Carabinieri: arrestato pregiudicato campano, ritenuto a capo di uno dei più importanti sodalizi romani del narcotraffico

ROMA. Si comunica, nel rispetto dei diritti dell’ indagato (da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca costituzionalmente garantito, che i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, nei giorni scorsi, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di ripristino della misura cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Roma nei confronti di un pregiudicato di origini napoletane, da tempo stanziale sul territorio capitolino.

Operazione Alba-Tulipano dei Carabinieri di Roma

Questi era stato arrestato, unitamente ad altre 27 persone, nell’ambito dell’operazione “Alba – Tulipano”, eseguita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma in data 01 dicembre 2020, in quanto gravemente indiziato di essere a capo di uno dei più importanti sodalizi romani del narcotraffico operanti sotto l’egida del Clan Senese.

I controlli dei Carabinieri di Roma

Il successivo 16 gennaio 2021, a seguito di patologie legate a un suo presunto stato di tossicodipendenza, il pregiudicato aveva beneficiato della concessione, da parte del Tribunale di Roma, della sostituzione della custodia in carcere con quella agli arresti domiciliari presso una comunità terapeutica per tossicodipendenti.

I Carabinieri di Roma durante l’operazione

Divenuto nuovamente oggetto delle investigazioni dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, a carico dell’uomo venivano raccolti gravi elementi indiziari che portavano a ritenere che avesse immediatamente ricominciato a gestire le importanti attività di narcotraffico del sodalizio dall’interno della comunità terapeutica, grazie anche all’utilizzo di criptofonini.

Gli agenti dei Carabinieri di Roma in azione

Infatti, i militari, coordinati dalla DDA della Procura della Repubblica capitolina che richiedeva in merito un Ordine di Indagine Europeo, reperivano, analizzavano e riscontravano tutte le conversazioni intercorse tra il pregiudicato e i suoi accoliti tramite chat crittografate.

Un agente dei Carabinieri durante l’operazione

In particolare, gli investigatori riuscivano a raccogliere gravi indizi che consentivano di ipotizzare che l’indiziato, a partire dal giorno stesso in cui era stato ammesso alla misura degli arresti domiciliari presso la comunità terapeutica, avrebbe:

–      organizzato ulteriori traffici;

–      chiesto contezza circa la consistenza economica degli affari intrapresi in propria assenza, effettuando la contabilità relative alle forniture di sostanze stupefacenti e cercando di recuperare i crediti dai responsabili delle piazze di spaccio morosi;

–      pianificato l’esecuzione di atti intimidatori nei confronti di uno degli spacciatori che non voleva onorare il proprio debito.

Il sequestro operato dai Carabinieri di Roma

Il pregiudicato, rintracciato all’interno della comunità terapeutica, veniva ristretto presso la casa circondariale di Velletri.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Autore