Terrorismo: l’evoluzione della minaccia nella società liquida. Accordo fra la Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia e la SPES Academy

Di Benedetta La Corte 

ROMA. Oggi,  la minaccia terroristica ha assunto una nuova forma: è diventata liquida.

Le azioni dei terroristi si conformano come operazioni pensate ed agite in solitaria, si consumano in tempi rapidi e risultano essere improvvise. Proprio per questo è più difficile arginare il fenomeno, individuare e prevedere gli attacchi.

Un esempio?  L’attentato di matrice jihadista, a Londra del 2016. All’epoca, un elemento noto e radicalizzato senza provvedimento giudiziario alla guida di un Range Rover iniziò a travolgere le persone che si trovavano vicino il Parlamento inglese per poi uccidere, con un coltello da cucina, un poliziotto.

La durata cronometrata di questa operazione fu di soli 91’ secondi.

La nuova sfida globale consiste nel prevenire questi attacchi, tuttavia al mutare delle modalità, va rafforzata la cooperazione degli Stati membri dell’Unione, nuove norme e, più in generale, un nuovo modo di affrontare il terrorismo.

In passato, ad esempio, gli attentatori studiavano per anni gli obiettivi, cercavano di fare proselitismo.

Gli attacchi erano più strutturati e compiuti da più persone.

Sono sempre meno, oggi, le persone che si prestano a compiere le azioni kamikaze e il singolo soggetto diviene in grado di generare terrore, al pari di un’organizzazione vera e propria.

Anche se non bisogna dimenticare che dietro tutto questo c’è la costanza di un’ incessante propaganda jhadista che in pochissimo tempo radicalizza le persone attraverso il Web e il Dark Web.

Riprendendo il concetto di liquidità del filosofo polacco Zygmunt Bauman, l’individuo immerso nella società liquida di tipo consumistico è sempre più solo e vive un senso di incertezza e precarietà.

Anche le relazioni che intesse risultano essere deboli e diventano sempre più liquefatte per via della velocità con la quale si esauriscono.

Se riportiamo lo stesso concetto al lessico dell’azione terroristica si parla di “lupi solitari”, ovvero quegli individui che pensano e agiscono in modo autonomo nel compiere gli attacchi terroristici, senza rispondere ad un’organizzazione e senza rispettare alcuna gerarchia.

Il termine “lupo solitario” divenne un’espressione comune nel linguaggio giornalistico quando a seguito di un attentato, nel 2017, alla moschea di Saint- Foy in Québec, il ministro della Sicurezza pubblica canadese, Ralph Goodale, definì così il ragazzo attentatore che uccise in quell’occasione sei persone, agendo in perfetta autonomia.

 

Il Prefetto di Roma Lamberto Giannini

 

Il Prefetto di Roma, Lamberto Giannini, impegnato per oltre ventisette anni nel contrasto all’eversione ed al terrorismo interno ed internazionale, in una lezione tenuta nei giorni scorsi presso la Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia (SFP) a Roma ha parlato dell’evoluzione del terrorismo a partire della minaccia di matrice radicale religiosa, in particolare dell’ “Islamic State”, in arabo Daesh, meglio noto con l’acronimo inglese ISIS.

Giannini che ha definito come “una formazione terroristica che si accresce e diventa Stato fruendo di un territorio, di risorse illimitate e compiendo azioni di genocidio nei confronti delle minoranze come quelle sciite, curde”.

Ha poi proseguito: “noi ci troviamo ad affrontare un progetto di aggressione ambizioso in cui vengono attirati soggetti di tutto il mondo a creare uno Stato ispirandosi alla Shaaria”.

La propaganda da parte dello Stato Islamico si è inoltre servita alla rivista online Dabiq, per raccogliere denaro e far conoscere i suoi scopi all’Occidente.
Il nome della rivista è quello di una località molto significativa nella tradizione sunnita perché è proprio lì che si dovrebbe combattere una battaglia finale tra la verità e l’apostasia, la prima vera battaglia tra gli sciiti e i sunniti.

Una volta che i sunniti avranno vinto questa battaglia l’obiettivo è quello di conquistare l’Occidente partendo da Gerusalemme, passando per Costantinopoli fino ad arrivare a Roma.

Un fotomontaggio proposto nel quinto numero della rivista fa vedere molto bene questo: una la bandiera dell’auto proclamato Stato Islamico, Daesh sull’obelisco di Piazza San Pietro.

All’ inizio lo scontro è nei territori vicini che vengono aggrediti con la tecnica della destabilizzazione con attentati, autobombe sempre a danni degli sciiti ma ben presto questa aggressione dilaga in Europa, con l’attacco nel 2014 al museo ebraico di Bruxelles. Compiuto da un cittadino francese di origine nord africane, di nome Mehdi Nemmouche. Si tratta di un Foreign Fighter, che ha lasciato i territori europei per andare a combattere per la causa Shaaria.

Il ragazzo ha un passato disagiato infatti passa la sua adolescenza fra una casa famiglia e una famiglia affidataria che regolarmente lo rifiuta. Fino a quando compie un reato più grande, viene arrestato in Francia dove si radicalizzato.  Subito dopo aver scontato la pena va in Malesia in una zona di combattimento attraversa la rotta balcanica in bus, armato di kalashnikov e arriva a Bruxelles dove compie l’attentato.

Oggi è sempre più indispensabile agire in maniera preventiva, lavorare sui territori e sul mondo sommerso del web, per questo grazie anche alle proposte avanzate dal Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo, allo stato attuale è possibile revocare la concessione di cittadinanza nel caso in cui una persona venga condannata in maniera definitiva per fatti o azioni connesse al terrorismo. “Un successo per il Paese perché ci da la possibilità di evitare drammi” ha concluso Giannini.

Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia e SPES Academy Carlo Azeglio Ciampi firmano un accordo di intesa

 

A conclusione della lectio magistralis del Prefetto, il presidente della Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia (SFP) Maurizio Vallone ha firmato un accordo di intesa con la SPES Academy Carlo Azeglio Ciampi con l’obiettivo di: “Formare una nuova classe dirigente capace di rispondere alle sfide del presente e del futuro” ha affermato Valerio De Luca, direttore della SPES.

Questa collaborazione vedrà la nascita del Consiglio per l’Educazione alla Sicurezza Nazionale (CESN) in cui Mauro Caligiuri assumerà il ruolo di Direttore del comitato scientifico. Anche lui ha posto l’accento sull’educazione alla sicurezza nazionale che oggi “assume una priorità democratica e culturale. Occorre conoscere e contrastare i rischi per poter utilizzare consapevolmente le straordinarie opportunità di conoscenza e di sviluppo che consente la società digitale. Si tratta di una concreta possibilità per coltivare e rafforzare le facoltà umane nel confronto con l’intelligenza artificiale” ha infine detto Caligiuri.

 

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