa 15 gradi di inclinazione per evitare la discesa. C’è poi una Valla intermedia di circa 3 metri nota come la “Sirga tridimensional”.

Se un migrante passa il primo ostacolo può essere bloccato.

La terza Valla, quella più vicina a Melilla, è alta circa 7 metri.

E’ denominata dalla lettera A alla quale si aggiungono i numeri da 1 (inizio) a 78 (fine).

La recinzione inizia e finisce al mare. La denominazione per lettere serve alla Guardia civil per intervenire in caso di necessità, sapendo con meticolosa precisione dove arrivare.

Intorno alla recinzione ci sono quattro passi terrestri: Beni Ensar, Barrio Chino, Mariguari e Farhana.

Il monte Gurugù, una delle alture importanti per la storia della Spagna coloniale, perchè qui all’inizio del XX secolo ci sono stati una serie di combattimenti tra le truppe iberiche ed i ribelli del Rif guidati da Abd el Krim, domina l’area dove è situato il posto di frontiera del Barrio Chino. “

I controlli del perimetro vengono effettuati con l’aiuto di telecamere ad infrarossi, di visione notturna, di sensori, di elementi di software elettronico.

Tutti i dati arrivano in tempo reale alla sede della Guardia Civil a Madrid. I dati  vengono poi analizzati dall’intelligence del Corpo.

L’elettronica coadiuva il lavoro degli uomini in uniforme. C’è poi il sistema di pattugliamento e di reazione rapida, la quale deve avvenire, in caso di attacco alla barriera, circa in un minuto.

Come è stato calcolato questo tempo? E’ stato calcolato sui subsahariani stessi, i quali per il loro vigore fisico, secondo gli studi effettuati, possono superare circa in un minuto l’ostacolo.

Il mantenimento di questo dispositivo è molto costoso. Nel 2014 il Governo spagnolo ha pagato alla società multinazionale Eulen, incaricata di tenere sempre operativo il sistema, 2,09 milioni di euro.

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